Libertà di stampa Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/liberta-di-stampa/ Le notizie sotto un'altra luce Thu, 22 Feb 2024 08:13:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Libertà di stampa Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/liberta-di-stampa/ 32 32 “Emendamento Costa, stretta all’informazione” al centro di un evento formativo https://ilquartopotere.it/appuntamenti/emendamento-costa-stretta-allinformazione-al-centro-di-un-evento-formativo/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/emendamento-costa-stretta-allinformazione-al-centro-di-un-evento-formativo/#respond Thu, 22 Feb 2024 08:13:23 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=30380 L’evento è organizzato dal  Circolo della stampa “San Francesco di Sales” e dall’Ordine dei Giornalisti della Puglia. Sempre più difficile fare le indagini  utilizzando le intercettazioni, e sempre più difficile raccontare indagini e inchieste. Con l’emendamento Costa diventato legge  al Senato  il 17 febbraio, con 96 voti favorevoli e 56 contrari, è stato introdotto  il […]

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L’evento è organizzato dal  Circolo della stampa “San Francesco di Sales” e dall’Ordine dei Giornalisti della Puglia.

Sempre più difficile fare le indagini  utilizzando le intercettazioni, e sempre più difficile raccontare indagini e inchieste. Con l’emendamento Costa diventato legge  al Senato  il 17 febbraio, con 96 voti favorevoli e 56 contrari, è stato introdotto  il divieto di “pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino al termine dell’udienza preliminare”, o fino alla fine delle indagini dove questa non è prevista.Insomma una “stretta” che lede sia il diritto di informare che quello di essere informati. Sull’emendamento Costa e le sue conseguenze sul diritto costituzionale ad essere informati e sul giornalismo investigativo si terrà a Trani, giovedì 29 febbraio, dalle ore 15.30, presso la Fondazione Seca – Museo della Macchina per  scrivere, un evento formativo organizzato dal  Circolo della stampa “San Francesco di Sales” e dall’Ordine dei Giornalisti della Puglia. Sarà di fatto uno dei primi appuntamenti pubblici di analisi degli effetti dell’emendamento Costa successivamente all’approvazione definitiva al Senato. All’evento formativo, al quale sono stati riconosciuti 6 crediti deontologici, interverranno  il Procuratore Capo della Repubblica di Trani, Renato Nitti, sui rapporti che le procure potranno o meno intrattenere con i giornalisti; il Presidente della Camera Penale di Trani, Giangregorio De Pascalis, sugli effetti che questa legge avrà sui propri assistiti;  il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, Piero Ricci, sulle conseguenze legate al rapporto dei giornalisti con le fonti e sulla difficoltà di conoscere e poi ricostruire fatti di interesse pubblico da riportare alla comunità; il  Consigliere del Comitato esecutivo Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ),  Raffaele Lorusso, sul significato che questa norma ha rispetto alle legislazioni adottate negli altri paesi  della Ue sullo stesso tema.
“Questo evento formativo e primo confronto sull’emendamento Costa – spiega il Presidente del Circolo della Stampa della Bat, Vincenzo Rutigliano – vuole offrire non solo ai giornalisti, ma all’intera comunità, una occasione per verificare l’ampiezza dei limiti che questa legge pone all’attività della stampa, alla libertà di stampa. Dobbiamo chiederci come sta ulteriormente cambiando il lavoro dei giornalisti che si occupano di cronaca, in particolare di nera e di giudiziaria, dopo che già un anno fa, con la legge Cartabia sulla presunzione di innocenza, si è impedito ai procuratori di informare l’opinione pubblica sulle indagini in corso”.
L’evento, che ha il patrocinio del Comune di Trani, si svolgerà in una “cornice” non casuale, quella della Fondazione SECA che collabora all’iniziativa, mettendo a disposizione la sala convegni contigua al celebre “Museo della Macchina per scrivere”.

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Censura per critica e dissenso: per loro ogni mezzo è lecito https://ilquartopotere.it/news/politica/censura-per-critica-e-dissenso-per-loro-ogni-mezzo-e-lecito/ https://ilquartopotere.it/news/politica/censura-per-critica-e-dissenso-per-loro-ogni-mezzo-e-lecito/#respond Fri, 22 Sep 2023 06:37:11 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=27783 L’Amministrazione Comunale ha organizzato nei giorni scorsi (14 e 19 settembre 2023) l’iniziativa “Cos’è il bilancio comunale?”, iniziativa che si è articolata in due incontri con l’obiettivo di stimolare il dialogo con la cittadinanza, presentare i programmi dei vari Assessorati in vista della formulazione del bilancio di previsione, raccogliere proposte e idee provenienti dai cittadini. […]

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L’Amministrazione Comunale ha organizzato nei giorni scorsi (14 e 19 settembre 2023) l’iniziativa “Cos’è il bilancio comunale?”, iniziativa che si è articolata in due incontri con l’obiettivo di stimolare il dialogo con la cittadinanza, presentare i programmi dei vari Assessorati in vista della formulazione del bilancio di previsione, raccogliere proposte e idee provenienti dai cittadini.

