Campagna elettorale Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/campagna-elettorale/ Le notizie sotto un'altra luce Sun, 16 Jul 2023 05:19:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Campagna elettorale Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/campagna-elettorale/ 32 32 Corrado, la musica è finita, gli amici se ne vanno https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-la-musica-e-finita-gli-amici-se-ne-vanno/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-la-musica-e-finita-gli-amici-se-ne-vanno/#respond Sun, 16 Jul 2023 05:19:22 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=26932 Il burocratico ingegno che presiede il Consiglio Comunale ha posto come ultimo punto all’ordine del giorno dell’adunanza del 7 luglio scorso il tema più controverso: “Approvazione della Convenzione relativa al Permesso di Costruire Convenzionato inerente l’area in Zona “B2” – Fg. 22 P.lla 1255”. Si tratta di un tema molto tecnico in cui però, al […]

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Il burocratico ingegno che presiede il Consiglio Comunale ha posto come ultimo punto all’ordine del giorno dell’adunanza del 7 luglio scorso il tema più controverso: “Approvazione della Convenzione relativa al Permesso di Costruire Convenzionato inerente l’area in Zona “B2” – Fg. 22 P.lla 1255”. Si tratta di un tema molto tecnico in cui però, al di là del merito, sono emerse chiare divergenze all’interno della maggioranza. Quest’ultima, infatti, ha approvato il punto con 12 voti a favore, conseguendo l’ennesima “vittoria di pirlo” (nessun riferimento al famoso re dell’Epiro), ma mostrando urbi et orbi le sue divisioni interne.

In sostanza Salvatore Mascoli (Gruppo Misto) era assente, Nadia D’Introno (PD) dopo il suo intervento ha abbandonato l’aula, Michele Arsale (Rimettiamo in moto della Città), presidente della Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici, dopo aver cercato in un lungo intervento non sempre lineare di salvare capra, cavoli, barca, barcarolo… alla fine parimenti ha abbandonato l’aula mentre lo stesso Aldo Addario (partito omesso) si è astenuto.
Qualcuno – non sappiamo bene chi e perché – ha forzato la mano, presentando in Consiglio il punto in questione già discusso più volte in Commissione dove aveva già ricevuto ogni volta una sostanziale bocciatura. In Consiglio il punto è passato, ma a quale costo?
Alle 04:00 (orario notturno) del giorno 8 luglio 2023 Corrado è apparso solo, abbarbicato alle sue liste civiche, in un’aula deserta e senza la presenza dell’opposizione, a sottolineare da un lato l’autoreferenzialità di quel che restava della maggioranza e dall’altra – purtroppo – a far risaltare l’assenza di un progetto alternativo che si ponga in campo aperto e dia a tutti noi la speranza di un futuro diverso.
Siamo costretti ad ammettere di aver provato in quel momento – al termine del Consiglio Comunale – un misto di tenerezza e di compassione per il nostro Sindaco: la situazione che si è verificata in quella lunga notte crediamo sia il motivo che vedremo ripetuto più volte da qui alla fine della Consigliatura. Il passato è passato, al presente pensano in pochi mentre tutti gli sforzi sono puntati al futuro. C’è chi consiglia a Corrado di azzerare la Giunta per coinvolgere alcune personalità di riferimento del Centrosinistra e ricompattare lo schieramento, c’è chi dice a Corrado di tenere duro perché sta spuntando l’alba del radioso giorno, c’è chi lo elogia in modo interessato, c’è chi lo incensa senza pagare le spese dell’incenso, c’è chi lo critica aspramente e – soprattutto – c’è chi si fa i fatti propri e inizia a contare i voti a fior di labbra e sulla punta della dita per capire come smarcarsi prima che venga giù tutto.
Diciamolo chiaro: il Centrodestra è ancora al buio, mentre sembrano prendere maggiore consistenza ipotesi basate sulla costituzione di un campo largo con parti di Centrosinistra, liste civiche e componenti del Centro. In altri termini, in considerazione delle profonde divisioni che minano ancora lo schieramento di Centrodestra, gli avversari di Corrado nelle amministrative non lontane sembrerebbero venire proprio dalla parte che lo ha sostenuto nel 2020, inducendo una riflessione profonda in tutti coloro che sono ancora con Corrado ma, avendo capito che a breve calerà il sipario, vorrebbero salire su un altro carro e ripresentarsi come il “nuovo che avanza”. E’ dolce l’uva.
La situazione del resto è chiara a tutti tranne che forse proprio agli strateghi più vicini a Corrado. Il Sindaco può contare su uno zoccolo duro, altri consensi potranno essere raccolti da qui alla fine della Consigliatura utilizzando in modo appropriato prebende e patrocini, ma – e su questo concordano tutti – la CAP non è in condizione di fare alcuna alleanza, avendo in aggiunta perso parecchi pezzi. Quale Partito o Movimento, infatti, si siederà mai con Corrado e il suo stato maggiore per discutere delle prossime amministrative? Dopo il trattamento riservato a Vito Bovino e ai suoi, dopo le tante “zite di Ceglie” disseminate qua e là, che credibilità politica ha il progetto di Corrado? Senza alleanze e senza voto d’opinione (le migliaia di voti disgiunti del 2020!) Corrado potrà fare al massimo il Consigliere Comunale nella prossima tornata: la “rivoluzione” finisce qui.
Pertanto, sono state avviate da alcuni “corradiani della prima ora” le trattative ellittiche, i discorsi sussurrati, le frasi dette a nuora perché suocera intenda con l’obiettivo di sondare, capire, ricercare chi – avendo cartucce da sparare – se la senta di proporsi per dare nuovamente a Cesare quel che è di Cesare non potendo certo fare a meno di chi ha maturato esperienza in questa Consigliatura di così alto profilo. I volenterosi, già pronti a trasferirsi in altri lidi con armi e bagagli, hanno quindi dato corso agli incontri al soglio di presidenti delle associazioni, imprenditori, alti ufficiali in pensione, dirigenti pubblici… limitandosi per il momento a far balenare delle ipotesi, comprendere le intenzioni dell’interlocutore, valutarne intenzioni e “capacità di riconoscenza”, mettere a disposizione i propri servigi.
Povero Corrado! Quando ritirerà le reti che ha gettato temiamo possa trovare nelle maglie solo qualche canocchia (cicala di mare).

