Oltre i confini Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/category/rubrica/oltre-i-confini/ Le notizie sotto un'altra luce Thu, 06 Oct 2022 06:23:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Oltre i confini Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/category/rubrica/oltre-i-confini/ 32 32 Leonardo D’Ingeo: il genio coratino della cucina a Milano https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/leonardo-dingeo-il-genio-coratino-della-cucina-a-milano/ https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/leonardo-dingeo-il-genio-coratino-della-cucina-a-milano/#respond Thu, 06 Oct 2022 06:21:45 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=20899 “Senza passione, non sogni, non realizzi, non concretizzi. Senza stimoli, si accumulano solo rimpianti, se lo pensi: fallo!” “ Vedrai, vedrai, mamma!” così Leonardo D’Ingeo rassicurava la sua mamma quando ella nutriva dubbi sulle scelte lavorative del maggiore dei suoi tre figli. Leonardo , in procinto di partire per Barcellona per un evento dedicato ai […]

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Senza passione, non sogni, non realizzi, non concretizzi. Senza stimoli, si accumulano solo rimpianti, se lo pensi: fallo!”

“ Vedrai, vedrai, mamma!” così Leonardo D’Ingeo rassicurava la sua mamma quando ella nutriva dubbi sulle scelte lavorative del maggiore dei suoi tre figli. Leonardo , in procinto di partire per Barcellona per un evento dedicato ai 50 migliori bar al mondo, ha potuto ora dimostrare alla sua mamma e a tutti, che ha raggiunto grandi obiettivi. Coratino doc, 28 anni, il suo nonno omonimo è stato il punto di riferimento del Caseificio Pugliese, il suo papà tuttora esporta l’ arte casearia in tutto il mondo, dopo aver gestito un caseificio con la famiglia, che la mamma Annarita ha chiuso poco tempo fa. Leonardo, già da ragazzino, ha mostrato il suo interesse per la cucina, ha studiato negli istituti alberghieri di Molfetta e Vieste, e a 15 anni e mezzo i suoi genitori “mi hanno messo su un bus per Salò e ho iniziato con le stagioni estive. Non so quanto ho pianto, ma quelle esperienze hanno fortemente contribuito a farmi diventare quello che sono. Ringrazio i miei genitori per avermi spronato così”

Adesso Leonardo, gestisce con altri soci ( un gruppo di appassionati di cucina e drinks, tra cui Domenico, lucano, e altri che hanno, come Leo, girato il mondo e inglobato esperienze variegate e internazionali che mettono ogni giorno nel loro lavoro) il più famoso cocktail- bistrot di Milano, “Carico Milano”, un vero e proprio punto di riferimento per Milano e per tutta l’Italia. Ha un format estero, uno stile industrial, un’atmosfera accogliente e soprattutto la libertà di mangiare e/o bere ciò che la creatività dei ragazzi gestori mette nei piatti e nei bicchieri, con un gin ( di una multinazionale estera) come elemento principale.

Nei suoi piatti c’è sempre un rimando alla tradizione, o alla sua terra, o alla sua famiglia: arte, gusto, esperienza di cucina gourmet, con chef stellati, tra Bari, Parigi e altre città del mondo fanno di ogni sua creazione gastronomica “un piatto che oggi mi piace ma tra qualche giorno non mi piace più” , perché Leo è così, si innova continuamente, scrive continuamente ricette. Il suo legame con Corato, oltre che con la sua famiglia, rimane anche lavorativo, dopo l’ esperienza importante allo Storyteller di alcuni anni fa e in altre sale ricevimenti coratine, dal momento che collabora come consulente dell’Antico Commercio.