Nella cornice del chiostro del Palazzo di Città i due incontri hanno visto alternarsi al tavolo dei relatori gli Assessori della Giunta De Benedittis che, coordinati dalla giornalista Mary Tota, hanno espresso il loro punto di vista e parlato del lavoro svolto, dedicando – questa è la nostra valutazione – una maggiore attenzione al già fatto piuttosto che al da farsi e quindi contraddicendo le premesse dell’iniziativa.
Al momento, senza entrare nel dettaglio dell’evento cui verrà dedicato un successivo approfondimento, ci preme portare all’attenzione dell’opinione pubblica quanto accaduto durante l’incontro del 19 settembre 2023 allorché ha preso la parola il prof. Gaetano Bucci, presente all’iniziativa a titolo personale.
Di seguito pubblichiamo in versione integrale il video dell’intervento del prof. Bucci, consentendo a ciascuno dei nostri lettori di valutare l’accaduto.

Il prof. Bucci, dopo un esordio in cui ha chiaramente evidenziato il clima ostile al suo intervento che si respirava in sala e di cui vi era già riverbero nei social, ha poi parlato della valenza dell’iniziativa che – a suo dire – non può essere rubricata quale “bilancio partecipato” per avviarsi alle conclusioni evidenziando le “incompatibilità etiche se non giuridiche” che minerebbero sin dall’inizio le basi dell’agire politico di questa Amministrazione. Il riferimento chiaro è stato alla presunta incompatibilità tra l’Assessore Felice Addario e il padre – Aldo Addario – Consigliere Comunale (argomento cui la nostra testata ha dedicato un approfondimento). A questo punto dell’intervento è successo il patatrac: un gruppo di persone non identificabili attraverso le riprese filmate ha iniziato a rumoreggiare, impedendo al prof. Bucci di continuare il suo discorso. Dopo che la moderatrice è riuscita a riportare l’ordine, il prof. Bucci ha ribadito che questi modi di cui si è avuto un chiaro esempio non argineranno la libera espressione del dissenso che si manifesta sui social.
Il prof. Bucci ha dichiarato inoltre di non essere disponibile alla “lapidazione”, preferendo semmai chiudere il suo discorso anzitempo, ma se di “lapidazione” si è trattato dobbiamo osservare che essa si è sviluppata anche sui social, dove la claque di De Benedittis ha continuato a dileggiare il prof. Bucci ricevendo anche l’esplicito consenso di alcuni componenti dell’esecutivo cittadino.
Nulla di nuovo a Corato: chi non si allinea al verbo che promana da Palazzo di Città, verbo che si incarna nell’attuale esecutivo, deve essere sminuito, offeso, intimorito e ridotto al silenzio. Ne fanno le spese i singoli, i gruppi e – soprattutto – le testate giornalistiche che vengono sottoposte al fuoco incrociato della delegittimazione (anche attraverso l’uso improprio delle querele: querele bavaglio?) e dell’isolamento provocato direttamente o indotto in maniera più sottile.
Questi sistemi rispetto a cui quanto accaduto al prof. Bucci costituisce un plastico esempio possono però intimorire alcune persone ma non altre, come soffi di vento possono essere utili cioè per spegnere una fiamma ma al contempo possono scatenare un incendio. Temiamo infatti che oramai la bomba sia deflagrata e che gli argini si siano rotti; non comprendiamo però come in questo clima si trovi a suo agio il Sindaco De Benedittis che in campagna elettorale ha fatto della pace, della nonviolenza e della mitezza le sue bandiere.
Il prof. Bucci, infatti, isolato dal resto dell’uditorio e aggredito con urla e schiamazzi, non ha trovato nel Sindaco che era presente all’incontro un interlocutore autorevole in grado di riportare l’ordine e inquadrare l’accaduto in una prospettiva di senso: De Benedittis ha taciuto, derubricando l’accaduto ad una gazzarra di poco conto e non tale da distrarlo dai suoi olimpici pensieri. Non vogliamo credere che il Sindaco abbia tratto piacere dal vedere il prof. Bucci, uno dei critici più accesi dell’attuale Amministrazione, ridotto a mal partito dalle grida di alcuni scalmanati, ma ci chiediamo: veramente possiamo continuare in queste condizioni inedite per la nostra Città e veramente qualcuno può credere – come lo stesso Sindaco ha affermato durante l’incontro del 19 settembre – che questo stato di cose possa durare non solo fino alla scadenza naturale della attuale consigliatura ma addirittura per i successivi cinque anni?

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Corrado e la comunicazione gentile https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-la-comunicazione-gentile/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-la-comunicazione-gentile/#respond Sun, 26 Mar 2023 05:24:00 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=24702 Negli ultimi 100 anni della Storia d’Italia possiamo distinguere tre periodi: dal 1922 al 1945 (il fascismo), dal 1946 al 1992 (la I Repubblica), dal 1993 ad oggi (la II Repubblica e le sue successive evoluzioni). Nel periodo centrale, durante la I Repubblica, i partiti di massa in un sistema basato sulle ideologie contrapposte hanno […]

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Negli ultimi 100 anni della Storia d’Italia possiamo distinguere tre periodi: dal 1922 al 1945 (il fascismo), dal 1946 al 1992 (la I Repubblica), dal 1993 ad oggi (la II Repubblica e le sue successive evoluzioni). Nel periodo centrale, durante la I Repubblica, i partiti di massa in un sistema basato sulle ideologie contrapposte hanno esercitato un forte controllo sui mezzi di comunicazione, controllo che però non ha impedito a voci dissonanti di emergere e farsi sentire: Bocca, Montanelli, Scalfari, Biagi… Il giornalista di quegli anni si considerava una voce critica e, anche se schierato, aveva sufficiente autonomia per esprimere il suo punto di vista. D’altro canto il finanziamento pubblico della stampa e dell’editoria, il contributo dei partiti, le sponsorizzazioni, la vendita dei giornali… consentivano agli editori una relativa tranquillità anche in presenza di equilibri di bilancio precari.

