Resistenza Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/resistenza/ Le notizie sotto un'altra luce Thu, 15 May 2025 22:30:39 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Resistenza Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/resistenza/ 32 32 “Ciao Italia”: una mostra sull’esodo dei coratini verso Grenoble https://ilquartopotere.it/appuntamenti/ciao-italia-una-mostra-sullesodo-dei-coratini-verso-grenoble/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/ciao-italia-una-mostra-sullesodo-dei-coratini-verso-grenoble/#respond Thu, 15 May 2025 22:30:39 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=37618 Intrecciando Radici: memorie e prospettive L’Archeoclub d’Italia APS Sede Locale di Corato celebra l’antico esodo dei coratini verso Grenoble con la mostra “Ciao Italia”: dal 19 al 25 maggio, Biblioteca Comunale M.R. Imbriani di Corato. Un evento che celebra il legame tra Corato e Grenoble, città nella quale i coratini sono la comunità straniera più […]

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Intrecciando Radici: memorie e prospettive

LArcheoclub d’Italia APS Sede Locale di Corato celebra l’antico esodo dei coratini verso Grenoble con la mostra Ciao Italia: dal 19 al 25 maggio, Biblioteca Comunale M.R. Imbriani di Corato.

Un evento che celebra il legame tra Corato e Grenoble, città nella quale i coratini sono la comunità straniera più numerosa da quasi un secolo. Rapporto suggellato dal patto ufficiale di gemellaggio,stipulato nel 2002 tra i due Comuni, che si apprestano a rafforzarlo con la mostra “Ciao Italia”.

Grenoble l’ha inserita nell’ambito della commemorazione della “Liberazione della città e promozione di una cultura di pace in Europa – Gli italiani che hanno fatto la Francia”.

Corato ospita la versione tradotta in lingua italiana grazie all’impegno della sede locale Archeoclub d’Italia APS padre Emilio D’Angelo e della socia Marina Labartino, in costante dialogo con autorevoli rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, grenobline e pugliesi, in qualità di coordinatrice.

L’allestimento spiega la dott.ssa Labartinoconsta didiciannove pannelli che ripercorrono l’importante fenomeno migratorio italiano dal Risorgimento al 1960. Tre sono dedicati esclusivamente a Corato e raccontano le vicissitudini dei nostri talentuosi concittadini che hanno contribuito alla costruzione dello Stato francese moderno, allo sviluppo economico e sociale di Grenoble e partecipato alla Resistenza.

La mostra rientra nella rassegna dei prestigiosi eventi delPrimaveraFest – Il Borgo che fiorisce, organizzato dal Comune di Corato in collaborazione con il GAL Castel del Monte e sarà inaugurata al termine della conferenza “Intrecciando Radici:memorie e prospettive”, lunedì 19 maggio, ore 18,00 presso la sala Convegni “De Palo” sita al secondo piano della biblioteca storica “M.R.Imbriani in Largo Plebiscito 29.

Oltre al sindaco di Corato, Corrado De Benedittis e al vicesindaco Beniamino Marcone, interverranno illustri relatori esteri e pugliesi, tra cui: Corinne Pinchon responsabile monitoraggio dei gemellaggi europei del Comune di Grenoble, Kelly Lombardi Varesano responsabile logistica e organizzazione eventi Comunedi Grenoble, Biagio Salvemini del CRIAT Bari, Aldo Patruno direttore generale Dipartimento turismo Regione Puglia, Claudio Amorese presidente AIC, Giovanni Capurso dell’ANPI Corato e il genealogista James Smith.

Allestita nei locali al primo piano della citata Biblioteca, la mostra “Ciao Italia” resterà aperta al pubblico fino a domenica 25 maggio, dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 18,00 alle 20,00, e sarà arricchita da un panorama di immagini storiche tratte dall’archivio del Centro Italo Venezuelano di Corato, dall’esposizione di oggetti legati ad antichi mestieri e tradizioni a cura del Centro Anziani Ermes cooperativa EOS di Corato e dalle declamazioni di poesie in vernacolo del poeta coratino Sabino Zaza.

L’ingresso è libero. Su prenotazione: visite guidate, dedicate agli istituti scolastici comprensivi, a cura di Marina Labartino.

Un percorso che si è avvalso della preziosa collaborazionedell’Associazione Atelier Genealogique di Marsiglia che mira ascrivere la storia dell’emigrazione coratina, del CRIAT di Bari, centro di ricerca universitario interessato a creare una banca dati internazionale sull’emigrazione pugliese, e dell’ANPI Corato “Maria Diaferia” che promuove la conoscenza delle vicende e dei valori della Resistenza.

