Corrado, noi siamo “cristiani garbati” e, a differenza di quanto erano soliti fare alcuni tuoi sodali quando erano all’opposizione e utilizzavano questi momenti per scatenare le polemiche, rispettiamo le feste religiose in genere e la festa patronale in particolare. La celebrazione di San Cataldo deve essere un momento non per millantare una concordia che non c’è, ma per metter da banda le contese di parte e guardare all’essenza delle cose. Applichiamo a questa festa quello che è un retaggio greco – latino ovvero il concedere quartiere all’avversario, rispettando le regole scritte o non scritte che rendono un torneo differente da una zuffa o la contesa politica diversa da una scazzottata in piazza.
È per questo motivo che – per una consuetudine di durata quasi ventennale – il Sindaco non si muoveva da Corato ad Agosto fino al termine della festa di San Cataldo, curando l’organizzazione dell’evento in tutte quelle piccole cose che poi rappresentano il decoro urbano: pulizia delle strade, sistemazione del verde, piantumazione dei fiori, chiusura dei cantieri, rifinitura delle piazze cittadine, riparazione dell’illuminazione… Un’infinità di interventi piccoli e grandi che – sono certo – anche tu non avrai trascurato in modo da presentare al meglio la città in occasione della festa.
In termini di tradizione vorremmo però mettere in chiaro un concetto: non c’è tradizione che tenga, il Sindaco è perfettamente titolato a gestire gli aspetti civili della festa, di concerto con il Comitato della festa patronale, assumendone oneri e onori.
Nel corso di tanti anni da che noi ricordiamo abbiamo visto accadere tante cose diverse. La “macchina di San Cataldo” è stata più volte spostata, il luna park ha cambiato sede, il concerto in alcuni anni c’è stato e in altri no, le bande in alcune occasioni hanno avuto un grande spazio e in altre meno, le luminarie sono state modificate di volta in volta, i fuochi pirotecnici sono stati realizzati in più siti (in alcuni anni con più spettacoli e in altri anni un po’ in sordina)… insomma, per ciò che concerne l’aspetto civile negli anni sono state fatte varie modifiche, aggiunte, soppressioni cercando di adeguare la festa alle mutate esigenze e ai gusti della cittadinanza.
A ben guardare poi non tutti i Sindaci hanno inteso il loro ruolo allo stesso modo. Alcuni si sono fatti tutte le processioni “sane sane” in giacca e cravatta, altri si sono presentati con la sola camicia e in almeno un caso non si sono presentati proprio. Il tema della laicità delle istituzioni non è cosa di oggi, ma affonda le sue radici nel ‘900: fu così che un Sindaco a metà degli anni ’80 intese non partecipare ad una processione (con la banda giunta sotto casa sua per “chiamarlo”) volendo testimoniare il suo essere al servizio di uno Stato laico.
Cosa intendiamo dire? Ora è toccata a te ed hai fatto le tue scelte (come ad esempio il coinvolgimento nella organizzazione della Associazione PugliArmonica) che noi rispettiamo, augurandoci che tutto vada per il meglio. Quando però – passata la festa – si apriranno nuovamente le gabbie allora queste scelte andranno difese, assumendosene la responsabilità a fronte degli attacchi esterni e – soprattutto – interni. Il nostro auspicio è che si superi il cliché fin qui utilizzato (“è una tradizione che abbiamo voluto rispettare”, “è un lascito dell’amministrazione precedente”, “non dipende da me ma da altri”… ), accettando in pieno gli oneri e non solo gli onori connessi alla carica pubblica.
Buon San Cataldo!