Una banda di folli, è la mia musa ispiratrice dei vecchi ricordi di squadre vintage o parentesi delle stesse.
Il racconto del gruppo di oggi riguarda la sua seconda fase, quella degli anni 80. E mi perdonerete se è anche autobiografica.
Si parla de la “Coratina”, società che nella fase originaria è tra quelle che mi hanno contagiato la febbre incurabile del calcio. Di fatto nasce ad opera di mio padre Gino Como, che la crea nel 1971, in alternativa all’US Corato società principale, poco incline al settore giovanile, sfornando tanti ragazzi, da Amorese, Lotito, Maldera, Saltarelli, Zinetti (di cui parleremo in una successiva puntata).
La sua parentesi da Presidente è da ritenersi conclusa alla fine degli anni settanta. Ma a cavallo tra quelli 70 ed 80 riparte una sinergia con la Sempre Avanti che prova ad organizzare una squadra esordienti, dissolvendosi presto nel nulla.
Le possibilità sono due: sciogliere le righe o farne di necessità virtù.
Nell’82’, io ancora 17enne ho ricevuto già la prima sentenza: giocare a calcio non è per me. Ma nonostante la giovane età, per l’esperienza accumulata e soprattutto la enorme passione mi assumo una responsabilità da dirigente navigato.
Invece di mandare questi ragazzi a meretrici, decido di accollarmi la conduzione in più vesti. Mi manca solo la firma di presidente, essendo minorenne ma lo sono in tutti i sensi, un vero factotum, dalle veci di dirigente principale a quella di allenatore di ragazzi quasi coetanei o 2/3 anni più piccoli.
Disputiamo un ottimo campionato esordienti, primeggiando su altre due società coratine, Us Corato e Acai, di cui molti ragazzi convergeranno nella nostra società l’anno successivo.
Un gruppo di discoli al limite della follia, tra i quali ce n’è uno che addirittura a Spinazzola, stuzzicato dalla tifoseria avversaria, lascia il campo e arbitro per scavalcare la recinzione e rispondere alle loro provocazioni. In questa splendida avventura mi faccio coadiuvare da un altro appassionato giovanissimo sedicenne, che si è già distinto nei vari tornei di quartiere (lui con la Stella Rossa di piazza Corsica) come operatore scouting, osservatore come si diceva un tempo: Gennaro Bove.
Ha modi pragmatici ed una voce tenorile.
C’è però un’aggravante: nell’estate 1982 iniziano i lavori al campo sportivo, che dureranno circa 18 mesi ed allenarsi come disputare le gare diventa un’impresa, per quei ragazzi che nel frattempo diventano “Giovanissimi”.
Ci si accampa così al famoso “campo di Croce”, terreno in sabbiolina, di dimensioni pari ad un attuale campo a 7, senza porte e senza alcun servizio ubicato alle spalle dell’attuale capannone dell’azienda D’introno. Ed io non essendo motorizzato, sono costretto a condurre palloni, cinesini e casacche a piedi, da una parte all’altra della città. L’amore è tanto, anche perché questi ragazzi birichini crescono e ti fanno crescere genuinamente nella cultura della strada, divertendosi per poco.
Tra i più folli si distinguono Michele Visentino, da me battezzato Agostinelli per la somiglianza all’ex calciatore laziale, o Malizia (portiere del Perugia) Paolo Mangione, amanti di tanti scherzi il primo di barzellette il 2°. Un ricordo particolare va a Gianni Piccarreta, alias “Caciotta”, tragicamente deceduto in incidente stradale. Non mancano le soddisfazioni, con le convocazioni in rappresentativa di Luigi De Laurentis e Francesco Diasparra o le cessioni alla Fidelis Andria di 4 mini calciatori (Terrone Luigi e Giuseppe, Michele Cipriani, Tony Nocca e Michele Grosso).o dello stesso De Laurentis e Aldo Maino “u tedesc” al Barletta.
Si esaltano i deliziosi piedi mancini di Aldo Tambone, Luigi Balducci e Ciccio Leo, la furbizia di Felice Strippoli e Mariano Como, la velocità di Patrizio Cialdella e Francisco Azzariti, l’estro di Antonio Tedone (detto Zico) e la diligenza di Nunzio Calò.
Ma tanti sono anche i sacrifici, con avventurose imprese per ragazzi della nostra età, che ora coinvolgerebbero il “telefono azzurro”.
Emblematico è quanto successe alla vigilia di Natale 1982.
Il 24 è domenica lavorativo e si gioca alle 9,30 al campo Mons. Addazi di Trani, zona carcere. Siamo in pieno periodo di nottate pre-uscita in piazza, in cui tutti gli adolescenti si riuniscono per giocare a carte. Fino alle 9 della sera precedente, avevo ottenuto solo 4 adesioni. Con molta pazienza, per tutta la notte, mi metto alla caccia di tutti i convocati, per assemblare almeno 11 elementi. Ci riesco (12 per l’esattezza). Ma c’è un altro problema da risolvere. Come andare, visto che non c’è nessun adulto disponibile?
Ci diamo appuntamento alle 5,45 in pza C. Battisti, per imbarcarci sul pullman. Arriviamo a Trani su via Corato alle 6,30. Ed ora dobbiamo percorrere ca 5 km andata ed altrettanti dopo al ritorno.
Arriviamo chiaramente scoppiati e con ragazzi che approfittano delle panche per dormire. Ed il risultato del solo 1° tempo è: 6-0.
Non importa, lo spirito goliardico è ciò che prevale su tutto.
Pensate che farebbero la sressa cosa, i ragazzi di ora, abituati ad essere riveriti ed accompagnati dai genitori pur abitando a 100 metri?
Storie di un’altra generazione, storie di ragazzi anche folli, ma che si divertivano con nulla e che hanno veramente conosciuto e imparato dalla vita di strada.
SONO STATO ANCHE IO E ISCRITTO COME GIOCATORE US. DI CORATO VITANTONIO DE PALMA. DETTO: PANTERA. IL PRESIDENTE ERA IL CARO ALBERTO APOLLINI DECEDUTO TRAGICAMENTE,PROPRIO NEL MOMENTO DELLA SUA PRESIDENZA. SONO STATO FORTUNATO,PERCHE’ HO GIOCATO CON TUO PADRE,PORTIRE E ANCHE BRAVO E CON TE RAGAZZINO.PARLO DI GINO COMO. IL MIO SOPRANOME DI GIOCATORE ERA, MAZZOLINO. SE BEN RICORDO ERO IL PADRONE DEL BISCOTTIFICIO DI VIA GRAVINA PRIMA DEL CAMPO SPORTIVO. HO LASCIATO IL CALCIO, INQUANTO HO AVUTO ALTRI PROBLEMI.BEI RICORDI.CIAO.