Occasione propizia – afferma Michele Iacovelli, presidente della Sede Locale dell’Archeoclub d’Italia APS – per consentire a scolaresche e visitatori, stanziali e dei paesi limitrofi, di comprendere luci e ombre del fenomeno migratorio italiano e coratino, ma anche utile a riflettere sulle aspettative di lavoro delle nuove generazioni e a riallacciare legami familiari dimenticati o smarriti nel tempo.

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Corteo 25 aprile, l’Anpi: “Importante partecipare per custodire la memoria” https://ilquartopotere.it/ricorrenze/corteo-25-aprile-lanpi-importante-partecipare-per-custodire-la-memoria/ https://ilquartopotere.it/ricorrenze/corteo-25-aprile-lanpi-importante-partecipare-per-custodire-la-memoria/#respond Tue, 22 Apr 2025 06:04:09 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=37175 A breve il calendario civile ci chiamerà a raccolta per l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Si tratta di un passaggio importante per fare il punto su quanto è rimasto del patrimonio storico, culturale e spirituale della Resistenza ma anche per capire dove sta andando la nostra società democratica. Oggi, più che mai, ci pare […]

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A breve il calendario civile ci chiamerà a raccolta per l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Si tratta di un passaggio importante per fare il punto su quanto è rimasto del patrimonio storico, culturale e spirituale della Resistenza ma anche per capire dove sta andando la nostra società democratica.

Oggi, più che mai, ci pare di estrema importanza rivitalizzare una memoria pubblica non solo e non tanto illanguidita dalla lunga distanza temporale, quanto deturpata da un’offensiva revisionistica tesa a riabilitare il fascismo, a denigrare la Resistenza, a scaricare per intero sui tedeschi la colpa delle infamie perpetrate nei mesi della Repubblica di Salò.

In tal senso, nell’ultimo anno, per le attività associative,la nostra scelta è stata quella di puntare su pagine della Resistenza ancora poco esplorate, marginalizzate, se non addirittura cadute nell’oblio della storia italiana. È il caso degli IMI (Internati Militari Italiani), sul cui tema la nostra sezione ha promosso un incontro con il massimo esperto in Italia: Mario Avagliano. Ma soprattutto la nostra sezione, attraverso il gruppo ANPI Scuola, si è concentrata in un’azione di rivalutazione del ruolo delle donne nella Resistenza, aspetto per decenni poco considerato dalla storiografia e soffocato da una cultura ancora per molti aspetti maschilista. Iniziative sono state portate avanti nelle scuole di tutti i gradi e con altreassociazioni attraverso la voce delle Madri costituenti, fino al riuscitissimo spettacolo “Dateci i pantaloni!” che ha registrato un sold out.

Nella memoria dei martiri della libertà, anche coratini, il nostro lavoro dev’essere orientato a promuovere le libertà democratiche e una cultura della pace e della giustizia sociale. Se alcuni diritti fondamentali presenti nella nostra Costituzione ancora oggi fanno fatica ad affermarsi come quelli relativi alla salute, al lavoro e allo studio, significa che si è fatto poco per applicare i principi democratici.  

Non possiamo nascondere, a tal proposito, una certa apprensione per il quadro internazionale sempre più complicato. Viviamo in un tempo in cui il vento dei nazionalismi sta soffiando forte, alimentando logiche di dominio e chiusure economiche e culturali; sembra poi che la strada della guerra sia l’unica opzione possibile per risolvere i conflitti internazionali, mentre la cultura militarista sta dilagando nelle scuole e attecchendo nel nostro modo di pensare, producendo degli effetti tossici. La guerra viene oggi considerata come qualcosa di ineluttabile e necessario, addirittura giusta.

È importante pertanto dare la propria testimonianza, partendo dalla presenza al tradizionale corteo del 25 aprile.