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Cosa c’è dietro il conflitto in corso fra la CAP e il PD? https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/ https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/#comments Wed, 04 Jan 2023 06:32:23 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=23022 Storia completa e analisi politica del confronto/scontro che ha acceso tutti gli ultimi consigli comunali In tutti gli ultimi consigli comunali i coratini stanno assistendo a un confronto molto aspro che contrappone la maggioranza, o quel che ne rimane, e la capogruppo del partito democratico, avv. Nadia D’Introno, che pure – almeno formalmente – non […]

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Storia completa e analisi politica del confronto/scontro che ha acceso tutti gli ultimi consigli comunali

In tutti gli ultimi consigli comunali i coratini stanno assistendo a un confronto molto aspro che contrappone la maggioranza, o quel che ne rimane, e la capogruppo del partito democratico, avv. Nadia D’Introno, che pure – almeno formalmente – non ha ancora ritirato il proprio appoggio a De Benedittis. Anche a causa di questo confronto, che spesso assume i toni del vero e proprio scontro, le sedute consiliari stanno prendendo tempi biblici; echi delle relative polemiche emergono, poi, dopo ogni riunione, anche sui social, protraendosi per giorni, conditi talvolta da scambi di duri comunicati. Impallidisce, rispetto a tutto ciò, anche la normale dialettica con le minoranze, il cui ruolo appare ormai meno incisivo di quello della D’Introno, che peraltro si presenta a tutti i consigli molto preparata e combattiva.
Che cosa sta succedendo, quindi, fra il Pd e la maggioranza che governa la città? Da dove nasce questo contrasto e come mai non sfocia ancora in un definitivo ritiro dell’appoggio politico amministrativo da parte del partito più importante della coalizione?