Nei due periodi estremi, il fascismo e la II Repubblica, accade invece che siano proprio gli uomini di comunicazione – il giornalista Mussolini e l’editore Berlusconi – a scendere in campo e a prendere il potere, mentre progressivamente la libertà di stampa si riduce, fino ad esaurirsi del tutto durante il ventennio. Diversi sono i modi utilizzati per costringere al silenzio le voci sgradite: la violenza squadrista durante il fascismo e lo strangolamento economico – finanziario nell’epoca attuale. Ai giorni nostri tutte le testate, anche i grandi marchi nazionali, hanno un bilancio fortemente compromesso, talvolta chiudono i battenti e cercano poi di ripartire, talaltra sono costrette a patti scellerati con il potere economico e politico, altre volte ancora si basano sul volontariato e la libera collaborazione dei giornalisti che lavorano senza compenso o con un compenso ridotto.
Corrado De Benedittis si muove nel contesto della II Repubblica (o come altro la vogliamo chiamare) ed ha difronte a sé l’esempio di quello che egli considera un grande maestro – Nichi Vendola – che sembra voler imitare passo passo. Nichi da Presidente della Regione Puglia nomina nel suo ufficio stampa una nipote di re Giorgio (Susanna Napolitano) e inizia a dare sesto a quello che diverrà un vero e proprio ufficio propaganda, anche Corrado appena insediato sceglie tre collaboratori tra le liste dei suoi sostenitori e struttura il suo ufficio di gabinetto con un impegno di risorse che nessun Sindaco aveva mai dispiegato in precedenza. La Regione Puglia finanzia ed elargisce contributi, anche il Comune con Corrado definisce una linea di finanziamento per coloro che fanno comunicazione ed in particolare per giornali e TV locali.
L’obiettivo di Corrado è essere come Nichi e pertanto egli si muove con disinvoltura attraverso i network parentali ed amicali che la coalizione mette a sua disposizione con l’intento di diffondere via etere la sua narrazione che – sempre senza contraddittorio – viene propinata urbi et orbi. Corrado vorrebbe tornare all’età dell’oro di quello che è stato il dominio di Vendola in Puglia, quando una stampa quasi del tutto asservita decantava le mirabili imprese del Presidente nascondendo polvere, cocci e materiali ingombranti sotto il tappeto. In tal senso il caso di scuola è rappresentato dalla Fiera del Levante, implosa negli anni passati e visibilmente decotta da tempo, ma della quale i cantori vendoliani continuavano a tessere le lodi anche quando i bambini che compravano lo zucchero filato avevano capito che era finita.
Eppure Corrado sta incontrando resistenza, non tutti si allineano e non tutte le testate locali si propongono per accettare i contributi elargiti in modo gentile dal Comune. A questo si aggiunga che alcuni consiglieri della sua stessa maggioranza sembrano alimentare un atteggiamento di fronda che sfocia in alcuni casi in contrapposizione frontale. Che sta succedendo? Corrado che pensava di tenere tutti buoni e contenti donando caramelle e lecca – lecca è spiazzato: non è il tempo della violenza squadrista, ha offerto soldi e gli rispondono picche, tende la mano e viene respinto… cosa dovrebbe fare il poveruomo? È nella natura delle cose che egli ricerchi e individui un’altra strada e che quindi rivolga la sua gentilezza a persone più sensibili.
Il Consigliere Nadia D’Introno dà notizia sui social che il Sindaco si sarebbe recato presso la Gazzetta del Mezzogiorno per chiedere una diversa attenzione verso la sua Amministrazione, tacitando o mettendo in sordina le voci critiche. Corrado De Benedittis non smentisce e non risponde ai quesiti posti da Il Quarto Potere. La Gazzetta del Mezzogiorno – osserviamo noi – non è stata tra i beneficiari dei contributi già elargiti dal Comune di Corato, lo sarà in futuro? Nell’immediato in ogni caso sempre la D’Introno riferisce che in data 18/03/2023 sarebbe stato modificato e diffuso sulla Gazzetta del Mezzogiorno un articolo a firma del giornalista Salvatore Vernice il quale disconoscerebbe addirittura il testo pubblicato a suo nome.
Il Quarto Potere, la testata da cui scriviamo, è poi oggetto di attenzioni più sottili.

Questo giornale – lo ricordiamo – non ha goduto per sua scelta del contributo comunale, volendo mantenere la sua linea editoriale libera da condizionamenti e possibili veline. Uno spirito maligno potrebbe suggerire a qualcuno dell’entourage del Sindaco un’idea che suona più o meno così: avviciniamo tutte le aziende che fanno pubblicità attraverso Il Quarto Potere e facciamo loro intendere che questo non è il momento della divisione ma dell’unione e che nella concordia tutti avranno da guadagnare godendo della benevolenza dell’Amministrazione. Il passaggio è appena accennato e in fondo si tratta sempre di rimanere gentili rivolgendo la gentilezza ad altri più propensi alla gratitudine ed emarginando chi non ricambia l’affetto. E’ andata così, potrebbe andare così, andrà così?