 

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“Dateci i pantaloni! La Resistenza delle Donne” in scena al Liceo Artistico di Corato https://ilquartopotere.it/appuntamenti/dateci-i-pantaloni-la-resistenza-delle-donne-in-scena-al-liceo-artistico-di-corato/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/dateci-i-pantaloni-la-resistenza-delle-donne-in-scena-al-liceo-artistico-di-corato/#respond Fri, 11 Apr 2025 05:32:15 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=37031 Il 14 aprile 2025, alle 18:30, presso l’auditorium del Liceo Artistico Federico II “Stupor Mundi” In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, la Sezione ANPI di Corato “Maria Diaferia” celebra il coraggio e il ruolo fondamentale delle donne nella Resistenza italiana. Il 14 aprile 2025, alle 18:30, presso l’auditorium del Liceo Artistico Federico II […]

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Il 14 aprile 2025, alle 18:30, presso l’auditorium del Liceo Artistico Federico II “Stupor Mundi”

In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, la Sezione ANPI di Corato Maria Diaferia” celebra il coraggio e il ruolo fondamentale delle donne nella Resistenza italiana.

Il 14 aprile 2025, alle 18:30, presso l’auditorium del Liceo Artistico Federico II “Stupor Mundi”, andrà in scena lo spettacoloDateci i pantaloni! La Resistenza delle Donne”, con drammaturgia e regia di Elisabetta Aloia e ricerca vocale di Marinella Dipalma.

Un racconto fatto di parole e canti intreccia le vite delle partigiane, restituendo voce a donne combattenti, spesso dimenticate dalla storia. Furono circa 35.000 le donne che, tra il 1943 e il 1945, presero parte alla Resistenza, rischiando tutto per liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista. Di queste, oltre 4.500 furono arrestate, torturate e processate, 623 giustiziate o cadute in battaglia e circa 3.000 deportate nei campi di concentramento in Germania.

Lottavano per un’Italia libera dalla dittatura, per una vita più dignitosa, per spazi di autonomia fuori dai rigidi ruoli imposti dal regime. Alcune combatterono in montagna con straordinario coraggio, altre cospirarono nell’ombra o sostennero i partigiani, mentre molte tennero unite famiglie spezzate dalla guerra e dalle persecuzioni.

Eppure, dopo la Liberazione, queste donne furono in gran parte escluse dalle celebrazioni ufficiali e dai riconoscimenti militari. Per anni, il loro contributo è stato minimizzato, quasi invisibile. Solo dopo tre decenni si è cominciato a riconoscere il loro ruolo non come semplice supporto, ma come parte attiva e consapevole della Resistenza.

“Dateci i pantaloni!” è un tributo a loro e a tutte le donne che, ancora oggi, lottano per la libertà e per i propri diritti.

L’ingresso, gratuito, sarà possibile fino a esaurimento posti

 

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8 Marzo, le Donne Democratiche: “La nuova Resistenza deve farsi Donna” https://ilquartopotere.it/ricorrenze/8-marzo-le-donne-democratiche-la-nuova-resistenza-deve-farsi-donna/ https://ilquartopotere.it/ricorrenze/8-marzo-le-donne-democratiche-la-nuova-resistenza-deve-farsi-donna/#respond Sat, 08 Mar 2025 09:59:59 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=36406 In occasione della Giornata internazionale della donna, una riflessione delle Donne Democratiche della comunità di Corato: “C’è un’aria nuova tutto intorno, nella nostra Europa, nel mondo e finanche in città. Questo alito ha un odore acre e fetido, forse odore di troppo sangue versato in questi anni di guerra e violenze alle porte di casa […]

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In occasione della Giornata internazionale della donna, una riflessione delle Donne Democratiche della comunità di Corato:

C’è un’aria nuova tutto intorno, nella nostra Europa, nel mondo e finanche in città. Questo alito ha un odore acre e fetido, forse odore di troppo sangue versato in questi anni di guerra e violenze alle porte di casa nostra, alle porte che guardano più ad est e oseremmo dire, in casa nostra. Ciò ci atterrisce e crea sgomento in tutti gli animi al di là di inutili confini geografici… e così, come donne democratiche, ci troviamo a riflettere sul nostro ruolo, sul presente e sul futuro che ci attende. Noi compagne abbiamo deciso di stare tutte dalla stessa parte, dalla parte della cooperazione e della non violenza, riconoscendo in noi stesse la forza procreatrice madre di ogni essere umano, portatrice di vita e mai di morte. Abbiamo sentito l’obbligo di alimentare la speranza di essere capaci di gestire i conflitti da quelli più prossimi a noi a quelli più distanti e globali, noi donne democratiche, vogliamo crescere come educatrici di pace, farne il nostro vessillo, essere le partigiane del nostro tempo.