Gli antecedenti: a) la campagna elettorale
Per dare una risposta a questi interrogativi, la storia bisogna però raccontarla dall’inizio, partendo da quello che è successo durante l’ultima campagna elettorale. Si ricorderà che allora il PD rimase a lungo incerto fra i candidati Bovino e De Benedittis: fu infatti l’ultimo partito ad aderire alla CAP 70033, come si chiama la coalizione di Corrado e che poi risultò vincente. Ebbene, gli osservatori più attenti ricorderanno che -stranamente – l’attuale sindaco non fece quasi nulla per ottenere quell’appoggio. Fu soprattutto il piccolo gruppo di Italia Viva che si adoperò in tal senso, incontrando direttamente e di sua sola iniziativa la delegazione PD; in quell’incontro, che si svolse nella sede dei renziani subito prima che scattasse il lockdown, Corrado non era neanche presente. Quell’appoggio Corrado, dunque, non lo ha mai veramente ed esplicitamente richiesto e fu Italia Viva ad insistere, consapevole dell’importanza politica che avrebbe assunto l’appoggio del maggior partito di centrosinistra; anche nella speranza, poi risultata vana, che ciò potesse ricompattare l’intero schieramento alternativo alla destra (con la desistenza di Bovino). Di fatto l’appoggio del PD ha reso vincente la proposta politica di Corrado che, prima, era sostenuto solo da una piccola coalizione di liste civiche che nel 2019 aveva ottenuto circa 4000 senza neanche arrivare al ballottaggio e che, quindi, anche nel 2020, avrebbe avuto poche speranze di vittoria; perché era evidente che i coratini non si “fidavano” di quei due gruppetti di candidati inediti e inesperti. L’ingresso del PD nella coalizione le conferiva indubbiamente credibilità, caratterizzandola chiaramente sul piano politico e rendendola affidabile sul piano amministrativo. Insomma, nella seconda tornata elettorale del 2020 l’appoggio del Pd, col suo patrimonio di esperienza amministrativa, unitamente ai gruppi di qualificati professionisti legati a Italia in Comune e a Italia Viva, conferivano alla coalizione la necessaria affidabilità che le era mancata nel 2019.
E i coratini si sono, infatti, fidati e affidati non certo al “cerchio magico” iniziale, bensì a questa nuova coalizione. Nel ballottaggio, poi, l’apporto leale e massiccio di Bovino è stato determinante per ottenere una vittoria che sembrava storica.
Il PD ha dato un apporto importante e decisivo a questa vittoria, anche dal punto di vista quantitativo, ottenendo ben 4 seggi in consiglio comunale (il gruppo più consistente a parimerito), e risultando quindi – in quanto partito di livello nazionale ben collegato alla Regione e alla Città Metropolitana – come il vero perno politico della coalizione .
È proprio questo che il neo-sindaco non ha mai accettato.