Il “Carico Milano” è tra i migliori restaurant-bar d’ Europa e offre le esperienze internazionali ( molto giapponese) dei suoi gestori, l’approccio cpugliese/mediterraneo, una visione diversa di cucina, un’ unione di sapori inconsueta di uno chef molto autocritico che cambia molto spesso menù, ma con materie prime di altissima qualità in un pranzo dal costo contenuto grazie ad un ambiente e un servizio più snelli e liberi. Il locale, posizionato in un quartiere artistico-urbano, molto metropolita: Porta Genova, zona Navigli, è in via Savona, una delle vie più importanti della moda, punto principale della Fashion Week, è punto di riferimento anche per gli esperti nel settore.
Leonardo punta alla stella Michelin e cerca e lavora costantemente per obiettivi sempre più importanti, sognando una vita tra Milano e Londra o tra Milano e l’ Asia.
Il consiglio ai giovani d’oggi che egli vede un po’confusi e meno appassionati, è di appassionarsi al lavoro che fanno, soprattutto se in cucina. “Senza passione, non sogni, non realizzi, non concretizzi. Senza stimoli, si accumulano solo rimpianti, se lo pensi: fallo!”: questo ribadisce lo chef, che non ha mai smesso e mai smetterà di portare avanti e difendere le sue idee!
Di Corato, oltre alla sua famiglia, mancano i prodotti, la Murgia, il mare, la passione per il Bari calcio e anche l’ accoglienza che ad agosto scorso ha sperimentato nel pranzo che ha preparato all’Antico Commercio.
La sua mamma, profondamente orgogliosa di Leonardo, come degli altri due figli, Giuseppe, Carabiniere a Castrocaro e Gianluca, chef in una sala ricevimenti tranese, ribadisce il continuo desiderio del figlio di migliorarsi, nonostante le difficoltà. Ricorda la difficilissima esperienza a Parigi, di cui la madre ha saputo dei disagi solo quando è tornato a Corato, perché egli non si fa abbattere facilmente e conserva la forza, la volontà di resistere che lei stessa le ha trasmesso. Ella, tra l ‘altro, vorrebbe pensasse di più alla salute, dal momento che vive solo di lavoro e casa, e si rifugia in cucina a sperimentare novità anche quando ha voglia di evadere dai problemi. Il suo lavoro è soprattutto passione e la mamma, sapendolo sereno e felice, riesce a tollerare la sua lontananza. Annarita consiglia alla mamme di non gestire troppo la vita dei propri figli, di non essere troppo invadenti né troppo protettive, di renderli autonomi e forti per affrontare la vita anche lontano da casa. Gli atteggiamenti di affetto e attaccamento morboso non rendono indipendenti i figli, non li aiutano a camminare da soli. “ Non bisogna mai fermarsi: bisogna puntare in alto, sempre!”

 

 

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Francesco Masciavè e la passione per il giornalismo – Una sua analisi del discorso di Mario Draghi sullo stato d’animo di incertezza sul futuro dei giovani. https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/francesco-masciave-e-la-passione-per-il-giornalismo-una-sua-analisi-del-discorso-di-mario-draghi-sullo-stato-danimo-di-incertezza-sul-futuro-dei-giovani/ https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/francesco-masciave-e-la-passione-per-il-giornalismo-una-sua-analisi-del-discorso-di-mario-draghi-sullo-stato-danimo-di-incertezza-sul-futuro-dei-giovani/#respond Wed, 26 Aug 2020 08:16:41 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=7322 Francesco Masciavè nasce a Corato il 20 gennaio 1999. Da quasi due anni, vive a studia Scienze Politiche a Firenze. Sin dai primi anni del liceo, matura una forte passione per il mondo politico e per lo studio delle dinamiche internazionali. Non solo, grazie all’influenza della sorella maggiore, inizia a sentire il bisogno di scrivere di […]

L'articolo Francesco Masciavè e la passione per il giornalismo – Una sua analisi del discorso di Mario Draghi sullo stato d’animo di incertezza sul futuro dei giovani. proviene da Il Quarto Potere.

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Francesco Masciavè nasce a Corato il 20 gennaio 1999. Da quasi due anni, vive a studia Scienze Politiche a Firenze.

Sin dai primi anni del liceo, matura una forte passione per il mondo politico e per lo studio delle dinamiche internazionali. Non solo, grazie all’influenza della sorella maggiore, inizia a sentire il bisogno di scrivere di politica, di attualità.

E così, da quasi un mese, scrive per un blog di divulgazione culturale, dal nome Ilsuperuovo, seguitissimo sui social da migliaia di giovani.