Conosciamo il dolore e la fatica che una qualche entità ci ha destinato, madri dei nostri figli e di tutti i figli del mondo, compreso il nostro pianeta, per cui rispettiamo il valore di noi stesse, della vita che rechiamo, della costruzione di una società più equa e libera, della temperanza che non concilia con violenza, distruzione, guerra e morte. Il nostro pensiero si fa uno a quello delle altre donne che stanno perdendo padri, compagni, figli in un conflitto balordo e privo di senso, perché gli scontri che lasciano alle spalle tanti lutti e sofferenze sono spregevoli e destinano alle donne rimaste la responsabilità civile e morale di portare avanti le loro famiglie e le loro, (a dirla come Papa Francesco) martoriate terre. Proprio perché consapevoli che la guerra provoca mutilazioni fisiche e psichiche che segnano generazioni e generazioni, oggi 8 marzo 2025 noi vogliamo unirci in un unico coro di voci che inneggia alla cooperazione, alla pace come bene universale e relazionale da declinare in ogni ambito. Quando i potenti del mondo, gli oligarchi nelle cui mani c’è la ricchezza globale, procedono con la   violenza, il sopruso, la recrudescenza dei conflitti, noi donne dovremmo imparare ad intercettare gli sguardi di altre donne che hanno assistito e subito stupri, carneficine, fame, vite spezzate nelle incubatrici. Noi donne ci dobbiamo schierare dall’altra parte del conflitto, inseguendo la pace come metodo, e ponendoci in mezzo a chi abiura gli interessi personali, le sopraffazioni di popoli e territori, la spartizione di un pianeta sofferente e bollente. Se intonassimo tutte insieme il nostro no alla violenza e ci contassimo non saremmo poche, non saremmo pochi perché dove la morte è l’unica compagna quotidiana, noi vogliamo essere una nuova straordinaria resistenza.”.

 

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“Libertà a caro prezzo. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine”: l’ultimo libro di Giovanni Capurso https://ilquartopotere.it/cultura/liberta-a-caro-prezzo-gioacchino-gesmundo-e-le-fosse-ardeatine-lultimo-libro-di-giovanni-capurso/ https://ilquartopotere.it/cultura/liberta-a-caro-prezzo-gioacchino-gesmundo-e-le-fosse-ardeatine-lultimo-libro-di-giovanni-capurso/#respond Thu, 06 Mar 2025 06:28:06 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=36351 L’eccidio delle Fosse Ardeatine costituisce una delle pagine più dolorose della Resistenza e della storia italiana. Molto è stato scritto su questa feroce rappresaglianazista. Anche di recente sono state riscoperte alcune vite dei “martiri” coinvolti nell’eccidio. Eppure mancava all’appello una delle figure più importanti della Resistenza romana. È quella di Gioacchino Gesmundo, uno dei più […]

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L’eccidio delle Fosse Ardeatine costituisce una delle pagine più dolorose della Resistenza e della storia italiana.

Molto è stato scritto su questa feroce rappresaglianazista. Anche di recente sono state riscoperte alcune vite dei “martiri” coinvolti nell’eccidio. Eppure mancava all’appello una delle figure più importanti della Resistenza romana. È quella di Gioacchino Gesmundo, uno dei più intransigenti e fieri oppositori del fascismo. E su questo personaggio che il professor Giovanni Capurso si concentra nel suo volume edito da ERF e da pochi giorni in libreria, “Libertà a caro prezzo. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine”.

Nato a Terlizzi, una cittadina del nord barese, dopo numerosi sacrifici, a Roma Gesmundo realizzò la sua vocazione di intellettuale come maestro elementare, professore di Filosofia e Storia e assistente all’Università. Erano gli anni della dittatura.

La sua formazione ed emancipazione economica avvennero parallelamente alla graduale insoddisfazione e al disagio per il clima politico presente nel Paese. La caduta del regime segnò la sua decisione di iscriversi al Partito Comunista, frutto di una lungo percorso di riflessione intellettuale e maturazione interiore. Così scrisse in quei giorni a un suo allievo:

Mio caro Paolo, e così ci siamo liberati dei baracconi della fiera fascista. Restano al completo tutti i giocolieri e tutti gli istrioni, e – quel che è più – resta l’abito di leggerezza così adatto al popolo italiano, impolitico per eccellenza. Nell’universale tripudio del 25-26 luglio era già dato di avvertire che gl’italiani si liberavano dei distintivi, delle tessere, dei fasci scolpiti e dipinti, ma non già delle tare ereditarie, aggravate da vent’anni di regime bestiale e idiota. In gran copia si manifestano personalismi e arrembaggi, e si ostentano i titoli delle benemerenze antifasciste e ci si affretta a precisare l’anzianità.