b) la vittoria, la formazione della giunta e l’avvio dell’attività di governo
Le prime avvisaglie di questa diffidenza/ostilità di Corrado & C verso il PD erano già emerse chiaramente nelle ultime fasi della campagna elettorale nella cui gestione il cerchio magico del candidato sindaco non ha mai ammesso interferenze (si pensi al programma elettorale deciso solo da loro). Infine, l’episodio più significativo, si verificò in occasione del comizio di chiusura. Il segretario del PD era riuscito ad ottenere un comizio “spettacolare” con la presenza, nientemeno, del Segretario nazionale Zingaretti, del Governatore Emiliano e di due ministri (Boccia e Provenzano). Ma, quando annunciò trionfante questo “colpo”, viene gelato dai maggiorenti della CAP che non volevano a Corato tutto quel parterre. Era apparentemente una follia, perché in una competizione elettorale così incerta, un comizio finale scoppiettante poteva risultare determinante. Il sottoscritto, nel corso di una riunione infuocata svoltasi nell’ex cinema Elia, dovette alzare la voce e battere i pugni sul tavolo e alla fine il comizio si fece (e fu effettivamente determinante sul risultato). Ma, ciò che più conta ai nostri fini, è la motivazione che, sia pure a mezza bocca, in quell’occasione fu data per tentare di impedire il comizio: si voleva evitare di caratterizzare eccessivamente la CAP in senso “partitico”; in altre parole, non si voleva riconoscere centralità politica al PD; si volevano i suoi voti, la sua copertura politica ed esperienziale, ma non gli si voleva riconoscere alcuna reale influenza né sulla linea né sulla caratterizzazione politica della coalizione.
L’atteggiamento di Corrado, appena eletto, confermò ulteriormente questa sua tendenza: la scelta di escludere totalmente, anzi umiliare, l’alleato Bovino fu decisa in solitaria dal sindaco pur sapendo che ciò avrebbe messo in difficoltà il PD; la nomina della giunta fu fatta senza ascoltare minimamente quel partito, sostanzialmente imponendogli anche i due assessori che formalmente erano in sua quota; le riunioni di maggioranza si limitavano a ratificare decisioni già dettagliatamente adottate altrove e, guarda caso, erano quasi sempre convocate di mercoledì, quando si sapeva che il segretario PD era di turno in ospedale; la scelta del segretario comunale e tutte le prime decisioni e nomine organizzative furono fatte senza che quel partito (né gli altri diversi dalle liste civiche, alias cerchio magico) avesse alcuna voce in capitolo.
Insomma, da quel momento si pose in essere una sistematica esclusione dalle decisioni di chiunque non facesse parte dello stretto entourage del sindaco: anche la giunta si è sempre, sostanzialmente limitata a ratificare.
Il culmine, però, si è raggiunto dopo circa un anno, quando l’assessora Bucci, in quota PD, è stata sconfessata dal suo partito; ma il sindaco ha fatto orecchio da mercante mantenendola in carica, rinnovandole pubblicamente la sua fiducia e umiliando, così, clamorosamente quello che sulla carta era il partner più importante della sua colazione.

La demolizione del gruppo consiliare PD.
Nel frattempo, si avviava anche una vera e propria “campagna acquisti” nei confronti dei consiglieri PD che, uno ad uno, sono stati indotti a rendersi indipendenti passando al gruppo misto. Che in questa operazione trasformistica ci fosse lo zampino del sindaco è evidente considerando due elementi: 1) i consiglieri ex PD, una volta passati al gruppo misto, non solo hanno continuato a sostenere la coazione di maggioranza ma sono divenuti destinatari di incarichi, deleghe e piedistalli, acquisendo una spiccata visibilità e rilevanza che prima non avevano; 2) nessuno di loro, quando ha lasciato il gruppo PD per passare al misto, è riuscito a dare uno straccio di motivazione politica evidenziando, ove ve ne fosse stato bisogno, che non si trattava di dissenso rispetto alla linea di partito.
Neanche il distacco del consigliere Addario dalla linea della sua capogruppo, manifestatosi nell’ultimo consiglio, è stato minimamente motivato politicamente se non con un generico “me lo chiede una parte del partito”. Nel suo caso, però, il palese, clamoroso conflitto di interessi che lo ha coinvolto sin dall’inizio della consigliatura (essendo padre di uno degli assessori in quota PD, di fatto scelto però solo dal sindaco) spiega molto del suo gesto.