Per Francesco, la scrittura e il giornalismo sono una valvola di sfogo, un modo di far vedere il mondo e le sue circostanze, attraverso i suoi occhi, facendo, quindi, parlare di sé.

Nei suoi primi articoli, ha affrontato il tema delle masse in Bielorussia e un’analisi del discorso di Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, al meeting di Rimini, poiché incentrato sui giovani

 

DA GIOVANNI SARTORI A MARIO DRAGHI: LA POLITICA ITALIANA DEVE PROIETTARSI AL FUTURO

Le parole di Mario Draghi, al Meeting di Rimini, hanno riaperto un dibattito lungo decenni: il futuro dei giovani e lo stato d’animo d’incertezza legato ad esso.

Le parole dell’ex capo della Banca Centrale Europea, suonano come un campanello d’allarme. A suo avviso, si sta assistendo ad una stagione politica che manca di una proiezione al futuro, che resta ancora legata ai sussidi, e all’incertezza. Si sta verificando una corsa verso il nulla, ovvero, una propensione al voler ancora erogare bonus su bonus, senza pensare a cosa ne sarà del domani. Un ragionamento, quello di Draghi, che è la continuazione di ciò che Giovanni Sartori, il più grande politologo che la storia italiana abbia mai avuto, aveva definito col suo libro “La corsa verso il nulla”.

Giovanni Sartori e la corsa verso il nulla

A Giovanni Sartori si deve lo studio della politica e di tutti i termini che appartengono ad essa. Quando si parla del sociologo fiorentino, si pensa esclusivamente a questo.  Ma viene anche ricordato per le sue costanti critiche al sistema politico italiano, colpevole di non aver mai avuto il coraggio di guardare al futuro. In questo suo libro, egli accusa la partitocrazia italiana di aver sempre pensato al presente, in una lotta affannosa per la salvaguardia dei propri poteri. A suo parere, avremo solo politici che guardano al presente, ma mai statisti che pensano al futuro. Continua, in questa aspra critica, affermando, che dalla Seconda Repubblica in poi, abbiamo assistito a delle riforme a breve termine, legate al concetto del dover accontentare qualcuno, in modo tale da salvare la propria posizione. Ma non hanno una previsione per l’avvenire, perché, sono “riforme di convenienza e convivenza”, per usare le parole del professore. In tutto ciò, conclude, i giovani si troveranno a correre verso il nulla, l’incertezza.

L’impronta di Sartori nel discorso di Mario Draghi

L’eco del Professore rimbomba anche al Meeting di Rimini, sotto le veci di Mario Draghi, il fautore del “Whatever it takes”. Anche nel suo discorso, la parola “incertezza” è la regina. Una parola, questa, che è intrinseca nelle nostre decisioni e nelle nostre attività. Egli sostiene che questa politica fatta di sussidi, di aiuti temporanei, non fanno altro che illudere la generazione del domani. A cui si deve dare risposte concrete, specialmente, riguardanti una qualificazione professionale e la scelta, per i giovani, di scegliere i loro redditi futuri. Bisogna, quindi, raccogliere tutte le nostre energie e tutte le nostre idee per cercare la strada verso la ricostruzione. Non si sa quale sarà il nostro futuro, ma, di certo, un cambiamento sarà inevitabile. Così come avere coraggio. La pandemia ha alimentato quest’incertezza e i suoi effetti, specialmente il debito che essa ha provocato, dovrà essere pagato dai giovani. Pertanto, è necessario dare ai giovani i giusti strumenti per poterlo affrontare adeguatamente. Una soluzione, però, ci viene sempre fornita da questo suo discorso: Eliminare una forma di egoismo collettivo che ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico. Oggi, termina Mario Draghi, questo, non è più possibile, perché, privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza.