Con l’occupazione nazista di Roma l’attività di Gesmundo s’intensificò: ospitò nella sua casa di via Licia, prima la redazione clandestina dellUnità e poi l’arsenale dei GAP romani. Fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione ideologica ai compagni di lotta. La gappista Carla Capponi, in un suo memoriale, riportò che “le sue ore di lezione erano sempre affollate di compagni e compagne, non più di una decina alla volta poiché un numero maggiore avrebbe creato sospetti”.

Catturato il 29 gennaio 1944 dopo una denuncia, fu tra i primi tre individuati dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine. Come riporta Ferdinando Pappalardo, vice presidente nazionale dell’ANPI, nell’introduzione al volume “il momento terminale della vita di Gesmundo appare quasi un appuntamento con il destino, la fatale conclusione di una singolare esperienza intellettuale e morale, prima ancora che politica”.

Sinossi del libro

Intransigente e tenace, Gioacchino Gesmundo è uno dei martiri per la libertà a cui la nostra Repubblica è debitrice. Le vicissitudini familiari e il contesto semplice e rurale del paese nel quale visse da giovane lo portarono a maturare una forte sensibilità per la giustizia sociale.

Dopo numerosi sacrifici, a Roma realizzò la sua vocazione di intellettuale come maestro elementare, professore di Filosofia e Storia e assistente all’Università. Erano gli anni della dittatura. La sua formazione ed emancipazione economica avvennero parallelamente alla graduale insoddisfazione e al disagio verso il clima politico presente nel paese. La caduta del regime segnò la sua decisione di iscriversi al Partito Comunista, frutto di una lunga maturazione interiore.

Con l’occupazione nazista di Roma la sua attività s’intensificò: ospitò nella sua casa di via Licia, prima la redazione clandestina de “L’Unità” e poi l’arsenale dei GAP romani. Fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione ideologica ai compagni di lotta.

Catturato il 29 gennaio 1944 dopo una denuncia, fu tra i primi tre individuati dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine.

Cenni biografici dell’autore

Giovanni Capurso è saggista e storico meridionalista. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo La ghianda e la spiga. Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo (Bari, 2021), finalista al premio FiuggiStoria, la partecipazione alla collettanea L’omicidio politico di un socialista (Catanzaro, 2022) e La passione e le idee. La Puglia antifascista da Giuseppe Di Vango a Giacomo Matteotti (Bari, 2023). È stato cocuratore del volume storiografico La fatica dello Storico. Antonio Lucarelli. Carteggi: 1902-1952 (Bari, 2024).

Collabora con Fondazioni e Istituti di ricerca storica.

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Con Anpi e Agorà 2.0, “L’altra Resistenza: la vicenda degli Internati Militari Italiani” https://ilquartopotere.it/appuntamenti/con-anpi-e-agora-2-0-laltra-resistenza-la-vicenda-degli-internati-militari-italiani/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/con-anpi-e-agora-2-0-laltra-resistenza-la-vicenda-degli-internati-militari-italiani/#respond Fri, 24 Jan 2025 07:14:11 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=35661 Sabato 25 gennaio alle 18,30, presso la sede dell’associazione Agorà 2.0 in via San Benedetto 36, si svolgerà l’evento “L’altra Resistenza: la vicenda degli Internati Militari Italiani”. L’iniziativa, organizzata dall’ANPI Corato “Maria Diafera” in collaborazione con Agorà 2.0, ha lo scopo di approfondire la vicenda degli IMI (Internati Militari Italiani), una pagina della Resistenza ancora […]

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Sabato 25 gennaio alle 18,30, presso la sede dell’associazione Agorà 2.0 in via San Benedetto 36, si svolgerà l’evento “L’altra Resistenza: la vicenda degli Internati Militari Italiani”.

L’iniziativa, organizzata dall’ANPI Corato “Maria Diafera” in collaborazione con Agorà 2.0, ha lo scopo di approfondire la vicenda degli IMI (Internati Militari Italiani), una pagina della Resistenza ancora oggi poco considerata. Saranno ospiti dell’inziativa lo storico Mario Avagliano, autore del volume “I militari italiani nei lager nazisti” (Il Mulino), e Giuseppenicola Tota, già Generale di Corpo d’Armata ed esperto IMI.

Gli interventi verranno preceduti dai saluti di Marina Mastromauro, presidente ANPI Corato, e Enzo Del Vecchio, presidente Agorà 2.0.

La serata verrà moderata da Mariella Sivo.