Ritornando al paragone con Nichi, al momento possiamo dire che proprio in materia di comunicazione e rapporto con la stampa si è squarciato il ricco paravento artatamente costruito mostrando Vendola per quello che è: alludiamo alla famosa telefonata con Archinà, responsabile delle relazioni esterne dell’ILVA, e a tutto quello che ne è seguito fino alla condanna in primo grado del beneamato Presidente. Accadrà lo stesso a Corrado ovvero sarà il rapporto con la stampa la buccia di banana su cui scivolerà il nostro Sindaco?

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Il giallo irrisolto della D’Introno, fuoriuscita e rientrata in maggioranza nel giro di 24h. Cosa risponde il Sindaco a quanto denunciato dalla consigliera? https://ilquartopotere.it/news/politica/il-giallo-irrisolto-della-dintrono-fuoriuscita-e-rientrata-in-maggioranza-nel-giro-di-24h-cosa-risponde-il-sindaco-a-quanto-denunciato-dalla-consigliera/ https://ilquartopotere.it/news/politica/il-giallo-irrisolto-della-dintrono-fuoriuscita-e-rientrata-in-maggioranza-nel-giro-di-24h-cosa-risponde-il-sindaco-a-quanto-denunciato-dalla-consigliera/#respond Mon, 20 Mar 2023 17:50:39 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=24606 Gli equilibri amministrativi sono variati improvvisamente? Non lo sappiamo con certezza, fatto sta che tra le giornate di sabato e domenica, la politica coratina ha vissuto ore di mistero. Abbiamo appreso attraverso un articolo a firma del giornalista Salvatore Vernice apparso sabato sulla Gazzetta del Mezzogiorno, avente come oggetto la vicenda ASIPU, che la consigliera […]

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Gli equilibri amministrativi sono variati improvvisamente?

Non lo sappiamo con certezza, fatto sta che tra le giornate di sabato e domenica, la politica coratina ha vissuto ore di mistero. Abbiamo appreso attraverso un articolo a firma del giornalista Salvatore Vernice apparso sabato sulla Gazzetta del Mezzogiorno, avente come oggetto la vicenda ASIPU, che la consigliera capogruppo Dem Avv. Nadia Gloria D’Introno non era più in compagine di governo, come riportato dal seguente inciso: “Nel consiglio comunale del 29 novembre scorso , le prime perplessità sugli affidamenti di lavori all’ASIPU, furono sollevati nell’assise comunale dalla capogruppo del PD, Nadia D’Introno, attualmente fuoriuscita dalla maggioranza.”

Di questo “piccolo!” dettaglio, erano all’oscuro sia la consigliera sia l’autore della notizia, il su citato giornalista Vernice. È stata proprio la ormai “EX” capogruppo democratica a notiziare la cittadinanza tramite un lungo post apparso sul profilo personale facebook, in cui ha spiegato che:
“Apprendo di essere “fuori uscita dalla maggioranza. Apprendo che di questa notizia non ne era a conoscenza persino il giornalista Salvatore Vernice che ha firmato l’articolo, adeguatamente integrato prima della pubblicazione. Apprendo che recentemente il Sindaco ha lamentato con i vertici della Gazzetta del mezzogiorno l’eccessivo spazio che il quotidiano riserverebbe alle mie dichiarazioni. Apprendo che avrebbe altresì lamentato titolo e contenuto di alcuni articoli, nonostante la Gazzetta dia SEMPRE SPAZIO a più voci in maniera equa. Che dire….Invito il Sindaco a rivedere la sua scaletta delle priorità, ad essere più presente a Corato, anziché a Bari, e a preoccuparsi unicamente del buon governo della città, soprattutto in un periodo storico così critico come questo. Anche perché questi tentativi patetici di zittirmi sono del tutto inutili.”
Intanto sul numero di ieri (domenica) della Gazzetta, è apparso un trafiletto di rettifica dell’articolo “incriminato”, in cui si liquida genericamente la “querelle D’introno” con la definizione di “affermazione inesatta”.

Per cercare di far luce sull’enigma che ha mandato in tilt per un intero giorno la geometria politica coratina e cercare di capire come realmente siano andati i fatti, la redazione de Il quartopotere ha contattato direttamente l’inconsapevole protagonista dell’incresciosa vicenda, la capogruppo pd che racconta:
“Nei giorni scorsi sono stata contattata dal giornalista Vernice il quale mi chiedeva di rilasciare dichiarazioni sulla questione “ASIPU-ANAC”. Sabato, leggendo il suo articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno, noto di essere stata collocata all’opposizione a mia insaputa. Ho chiesto immediatamente spiegazioni ma, a quanto pare, il giornalista per primo era all’oscuro di tutto. Al contempo ho appreso che il Sindaco nei giorni scorsi aveva lamentato in redazione il troppo spazio che il quotidiano riserverebbe alle mie dichiarazioni. Una vicenda che mi ha sicuramente ferita, ma non sono sorpresa: non è la prima volta, infatti, che il sindaco tenta di zittirmi e di allontanarmi dalla maggioranza, lo ha fatto addirittura in Consiglio Comunale. E tutto questo perché? Perché pongo domande, perché chiedo a gran voce il rispetto del programma elettorale, perché punto il dito contro operazioni poco limpide e di dubbia legalità. Immagino che questo trattamento non lo avrei ricevuto se fossi stata una consigliera più silenziosa.”