Trasformare il nulla in speranza

La linea avviata da Giovanni Sartori e ribadita recentemente da Mario Draghi, è quella di attuare buone politiche che siano sostenibili a lungo periodo. Dunque, sono entrambi concordi (sebbene il primo non sia più vivo) nell’affermare che la politica italiana debba munirsi di forza, di coraggio e di pragmatismo. Non solo, ma facendo riferimento al defunto professore e al suo libro, “La corsa verso il nulla”, si deve vincere una delle dieci guerre che lui cita: la scelta tra l’ancorarsi al presente o tra l’immergersi in una prospettiva futura. Solo in quel momento, secondo Sartori, l’uomo politico sarà in grado di avvicinarsi, sempre di più, al mondo dei giovani. La partitocrazia “sartoriana” non deve dare solo slogan ed enunciare continue promesse, ma dare risposte a chi risposte non ne avrà mai.

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VIDEO – Il coratino Francesco Tamburini laureato a Verona con 110 e lode https://ilquartopotere.it/scuola/video-il-coratino-francesco-tamburini-laureato-a-verona-con-110-e-lode/ https://ilquartopotere.it/scuola/video-il-coratino-francesco-tamburini-laureato-a-verona-con-110-e-lode/#respond Thu, 23 Apr 2020 12:08:59 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=5416 Francesco Tamburini, un’eccellenza coratina, che lontano dalla nostra città taglia il suo grande traguardo; il 9 aprile presso l’Università di Verona ha ottenuto la laurea in Dottore Magistrale in Economics con il massimo dei voti, 110 e lode. L’emergenza coronavirus ci ha, ormai, abituato a vivere momenti ed esperienze inedite e anche  Francesco, che studia […]

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Francesco Tamburini, un’eccellenza coratina, che lontano dalla nostra città taglia il suo grande traguardo; il 9 aprile presso l’Università di Verona ha ottenuto la laurea in Dottore Magistrale in Economics con il massimo dei voti, 110 e lode.

L’emergenza coronavirus ci ha, ormai, abituato a vivere momenti ed esperienze inedite e anche  Francesco, che studia e lavora a Verona, la laurea ha dovuto affrontarla diversamente da come magari l’aveva immaginata, online, ma soprattutto lontano dai suoi parenti e dai suoi amici con cui non ha potuto condividere un momento così speciale della sua vita.

Indubbiamente saranno mancati quegli abbracci che a fine seduta di tesi di laurea  solitamente stemperano la tensione di chi affronta questa prova ma, nonostante questo momento particolarmente difficile, i sacrifici di Francesco sostenuti nel suo percorso sono stati ripagati dal grande risultato.

Auguriamo a Francesco un grosso in bocca al lupo per il futuro.

 

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La proposta di un parrucchiere coratino residente a Milano – “In cosa differiamo noi che lavoriamo nei nostri saloni da quelli della tv?” https://ilquartopotere.it/news/economia/la-proposta-di-un-parrucchiere-coratino-residente-a-milano-in-cosa-differiamo-noi-che-lavoriamo-nei-nostri-saloni-da-quelli-della-tv/ https://ilquartopotere.it/news/economia/la-proposta-di-un-parrucchiere-coratino-residente-a-milano-in-cosa-differiamo-noi-che-lavoriamo-nei-nostri-saloni-da-quelli-della-tv/#respond Fri, 10 Apr 2020 10:53:42 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=5274 La proposta è quella di un coratino che da molti anni vive a Milano, anche lui come tanti titolari di altre attività è stato costretto, a causa del coronavirus, a chiudere il proprio salone di parrucchiere; un appello alle istituzioni per far sì che possa riprendere il suo lavoro è il messaggio pubblicato attraverso un […]

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La proposta è quella di un coratino che da molti anni vive a Milano, anche lui come tanti titolari di altre attività è stato costretto, a causa del coronavirus, a chiudere il proprio salone di parrucchiere; un appello alle istituzioni per far sì che possa riprendere il suo lavoro è il messaggio pubblicato attraverso un post sul suo profilo fb che il Corriere della Sera ha subito accolto e pubblicato sul quotidiano di oggi.

Articolo apparso sul Corriere della Sera

Buongiorno, sono un barbiere di Milano. Vorrei sottoporvi le mie considerazioni riguardo al Coronavirus e la categoria lavorativa a cui appartengo.

Siamo arrivati oramai alla seconda settimana di chiusura e ancora la situazione non è chiara: quando potremo riaprire?

