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Domenico De Palo (alias Dodò) è un orgoglio tutto made in sud

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bdr

About Domenico De Palo, cosa non è stato scritto? Beh, forse poco! “In verità, in verità vi dico” che il resto è già storia.
Nero su bianco. Materia nello spazio. Luce nel buio.

E pensandoci, quel “poco” è quel tanto che basta per riaccendere ogni volta l’inconfondibile effetto Dodò che seduce mezzo mondo.
Quando ci vuole, ci vuole! Non è mica per piaggeria o campanilismo.

Le cose vanno dette per quelle che sono. Pari pari. Evitando scorciatoie, possibilmente!

E allora viva Dio, diciamolo ad alta voce che Domenico De Palo (alias Dodò) è un orgoglio tutto made in sud.

Un uomo di mondo, o meglio un designerman di mondo, il cui eco, dopo 20 anni e passa di attività e 15 di Salone del Mobile, è arrivato forte e chiaro.

Dalla Grecia all’India, dal Messico all’Azerbaigian, dalla Cina agli Emirati Arabi, in the design world il suo mood non ha più bisogno di presentazioni.
Per eccesso di zelo però ci piace parlarne.

Classe 1976. Domenico De Palo, ruvese di nascita e coratino d’adozione, maturo artisticamente con 60 sessantesimi, fa il suo debutto.

I primi passi non sono insicuri. Tutt’altro. I suoi schizzi non sono acerbi come i suoi anni e vestire interni è al momento il suo unico chiodo fisso.

Il binario è quello giusto e lo si capisce subito perché di lì a poco le soddisfazioni bussano alla sua porta.

Gli viene facile. Disegnare è per lui la cosa più naturale al mondo. Ogni emozione ha forma e colore, si proietta nella sua mente, magari sotto il caldo sole di Cuba (sua meta privilegiata d’ispirazione), e va poi codificata a mano libera.

È così che da uno scarabocchio nascono lampade, divani, lavabi, camini,… un industrial design che, tanto per dirne una, con la Dodò del 2005 apre le porte ed illumina oltre un milione di case.

È l’anno dell’internazionalizzazione. Il primo Salone del Mobile del 2005, in effetti, lo consacra ufficialmente al mondo del design anche grazie a Viabizzuno, la prima azienda a credere fermamente in lui e ad accendere la sua Dodò.

Tempo al tempo e le collaborazioni si fanno più numerose: Antonio Lupi, Antidiva, Dimensione Disegno, Rugiano. Un successo dopo l’altro reso possibile anche da uno staff, o per meglio dire da una grande famiglia di 15 persone/collaboratori/adepti e amanti del suo abc.

Spalla a spalla lavorano poco fuori città in una dimensione che parla a voce alta di un superuomo che con la matita disegna il mondo e probabilmente senza neanche accorgersi della sua genialità.

E anche nell’edizione 2019 del Salone del Mobile
Dodò c’è e si sente a casa. È una settimana in cui godere del lavoro di un anno. È una pausa per prendere fiato e ripartire con una carica nuova. È quella finestra sul mondo a cui Domenico De Palo continuerà ad affacciarsi per respirare.

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