L’amara considerazione della consigliera la quale nelle giornate precedenti ha ricevuto svariate attestazioni di stima e la piena solidarietà di moltissimi, tra cui i giovani democratici che hanno immediatamente fatto quadrato attorno alla loro rappresentante tramite un comunicato stampa, non serve certamente a fugare l’opacità che si cela attorno a questa inspiegabile circostanza. Le accuse mosse dalla D’Introno, riguardanti la presunta pesantissima ingerenza del Sindaco negli affari di redazione della Gazzetta, se fossero dimostrate, sarebbero gravissime. Ancora più grave del presunto “bavaglio” imposto ai danni della consigliera, è il fatto che nessuno dei protagonisti coinvolti abbia rilasciato chiarimenti e/o dichiarazioni di smentita o conferma di quanto esplicitato dalla capogruppo.
Di sicuro tuttavia, possiamo affermare con certezza (tralasciando come ultimo in ordine di tempo “L’Affaire Gazzetta del Mezzogiorno”) che i rapporti dell’amministrazione De Benedittis con la stampa libera e con la cittadinanza dissenziente, non sono mai stati floridi e lineari fin da principio legislatura. Ricordiamo molto spesso (e questi sono dati di fatto) le doglianze di buona parte della cittadinanza che ha da sempre denunciato di essere stata addirittura “bloccata” sui social dal primo cittadino, oppure le frequentissime ingerenze virtuali di consiglieri e assessori che bacchettavano stampa (in particolare questa testata) e cittadini, exploit ripetutisi diverse volte anche in sede consiliare. La vistosa e manifesta intolleranza della maggioranza e degli annessi supporter dell’amministrazione alla libertà di stampa e di espressione, risulta essere veramente paradossale, in quanto i rappresentanti istituzionali e i loro fedelissimi, si sono sempre fatti- a loro detta naturalmente- portatori di valori democratici, progressisti e antifascisti, vessilli ideologici che non trovano un reale riscontro nel comportamento altamente intollerante alle critiche tenuto fino ad oggi. Auspichiamo quindi in ultima analisi, lanciando l’ennesimo appello all’amministrazione, che gli attori istituzionali, d’ora in poi tentino concretamente di incarnare istanze democratiche e di trasparenza, rispettando davvero le critiche di opposizione e cittadinanza, in virtù di un sano esercizio della democrazia che non sia solamente di facciata e di interesse.

Come da tradizione, essendo Ilquartopotere.it una testata imparziale e pluralistica che offre spazio e diritto di replica indistintamente, abbiamo cercato di capire quale fosse la posizione del Sindaco De Benedittis inerente la vicenda, per cui ieri per tramite della sua portavoce gli abbiamo chiesto quale fosse la sua risposta relativamente a quanto denunciato mezzo social dalla consigliera D’Introno ma ad ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

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Riflessioni su politica, dissenso e diritto di critica: un tema su cui il nuovo Sindaco e i suoi aficionados devono proprio correggere il tiro https://ilquartopotere.it/news/politica/riflessioni-su-politica-dissenso-e-diritto-di-critica-un-tema-su-cui-il-nuovo-sindaco-e-i-suoi-aficionados-devono-proprio-correggere-il-tiro/ https://ilquartopotere.it/news/politica/riflessioni-su-politica-dissenso-e-diritto-di-critica-un-tema-su-cui-il-nuovo-sindaco-e-i-suoi-aficionados-devono-proprio-correggere-il-tiro/#respond Thu, 03 Jun 2021 16:30:40 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12010 A cura di Francesco Stolfa Nei primi mesi di vita di questa nuova amministrazione comunale, che ormai è in funzione da ottobre 2020, a parte ogni altra questione, è emerso, con una certa evidenza, un problema che mi preme segnalare perché lo ritengo di vitale importanza per la nuova maggioranza e per l’intera Città. La […]

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A cura di Francesco Stolfa

Nei primi mesi di vita di questa nuova amministrazione comunale, che ormai è in funzione da ottobre 2020, a parte ogni altra questione, è emerso, con una certa evidenza, un problema che mi preme segnalare perché lo ritengo di vitale importanza per la nuova maggioranza e per l’intera Città.