Stando alle direttive del governo, non se ne parla se non per la fine di aprile. Vorrei proporre allo Stato e alle nostre associazioni di categoria una proposta: apertura straordinaria della attività garantendo ai nostri clienti le necessarie condizioni di sicurezza.

Questo proteggendoci con mascherine, guanti e occhiali e incontrando i nostri clienti solo su appuntamento, servendo un solo cliente per volta e cercando di limitare la sua permanenza in salone per lo stretto necessario.

Dopodiché, si procederebbe all’igienizzazione della postazione prima di accogliere il cliente successivo.

Dopotutto, truccatori e parrucchieri, in tv, per consentire la messa in onda dei vari programmi televisivi, stanno continuando a eseguire regolarmente il loro lavoro.

In cosa differiamo noi barbieri-parrucchieri che lavoriamo in negozio?

Luigi Varesano

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Domenico De Palo (alias Dodò) è un orgoglio tutto made in sud https://ilquartopotere.it/cultura/domenico-de-palo-alias-dodo-e-un-orgoglio-tutto-made-in-sud/ https://ilquartopotere.it/cultura/domenico-de-palo-alias-dodo-e-un-orgoglio-tutto-made-in-sud/#respond Sat, 18 May 2019 07:01:11 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=1387 About Domenico De Palo, cosa non è stato scritto? Beh, forse poco! “In verità, in verità vi dico” che il resto è già storia. Nero su bianco. Materia nello spazio. Luce nel buio. E pensandoci, quel “poco” è quel tanto che basta per riaccendere ogni volta l’inconfondibile effetto Dodò che seduce mezzo mondo. Quando ci […]

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About Domenico De Palo, cosa non è stato scritto? Beh, forse poco! “In verità, in verità vi dico” che il resto è già storia.
Nero su bianco. Materia nello spazio. Luce nel buio.

E pensandoci, quel “poco” è quel tanto che basta per riaccendere ogni volta l’inconfondibile effetto Dodò che seduce mezzo mondo.
Quando ci vuole, ci vuole! Non è mica per piaggeria o campanilismo.

Le cose vanno dette per quelle che sono. Pari pari. Evitando scorciatoie, possibilmente!

E allora viva Dio, diciamolo ad alta voce che Domenico De Palo (alias Dodò) è un orgoglio tutto made in sud.

Un uomo di mondo, o meglio un designerman di mondo, il cui eco, dopo 20 anni e passa di attività e 15 di Salone del Mobile, è arrivato forte e chiaro.

Dalla Grecia all’India, dal Messico all’Azerbaigian, dalla Cina agli Emirati Arabi, in the design world il suo mood non ha più bisogno di presentazioni.
Per eccesso di zelo però ci piace parlarne.

Classe 1976. Domenico De Palo, ruvese di nascita e coratino d’adozione, maturo artisticamente con 60 sessantesimi, fa il suo debutto.

I primi passi non sono insicuri. Tutt’altro. I suoi schizzi non sono acerbi come i suoi anni e vestire interni è al momento il suo unico chiodo fisso.

Il binario è quello giusto e lo si capisce subito perché di lì a poco le soddisfazioni bussano alla sua porta.

Gli viene facile. Disegnare è per lui la cosa più naturale al mondo. Ogni emozione ha forma e colore, si proietta nella sua mente, magari sotto il caldo sole di Cuba (sua meta privilegiata d’ispirazione), e va poi codificata a mano libera.

È così che da uno scarabocchio nascono lampade, divani, lavabi, camini,… un industrial design che, tanto per dirne una, con la Dodò del 2005 apre le porte ed illumina oltre un milione di case.

È l’anno dell’internazionalizzazione. Il primo Salone del Mobile del 2005, in effetti, lo consacra ufficialmente al mondo del design anche grazie a Viabizzuno, la prima azienda a credere fermamente in lui e ad accendere la sua Dodò.

Tempo al tempo e le collaborazioni si fanno più numerose: Antonio Lupi, Antidiva, Dimensione Disegno, Rugiano. Un successo dopo l’altro reso possibile anche da uno staff, o per meglio dire da una grande famiglia di 15 persone/collaboratori/adepti e amanti del suo abc.

