Tartufo Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/tartufo/ Le notizie sotto un'altra luce Mon, 16 Jan 2023 11:56:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Tartufo Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/tartufo/ 32 32 “Il tartufo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia”: presentati i risultati del progetto https://ilquartopotere.it/territorio/il-tartufo-nel-parco-nazionale-dellalta-murgia-presentati-i-risultati-del-progetto/ https://ilquartopotere.it/territorio/il-tartufo-nel-parco-nazionale-dellalta-murgia-presentati-i-risultati-del-progetto/#respond Mon, 16 Jan 2023 11:56:41 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=23219 Riflettori sul fungo più ricercato: presentati i risultati della convenzione di ricerca con l’Università degli Studi di Bari Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ha presentato i risultati del progetto “Il tartufo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, uno studio scientifico per la valorizzazione del pregiato fungo ipogeo, portato avanti con il Dipartimento di Scienze del Suolo, […]

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Riflettori sul fungo più ricercato: presentati i risultati della convenzione di ricerca con l’Università degli Studi di Bari

Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ha presentato i risultati del progetto “Il tartufo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, uno studio scientifico per la valorizzazione del pregiato fungo ipogeo, portato avanti con il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (Di.S.S.P.A.) dell’Università degli Studi di Bari. Le numerose azioni – svoltesi nell’arco di un anno e condivise a monte con l’assessorato all’Agricoltura della Regione – hanno previsto di individuare le specie di tartufo presenti nel Parco, stimarne le produzioni, valutare lo stato dell’ecosistema tartufo, stabilire il numero di autorizzazioni rilasciabili per non esaurire la risorsa e definire le modalità di raccolta in un’ottica di sostenibilità ambientale.

I risultati sono stati illustrati a Gravina, nella sede del Parco, dal Prof. Giovanni Luigi Bruno, docente del Di.S.S.P.A. e responsabile scientifico del progetto, alla presenza del presidente Francesco Tarantini, dell’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia e dei rappresentanti della Federazione Nazionale Associazione Tartufai Italiani, Associazione Nazionale Tartufai Italiani, Associazione Nazionale Tartufai Italiani Regione Puglia, Associazione Regionale Pugliese Tartufo e Associazione Tartufai Alta Murgia.

Anche quest’anno saranno settanta nel Parco dell’Alta Murgia le autorizzazioni rilasciate per la raccolta dei tartufi, un numero suggerito dallo studio e motivato dal clima degli ultimi anni segnato da lunghi periodi di siccità, ma anche dall’esigenza di non alterare gli ecosistemi che caratterizzano le aree di raccolta e non arrecare disturbo alla fauna. L’ambito è regolamentato dalla Legge regionale 8/2015 che indica le modalità di raccolta e i periodi in cui è consentita, limitando le quantità giornaliere di tartufo che ciascun cercatore può raccogliere.

Le aree oggetto di studio sono state il bosco “trullo di sopra” e “trullo di sotto” (tra Gravina e Poggiorsini), il bosco di Acquatetta (tra Spinazzola e Minervino), il bosco di Castel del Monte (Andria), il bosco Murgia Città (Bitonto), il bosco di Quasano (Toritto) e la foresta Mercadante (tra Altamura e Cassano). Se risultano due le specie più comuni di tartufo presenti nel territorio del Parco, il bianchetto (Tuber borchii) e lo scorzone (Tuberum aestivum), il dato più rilevante emerso è l’assenza di tartufi in tutti i boschi presi in esame: un’annata magra nella Murgia e riscontrata in tutta Italia a fronte del caldo e dell’estrema siccità. Il tartufo, infatti, vive e si riproduce solo in presenza di una combinazione ottimale di fattori climatici e vegetazionali, che vede in equilibrio precipitazioni, temperature e benessere delle piante tartufigene.

La ricerca condotta ha previsto la predisposizione di schede di monitoraggio, l’individuazione di tutti i cercatori di tartufo autorizzati dall’Ente Parco, la somministrazione di questionari, la raccolta e l’analisi dei dati e infine la valutazione delle incidenze sugli ecosistemi, come previsto dall’art. 4 della Legge regionale 8/2015.