La nuova classe dirigente che ha assunto la guida del nostro Comune è sostanzialmente costituita dai due gruppi politici che, nella prima tornata elettorale del 2019, quella che portò alla effimera vittoria del Centrodestra e alla elezione di Pasquale D’Introno, sostenevano Corrado, ossia: Rimettiamo in Moto la Città e DEMOS (Democrazia Solidale). Le altre formazioni politiche che si sono aggiunte nella tornata elettorale del 2020, conclusasi con la vittoria netta del Centrosinistra, cioè il PD, Italia in Comune e Italia Viva, sono oggi sostanzialmente silenti e si limitano a un ruolo di comprimari. Questo elemento va sottolineato perchè influisce in modo rilevante sulla qualità (non solo dell’azione amministrativa, ma anche) del dibattito politico che ogni giorno si svolge sui vari mezzi di comunicazione.
Man mano che passa il tempo stanno emergendo, come è naturale, varie voci critiche verso la nuova maggioranza le quali evidenziano lacune, ritardi, difetti della quotidiana azione amministrativa. Vi sono giornalisti che scrivono sulle rispettive testate e comuni cittadini che espongono le proprie posizioni sui social network, magari rispondendo ai post di Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali. Si tratta, come è evidente, di normale dialettica politica e del normalissimo ruolo critico proprio della stampa libera e della cittadinanza attiva. I nuovi amministratori, però, o alcuni loro stretti sostenitori, reagiscono molto spesso in modo scomposto alle critiche manifestando in questo una notevole dote di impreparazione e, direi anche di ingenuità politica.
Tutti i politici navigati sanno, infatti, che le critiche non si pesano né si valutano. Ad esse si risponde nel merito e basta. E invece qui da noi fioccano affermazioni lapidarie o veri e propri approfondimenti in cui ci si dilunga a valutare l’opportunità della singola critica, se essa debba ritenersi prematura o preconcetta o poco costruttiva, ecc.. Questo ovviamente per limitare il discorso alle sole risposte decenti e non parlare, invece, delle vere e proprie aggressioni verbali, condite anche di offese, che pure si sono frequentemente verificate, ma solo da parte di alcuni ben individuati soggetti.
Non ci si rende conto che, in questo modo, si mina uno dei diritti fondamentali della Persona umana e soprattutto del Cittadino e, a maggior ragione, del Giornalista, nei confronti dei propri amministratori. Sul tema dovette intervenire, a suo tempo, proprio il Sindaco nel corso di un consiglio comunale. In quell’occasione, egli riconobbe che la stampa svolge il suo naturale ruolo critico e che esso va comunque rispettato. A questa affermazione di principio non sono seguiti, però, comportamenti coerenti, neanche da parte del primo cittadino il quale, da un certo momento in poi, ha preso anche lui a lamentarsi delle troppe critiche ricevute. I suoi stretti sodali non perdono poi occasione per attaccare duramente chiunque osi esprimere una voce critica su qualsiasi tema. Gli esempi potrebbero essere tanti ma non è il caso di elencarli perché sono sotto gli occhi di tutti.
Le cause di un simile ingenuo e, per certi versi, inedito comportamento della nuova classe dirigente coratina sono proprio nella sua genesi, poiché i due gruppi politici legati al nuovo Sindaco sono sorti e si sono compattati sulla base di una adesione di tipo fideistico alla sua persona. E ciò porta ovviamente a ritenere come “infedeli” da osteggiare, se non da combattere, tutti coloro che a quella fede non abbiano aderito. A tutti questi “fedeli” appare del tutto naturale sostenere l’operato dell’amministrazione non perché sia corretto o risponda ai canoni della buona gestione ma semplicemente perché lo attuano i propri beniamini. Ad essere benevoli, si può paragonare questo modo di fare politica alla fede calcistica per la squadra del cuore.
Ma la Politica è un’altra cosa.
Siamo costretti quindi a rimarcare che, in un Paese democratico, il diritto al dissenso e quello di critica sono riconosciuti a tutti in modo incondizionato e nessuno può sognarsi di valutare se una critica sia eccessiva o espressa in modo troppo duro o poco costruttiva, tantomeno possono farlo i pubblici amministratori. Tutti i cittadini, anzi tutte le persone, hanno l’indiscutibile diritto di criticare l’amministrazione anche in modo perentorio, anche senza accompagnare la critica con proposte, e senza neanche dover aspettare quelli che, secondo i criticati, sarebbero i tempi congrui da concedere ai nuovi amministratori. Insomma, le critiche non si pesano né si valutano e ogni accusa volta a sostenere che esse non sono fatte col giusto tono o col giusto garbo appare palesemente pelosa: alle critiche, ripeto, si risponde nel merito e basta. È una regola talmente elementare della democrazia, valevole soprattutto per i pubblici amministratori, che su di essa non conviene soffermarsi oltre. E il fatto che qualcuno non se ne sia attenuto denota semplicemente un grave deficit di esperienza ma anche, sia consentito rilevarlo, di cultura politica.
La cosa diventa, però, particolarmente grave quando coinvolge la stampa perché allora la cosa non assume più i tratti di un comportamento inopportuno o politicamente errato bensì il sapore amaro di una vera e propria censura antidemocratica. Le critiche rivolte ad alcune testate giornalistiche di essere troppo “schierate” o “ostili”, i velati inviti a non avvalersi più di determinate firme, la scomparsa improvvisa di una trasmissione televisiva dal palinsesto di una tv locale dopo il taglio di una frase del conduttore che criticava (peraltro con estremo garbo) l’amministrazione, sono apparsi episodi davvero inopportuni. Spero che anch’essi siano frutto di ingenuità e inesperienza ma confido che il primo cittadino abbia tutti gli strumenti culturali per rendersi conto della loro assoluta inopportunità.
Insomma, indipendentemente da ogni valutazione sull’operato della nuova amministrazione, su questo versante, si impone davvero un immediato e radicale cambio di rotta e di stile. Pena la lesione irreparabile della sua immagine.