Spalla a spalla lavorano poco fuori città in una dimensione che parla a voce alta di un superuomo che con la matita disegna il mondo e probabilmente senza neanche accorgersi della sua genialità.

E anche nell’edizione 2019 del Salone del Mobile
Dodò c’è e si sente a casa. È una settimana in cui godere del lavoro di un anno. È una pausa per prendere fiato e ripartire con una carica nuova. È quella finestra sul mondo a cui Domenico De Palo continuerà ad affacciarsi per respirare.

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Aldo Scaringella editore coratino a Milano https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/aldo-scaringella-editore-coratino-a-milano/ https://ilquartopotere.it/rubrica/oltre-i-confini/aldo-scaringella-editore-coratino-a-milano/#respond Sun, 06 Jan 2019 19:48:31 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=505 Di cosa ti occupi a Milano? Sono un editore. La mia azienda  si chiama LC Publishing group e produceinformazione di settore attraverso una serie di portali verticali, legalcommunity, financecommunity, inhousecommunity, foodcommunity, inhousecommunityus.com e foodcommunitynews.com, dal mondo legale al mondo degli affari e della finanza, del top management e del cibo, raccontando queste realtà attraverso i […]

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Di cosa ti occupi a Milano?

Sono un editore. La mia azienda  si chiama LC Publishing group e produceinformazione di settore attraverso una serie di portali verticali, legalcommunity, financecommunity, inhousecommunity, foodcommunity, inhousecommunityus.com e foodcommunitynews.com, dal mondo legale al mondo degli affari e della finanza, del top management e del cibo, raccontando queste realtà attraverso i personaggi e con una lente economica.  In totale sono quattro in italiano più due in lingua inglese, e i loro contenuti confluiscono, attraverso approfondimenti, in una periodico digitale quindicinale, MAG, scaricabile gratuitamente da ognuno dei portali e attraverso una applicazione gratuita.

Come è nata l’idea di questa iniziativa?

Chi si laurea in filosofia come me o in altre facoltà meno attraenti sul mercato del lavoro ha la fortuna di non saper fare niente ma di poter fare tutto. Dopo la laurea, quindi, ho fatto un master in marketing e comunicazione, poi sono stato negli Stati Uniti dove ho seguito altri corsi e imparato l’inglese grazie ad una borsa di studio,  poi ho iniziato a lavorare nella comunicazione e nel marketing di alcune aziende, anche nel settore editoriale. Nel 2001 la prima esperienza nel mondo del marketing legale con Allen & Overy e poi Lovells, oggi Hogan Lovells.

Appena approdato negli uffici londinesi di Allen & Overy mi accorsi che c’era un mondo totalmente sconosciuto a Milano. Esisteva una stampa legale che in Italia non c’era. Cosi nacque l’idea di fondare una testata di informazione legale, la prima. Nel 2004 parti la mia prima iniziativa imprenditoriale. Nel 2011, la seconda, diversa, piu verticale, digitale e fruibile da parte di tutti: legalcommunity.

Poi è arrivata la decisione di ampliare anche in altri settori…

Apparentemente sono settori lontani, in realtà molto vicini, soprattutto per abitudini, stili di vita  e capacità di acquisto. Il grande avvocato di affari, o il banker o lo chef, che hanno redditi annui molto alti, vivono più o meno negli stessi quartieri, vanno in vacanza insieme, a mangiare negli stessi posti. Quindi per i nostri investitori pubblicitari sono esattamente il target che serve .

Quindi qual è il segreto del successo della tua attività?

Intanto il successo non esiste. Esistono fasi in cui si è in crescita e fasi in cui non lo si è.

Noi siamo in crescita da 7 anni, ma il mercato è in continua evoluzione e bisogna sempre guardarsi intorno. Non bisogna mai sentirsi arrivati.

Se dovessi dare un consiglio a una giovane o un giovane che si affacciano ora nel mondo del lavoro?