Il senso dello scontro PD-CAP e la debacle annunciata.
Il PD, quindi, sin dall’inizio della consigliatura, anzi sin dalla campagna elettorale, si è trovato nella spiacevole situazione di chi viene coinvolto in una coalizione (dopo una dolorosa rottura con il “fratello” Bovino) ma siede a un tavolo da invitato minore che non decide, di fatto, mai niente. Anzi viene fatto oggetto di azioni ostili e demolitorie.
Il segretario di quel partito ha sempre sentito forte la responsabilità politica di essere il maggior garante politico della coalizione: un partito con responsabilità e struttura nazionali non rompe una coalizione di governo senza prima averle tentate tutte. Di qui la sua lentezza e prudenza nel formalizzare la rottura e l’invio a Corrado, tramite la brillante e combattiva capogruppo, di “messaggi” sempre più netti di dissenso, evidentemente nella speranza di un suo cambio di rotta. Una prudenza cui si è risposto, però, oltre che con la descritta operazione di ostilità e demolizione, anche con una serie di interferenze nelle dinamiche democratiche interne di quel partito.
Proprio per questo, intelligentemente, il segretario Di Girolamo ha voluto rimettere non al Direttivo ma al Congresso di circolo una decisione così importante, a costo di pagare prezzi politici molto alti perché l’elettorato del PD e la pubblica opinione si stanno chiedendo da tempo che senso abbia ancora rimanere in maggioranza.
Nella partita in corso fra il PD e la CAP sono, quindi, in ballo questioni politiche importanti. Coloro che guidano la nostra Città sono portatori di una concezione della politica legata a un civismo senza precisa collocazione e matrice, quindi privo di chiari riferimenti politici. Un civismo che, facendosi forte degli enormi poteri che il TUEL, attribuisce al Sindaco, si sente svincolato da tutto e da tutti e vuole muoversi disinvoltamente senza dover dar conto a nessuno: a un parlamentare, a una direzione provinciale o nazionale. Un civismo che, ad esempio, disattende clamorosamente il programma su cui ha ricevuto il mandato elettorale (si pensi agli impegni in materia di trasparenza e partecipazione). Un civismo che, proprio perché troppo libero e troppo solo, non riesce a mettere in campo energie e competenze adeguate ad affrontare i problemi della Città e che si sta allontanando sempre più dalla gente e dai suoi problemi.
Ma – questo è il punto – la Città aveva dato il mandato amministrativo non al ristretto cerchio magico del Sindaco (rappresentato dalle due liste civiche Demos e Rimettiamo in moto la Città) che era stato invece clamorosamente bocciato nel 2019, bensì a una coalizione ampia e rappresentativa nell’ambito della quale, in particolare, il PD doveva svolgere un ruolo di garante.
Quel civismo sta dimostrando tutti i suoi limiti culturali e politici e sembra destinato a un clamoroso fallimento. Rispetto al quale, le forze politiche di Centrosinistra (tutte) sono chiamate a prendere le distanze per non essere coinvolte in una debacle sempre più probabile che, però, a questo punto, è giusto riguardi solo coloro che hanno effettivamente assunto tutte le decisioni e che dovranno assumersi le relative responsabilità.

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La puliteche a Quarate https://ilquartopotere.it/langolo-della-satira/la-puliteche-a-quarate/ https://ilquartopotere.it/langolo-della-satira/la-puliteche-a-quarate/#respond Wed, 24 Mar 2021 06:53:45 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=10866 L’angolo della satira a cura di Nemesi La puliteche a Quarate Quanne s’appennene candedate tutte quande so’ altruiste buone, serie e ‘mmaculate crestiane belle, sande me viste. La cambagne elettorale è na sfilze de promesse: e se mettene ‘u senale pe’ pelzarte pure ‘u cesse. “Efficienze e trasparenze! Le quaratine ana esse patrune! Tutte assessure […]

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L’angolo della satira a cura di Nemesi

La puliteche a Quarate

Quanne s’appennene candedate
tutte quande so’ altruiste
buone, serie e ‘mmaculate
crestiane belle, sande me viste.

La cambagne elettorale
è na sfilze de promesse:
e se mettene ‘u senale
pe’ pelzarte pure ‘u cesse.

“Efficienze e trasparenze!
Le quaratine ana esse patrune!
Tutte assessure accellende
e ama essa ‘u megghje comune!”.

“Ana esse sendute tutte quande!
Tutte ana petaje parlà!
Prevessure e ignorande
pe’ tutte ste la libertà”.

“Correttezze e trasparenze,
nan ve credite ca sciam’a mangià,
nu tenime na cuscenze
velime ‘u bene de la Città”.

Ma quanne s’assidene a la poltrone
se scordene totte re premmettute
fatte prime de l’elezione;
e ‘u quaratine remane fettute.

E, ce pe’ sbaglie, ‘ngune se lamende
tanne proprie l’arrive l’ambasciate:
“tienete sti delure de vende,
ce se naune da iosce ste segnate”.

Chessa storie è storia vecchie,
sembe chedd’è la canzone
ma le quaratine nan aprene l’uocchie
nan s’ambarene la lezione.

Quanne mine la schede ‘ndo cartone
nan vutà sembe a cazze,
mitte affette e fa attenzione
ca se naune t’u pigghie ‘ndo mazze.

 

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