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La nostra libera informazione non a tutti è gradita https://ilquartopotere.it/editoriale/la-nostra-libera-informazione-non-a-tutti-e-gradita/ https://ilquartopotere.it/editoriale/la-nostra-libera-informazione-non-a-tutti-e-gradita/#respond Tue, 21 May 2019 18:02:47 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=1397 Che tra i candidati del centrosinistra non corresse buon sangue lo si sapeva ma che i toni fossero così accesi ha lasciato anche noi sbigottiti e soprattutto preoccupati. Vi chiederete e voi cosa c’entrate? Infatti noi cosa c’entriamo? Cercheremo di spiegare ai nostri lettori la dinamica dell’accaduto. Domenica scorsa in tarda serata a conclusione dei […]

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Che tra i candidati del centrosinistra non corresse buon sangue lo si sapeva ma che i toni fossero così accesi ha lasciato anche noi sbigottiti e soprattutto preoccupati.

Vi chiederete e voi cosa c’entrate? Infatti noi cosa c’entriamo? Cercheremo di spiegare ai nostri lettori la dinamica dell’accaduto.

Domenica scorsa in tarda serata a conclusione dei vari comizi tenutisi nelle piazze, il direttore editoriale Michele Varesano de Il Quarto Potere insieme a sua moglie facente parte della redazione si è ritrovato in una situazione a dir poco spiacevole che ha destato molta perplessità e indignazione.

Secondo il racconto del nostro direttore, durante una passeggiata per le vie del centro, aveva incontrato il candidato sindaco Paolo Loizzo e dopo essersi scambiati i saluti continuavano insieme un tratto di strada in compagnia delle loro mogli parlando del più e del meno fino a ritrovarsi casualmente davanti al comitato del candidato sindaco Bovino.

Fuori dal comitato di Bovino erano presenti candidati delle sue liste, parenti e amici, il direttore Varesano salutava i presenti ed essendo a conoscenza, come da cronaca politica, di un clima non certo sereno chiedeva ai due candidati sindaco in modo provocatorio di raggiungere un accordo dell’ultima ora per poterne fare uno scoop per la propria testata giornalistica.

Non l’avesse mai fatto, i due, seppur garbatamente, non se le sono certo mandate a dire ma a quel punto onde evitare che la situazione precipitasse il direttore e Loizzo si sono allontanati e salutati per proseguire separatamente.

E qui viene il bello anche se di bello ce n’è veramente poco.

Iniziano una serie di rimproveri nei confronti del direttore da parte di alcuni candidati sostenitori di Bovino, uno dei quali fratello del candidato sindaco, a disapprovazione del suo modo, a loro dire, di lanciare provocazioni, “giornalistiche” a nostro dire legittime, che piaccia o no.

I toni si fanno alti nonostante il direttore cerchi di soprassedere finché uno di loro dice:< direttore tu non devi fare queste cose che poi ti accendono l’auto (tutto questo in dialetto coratino)>.

Inizialmente sembrava quasi uno scherzo (anche se di cattivo gusto) tanto che il direttore stando al gioco, per così dire, diceva a Bovino che in qualità di pubblico ufficiale era testimone di quello che riferiva il suo sostenitore ma questi non si fermava, anzi con rabbia e veemenza, ripeteva più volte in modo sempre più serioso: <Che poi ti bruciano l’auto>.

Tale affermazione provocava la reazione della moglie del direttore che invitava il signore ad evitare simili imprecazioni, facendogli notare che quanto stesse dicendo era di una gravità assoluta considerando che solo dieci giorni fa si era consumato un vile gesto nei loro confronti (per l’appunto l’incendio dell’auto) e che quindi la sua esternazione era totalmente fuori luogo e troppo eccessiva per le circostanze, quasi a legittimare l’atto criminoso, quale normale conseguenza di un eventuale disapprovazione da parte di qualcuno sul nostro modo di fare informazione.

Forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

Diciamo che qualche nostro articolo non era stato particolarmente condiviso da questa coalizione e probabilmente ad alcuni era rimasto un “piccolo” risentimento emerso in quel contesto.

Per dovere di cronaca il candidato sindaco Vito Bovino e alcuni esponenti del PD presenti al momento si dissociavano dai loro colleghi sostenitori autori di tale episodio.

Mettiamo in chiaro che noi non siamo schierati con nessuno, ma ci limitiamo a raccontare i fatti, a fare delle analisi oggettive su argomenti di varia natura senza personalismi, non giudichiamo, non accusiamo, non offendiamo, riportiamo la verità dei fatti dando diritto di replica a chi sostiene il contrario.

Questi signori devono sapere che nel momento in cui decidono di candidarsi sono sotto la lente di ingrandimento dell’opinione pubblica e soprattutto degli organi di informazione che ripetiamo si limitano a fare cronaca senza pregiudizi.

Noi almeno questo facciamo.

Prendiamo atto che la nostra linea editoriale non a tutti e soprattutto ad alcune figure politiche è gradita, ci dispiace per loro ma prima o poi se ne dovranno fare una ragione.