Innanzitutto consiglierei di viaggiare, perché l’universo tanto più grande ti sembra quanto più l’hai vissuto. Quindi sicuramente uscire dalla tana. Poi una volta usciti capire cosa manca in quella tana in cui si vuole, eventualmente tornare. Sicuramente lavorare tanto e, poi augurarsi di avere tanta fortuna. Purtroppo il contesto sociale e culturale del Sud è un po’ come le sabbie mobili, ti tira giù e non induce facilmente all’emancipazione di abitudini culturali.  E’ un Sud ignorante e negativo, nonostante sia bellissimo, che esprime la propria incapacità attraverso una classe politica mediocre e arrogante. Il successo è sempre visto con invidia perché si tende a sospettare che ci sia qualcosa dietro. Invece le cose si possono fare anche e solo perché si è lavorato 25 ore al giorno.

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Intervista a Nico Nocella https://ilquartopotere.it/rubrica/intervista-a-nico-nocella/ https://ilquartopotere.it/rubrica/intervista-a-nico-nocella/#respond Thu, 03 Jan 2019 00:37:13 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=334 Da dove nasce la passione per la recitazione? Avevo 18 anni, non sapevo fare nient’altro e ho capito che l’unica cosa che volevo fare era questa. Allora non era un mestiere così semplice da “dichiarare”, era un po’ come fare coming out. Stiamo parlando del 1999 e prima di avere il coraggio di dirlo agli […]

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Da dove nasce la passione per la recitazione?

Avevo 18 anni, non sapevo fare nient’altro e ho capito che l’unica cosa che volevo fare era questa. Allora non era un mestiere così semplice da “dichiarare”, era un po’ come fare coming out. Stiamo parlando del 1999 e prima di avere il coraggio di dirlo agli altri eri tu stesso a ripetertelo: “Ma dove devo andare? Cosa posso fare?”

Così trovai su “Ciak” un articolo che parlava di cinema e diceva che la prima scuola al mondo era il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: quindi provai a entrare lì. I miei genitori me lo hanno sempre detto, devi fare qualcosa che ti piace, e a me piaceva quello. Sono stato fortunato.

Se potessi tornare indietro c’è qualcosa che non rifaresti?

Sì. Un paio di scelte professionali. Ma non ho rimpianti: oggi sono quello che sono proprio perché le ho fatte. Ho rifiutato un film molto importante e ho litigato con il regista di quel film. Ma dopo tre anni siamo più amici di prima. Magari se non avessimo litigato ora non saremmo così amici. E io non sono una persona facile, sono spigoloso e ne sono felice, per questo rifarei tutto quello che ho fatto.

Il ruolo a cui sei più affezionato e quello che hai detestato?

Easy è la risposta a entrambe le domande. È stato faticosissimo, ho dovuto prendere peso, mi sono buttato dal quarto piano, ho persino fatto testamento prima di partire per l’Ucraina (dove abbiamo girato il film). Ho fatto una fatica immensa ma ne è valsa la pena. E quando ne vale la pena, cosa che non sempre succede, è tutto più bello.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare?

Non c’è una sola persona, ce ne sono tante, tutte importanti in un periodo della mia vita. Ma in fondo voglio anche ringraziare un po’ me stesso. Fare questo lavoro non è facile e devi anche essere pronto a sostenere quegli aspetti che non sono poi così rose e fiori.

Ma noi siamo dei percorsi e facciamo, secondo il nostro percorso, degli incontri, troviamo altre persone che vanno nella nostra stessa direzione o nella direzione opposta.  Io ringrazierei anche le persone che mi hanno rovinato la vita perché in quel momento andava bene così e hanno comunque avuto un senso.

Però ci tengo a dire una cosa. Con lui mi scontro e litigo spesso, ma mio fratello è in assoluto la persona che dovrei ringraziare di più. La persona che ho voluto accanto a me nel momento più importante della mia vita, quello dei David, è stato lui.

Se dovessi dare un consiglio a un giovane che vuole intraprendere ?

Vattene. Lascia il nido, qualunque esso sia. Devi crescere in ogni senso e andare via di casa è importantissimo. A me non è pesato per niente stare lontano da casa, anzi…

Progetti in cantiere?

Non ne posso parlare ma presto mi rivedrete sul grande schermo.

 

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