«Valorizzare un’eccellenza, esaltarne le qualità e promuoverla nella filiera agroalimentare – ha dichiarato il presidente Francesco TarantiniCon tali finalità l’Ente Parco ha firmato una convenzione di ricerca con l’Università degli Studi di Bari, per sviluppare un approccio sostenibile utile alla ricerca e raccolta del tartufo, che coniughi crescita economica e conservazione dell’ambiente naturale. Per facilitare il processo abbiamo chiesto all’assessorato all’Agricoltura della Regione di attivare un comitato tecnico per monitorare le attività di raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi e alle associazioni tartuficole la sigla di un protocollo d’intesa per valorizzarli al meglio».

 

 

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Tartufo, una risorsa per il Parco dell’Alta Murgia: c’è un progetto di ricerca per la valorizzazione https://ilquartopotere.it/economia-e-ambiente/tartufo-una-risorsa-per-il-parco-dellalta-murgia-ce-un-progetto-di-ricerca-per-la-valorizzazione/ https://ilquartopotere.it/economia-e-ambiente/tartufo-una-risorsa-per-il-parco-dellalta-murgia-ce-un-progetto-di-ricerca-per-la-valorizzazione/#respond Tue, 06 Jul 2021 13:02:44 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12469 Un progetto scientifico per valorizzare le specie di tartufo presenti nel Parco dell’Alta Murgia, in Italia tra le zone più ricche del pregiato fungo ipogeo. L’Ente Parco e il Di.S.S.P.A, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari, hanno firmato la convenzione di ricerca “Il tartufo nel Parco Nazionale […]

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Un progetto scientifico per valorizzare le specie di tartufo presenti nel Parco dell’Alta Murgia, in Italia tra le zone più ricche del pregiato fungo ipogeo. L’Ente Parco e il Di.S.S.P.A, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari, hanno firmato la convenzione di ricerca “Il tartufo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, per individuarne le specie, stimarne le produzioni e valutare le possibili ricadute sugli ecosistemi delle aree di raccolta. Un progetto le cui finalità sono state condivise a monte con l’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia e i cui risultati serviranno anche a stabilire le modalità di raccolta, in un’ottica di sostenibilità ambientale.

Le attività progettuali sono state presentate nella sede del Parco di Gravina in un incontro con le con le associazioni dei tartufai. Prevedono la predisposizione di schede di monitoraggio, l’individuazione di tutti i cercatori di tartufo autorizzati dall’Ente Parco, la somministrazione di questionari, la raccolta e l’analisi dei dati e infine la valutazione delle incidenze sugli ecosistemi, come previsto dall’art. 4 della Legge regionale n. 8 del 2015 che disciplina il numero massimo di autorizzazioni. Le varie fasi dovranno svolgersi nell’arco di dieci mesi dalla sottoscrizione della convenzione, con relazioni intermedie a cura del Di.S.S.P.A e tavoli tecnici per fare il punto sull’avanzamento delle ricerche.

Per esaltare le qualità del tartufo e potenziarne la promozione nella filiera agroalimentare, il Parco ha proposto l’istituzione di una consulta volta a monitorare le attività di ricerca, raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi freschi. Il gruppo di lavoro comprenderebbe Ente Parco, la Federazione Nazionale Associazione Tartufai Italiani, l’Associazione Nazionale Tartufai Italiani, l’Associazione Nazionale Tartufai Italiani Regione Puglia, l’Associazione Tartufo del Parco dell’Alta Murgia e l’Associazione Tartufai Alta Murgia.

«Tra le numerose eccellenze del Parco spicca il tartufo – dichiara Francesco Tarantini, presidente PNAM – un tesoro da tutelare la cui concentrazione abbonda in molte aree del territorio. L’obiettivo del progetto è la piena valorizzazione delle specie presenti, una risorsa per l’intera regione, che puntiamo a sviluppare con un approccio sostenibile alle aree di raccolta, coniugando la crescita economica con la conservazione dell’ambiente naturale».

 

 

 

 

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