Non a caso la nostra redazione ha deciso e lo ribadiamo di non offrire spazi di propaganda elettorale a pagamento al fine di evitare qualsiasi forma di condizionamento che possa influire sulla nostra libera informazione.

 

 

 

 

 

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Giornata mondiale della libertà di stampa: passi indietro in Italia tra tagli e bavagli https://ilquartopotere.it/editoriale/giornata-mondiale-della-liberta-di-stampa-passi-indietro-in-italia-tra-tagli-e-bavagli/ https://ilquartopotere.it/editoriale/giornata-mondiale-della-liberta-di-stampa-passi-indietro-in-italia-tra-tagli-e-bavagli/#respond Mon, 06 May 2019 06:16:42 +0000 http://www.ilquartopotere.it/?p=1318 di Vincenzo Rutigliano Nel  2018, in tutto il mondo, 88 giornalisti sono stati uccisi, 250 imprigionati di cui 130 in Turchia e 61 sono stati sottoposti a sparizione forzata. Sono questi i numeri che documentano l’urgenza di combattere i tagli ed i bavagli che si vogliono porre alla libertà di informazione anche in Europa e […]

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di Vincenzo Rutigliano

Nel  2018, in tutto il mondo, 88 giornalisti sono stati uccisi, 250 imprigionati di cui 130 in Turchia e 61 sono stati sottoposti a sparizione forzata.

Sono questi i numeri che documentano l’urgenza di combattere i tagli ed i bavagli che si vogliono porre alla libertà di informazione anche in Europa e in Italia.

“Quando si tagliano le voci delle differenze, penso a Radio Radicale e alle emittenti locali, all’Avvenire e al Manifesto, si prende – ha detto il Presidente  nazionale del sindacato  dei giornalisti italiani, Giuseppe Giulietti, durante il sit-in organizzato in piazza Santi Apostoli a Roma in occasione, il 3 maggio,  della XXVI Giornata mondiale della libertà di stampa –  una strada al termine della quale sono messe in discussione le libertà di tutti i cittadini».

«Nel mondo i giornalisti continuano a morire per onorare il diritto-dovere di informare.

I cronisti vengono aggrediti, minacciati, intimiditi e ogni minaccia, ogni atto ostile nei confronti di un giornalista è un attacco al diritto dei cittadini ad essere informati», ha ricordato Giulietti. «Sul fronte della libertà dei giornalisti l’Italia sta facendo tanti passi indietro.

Non è un bel vedere la classifica internazionale sulla libertà di stampa e nemmeno la relazione del Consiglio d’Europa, diffusa ieri, nella quale la situazione italiana viene ‘attenzionata’ come quella dell’Ungheria e della Russia.

Paesi nei quali viene negata la libertà di informazione.

Noi in Italia non ci rassegniamo a questo destino e cercheremo di contrastare tutti coloro che ritengono che in questo Paese si possano introdurre tagli all’informazione a colpi di provvedimenti», ha aggiunto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso. «Noi non ci rassegniamo a coloro che a parole dicono di contrastare i tanti bavagli che esistono in questo Paese, ma di fatto non fanno nulla in Parlamento.

Non è successo niente nella passata legislatura e non sta succedendo niente in questa.

Non rinunceremo a portare le nostre proposte al tavolo aperto con il governo e lo faremo anche con l’iniziativa pubblica del 14 maggio al teatro Adriano, dove si riuniranno il Consiglio nazionale della Fnsi, la conferenza nazionale del Cdr e tutti coloro che hanno a cuore la libertà di informazione, senza la quale non c’è democrazia», ha ribadito Lorusso.

Al sit in hanno partecipato anche giornalisti stranieri, fra cui lo slovacco Jan Krempasky, il maltese Manuel Delia, l’italo-siriana Asmae Dachan, la ricercatrice turca dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Fazila Mat, e di alcune testate italiane a rischio. «È importante dare voce ai colleghi della Siria che non hanno la possibilità di esprimersi. In Siria – ha detto Asmae Dachan – manca la libertà di stampa, sono 50 anni che conviviamo con un regime.

Oltre 600 colleghi morti negli ultimi 8 anni di guerra, di cui 50 deceduti in stato di detenzione sotto tortura». «Nel mio Paese – ha raccontato Fazila Mat – ci sono quotidiane difficoltà per i giornalisti.

Nove reti televisive su 10 sono in mano al governo e i giornali ancora indipendenti portano avanti il loro lavoro con molta difficoltà.

Ogni giorno molti colleghi vengono accusati di aver violato una legge, due sono stati condannati all’ergastolo.

Sappiamo benissimo che tutto questo ha il solo scopo di mettere a tacere le voci dell’opposizione, ma ci sono ancora giornalisti coraggiosi che continuano a fare il loro dovere».

Jan Krempasky ha ricordato Jan Kuciak e ha parlato del progetto di giornalismo investigativo che ha ripreso e rilanciato le sue inchieste dopo l’omicidio del reporter slovacco e della sua fidanzata.

Manuel Delia ha tratteggiato la situazione della libertà di stampa a Malta dopo la morte di Daphne Caruana Galizia. Daniel Caceres è intervenuto sulla situazione in Venezuela.

Assostampa Puglia-Circolo della Stampa della Bat “San Francesco di Sales”

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