L’evento è organizzato in occasione del Giorno della Memoria, che ricorda le vittime dell’Olocausto e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista, e si inserisce in un ciclo di incontri promosso da alcune sezioni ANPI e che vedrà come ospite principale Mario Avagliano.

Quella degli IMI è una pagina drammatica della Resistenza: oltre 600 mila militari italiani vennero catturati e deportati nei capi di concentramento tedeschi nei giorni immediatamente successivi all’armistizio dell’8 settembre.

Di seguito tutte le tappe:

-24 gennaio, Santeramo in Colle, ore 17,30, Biblioteca comunale;

-25 gennaio, Altamura, ore 9,00, Biblioteca “T.Fiore” del Liceo Scientifico Federico II di Svevia.

-25 gennaio, Corato, ore 18,30, sede Agorà 2.0;

-26 gennaio, Monopoli, ore 11,00, Santa Maria degli Amalfitani;

-26 gennaio, Molfetta, ore 17,00, auditorium Parrocchia Sant’Achille.

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Corrado e lo scippo del 25 Aprile  https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-lo-scippo-del-25-aprile/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-lo-scippo-del-25-aprile/#respond Sun, 05 May 2024 05:02:08 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=31568 Il Comune di Corato, doverosamente e come ogni anno, ha organizzato la celebrazione del 25 aprile dandone notizia alla stampa e alla cittadinanza (il programma è nella colonna di sinistra). Parallelamente l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha organizzato – con il patrocinio del Comune di Corato – quella che a tutti gli effetti sembrerebbe un’altra […]

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Il Comune di Corato, doverosamente e come ogni anno, ha organizzato la celebrazione del 25 aprile dandone notizia alla stampa e alla cittadinanza (il programma è nella colonna di sinistra).

Parallelamente l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha organizzato – con il patrocinio del Comune di Corato – quella che a tutti gli effetti sembrerebbe un’altra manifestazione sia pur quasi concomitante e da tenersi negli stessi luoghi in cui si è svolta la manifestazione ufficiale (il programma è nella colonna di destra).

Nella realtà le due manifestazioni si sono fuse fin dall’inizio e lo stesso Sindaco (come si vede chiaramente nel video della cerimonia https://fb.watch/rLgZOA1d5x/) ha dato indicazioni per deporre la corona di alloro alla lapide della Resistenza prima di avviare il corteo verso Piazza Vittorio Emanuele. Come dire, i programmi erano separati ma la manifestazione è stata concepita e pensata come un tutt’uno. Si è formato quindi il corteo che da Palazzo di Città ha raggiunto Piazza Vittorio Emanuele, corteo composto da Sindaco in gran montura, gonfalone del Comune, polizia locale in grande uniforme, banda, autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma (tra cui ANPI), amministratori e rappresentanti di partiti politici con le loro bandiere, rappresentanti di associazioni e comuni cittadini. In Piazza Vittorio Emanuele i convenuti si sono schierati e qui si sono registrati i primi episodi di teso imbarazzo.

E’ sembrato infatti, sia pur nella compostezza di tutti, che sguardi eloquenti passassero di fila in fila tra i militari e i militari in pensione, come a dire: “Abbiamo capito tutto… e adesso che facciamo?”. Alle spalle delle Associazioni combattentistiche e d’arma erano infatti spuntate e sventolavano le bandiere di partiti di sinistra e di estrema sinistra frammiste con il tricolore e le bandiere della pace. La manifestazione è giunta quindi alla conclusione e si è formato un nuovo corteo guidato da ANPI e con il Sindaco in testa e composto da una parte di coloro che avevano dato vita al corteo precedente. Sono rimaste in Piazza Vittorio Emanuele, infatti, le autorità militari e le associazioni combattentistiche e d’arma i cui esponenti, riuniti in piccoli gruppi a secondo della loro appartenenza, hanno commentato l’accaduto in maniera non propriamente benevola.
Che le cose siano andate così è l’ANPI stessa ad ammetterlo nel post pubblicato sui social il giorno 28 aprile: “L’Anpi ha invitato tutte le associazioni cittadine, sia quelle di natura culturale, che politica, che ex combattentistica per organizzare insieme una manifestazione unitaria”, come a dire: noi abbiamo fatto il nostro, sono gli altri che si sono esclusi. In effetti, l’ANPI già nel manifesto di pubblicizzazione della sua iniziativa invitata tutti ma proprio tutti a partecipare, comprese le autorità civili e militari. Ci chiediamo sommessamente: ma è possibile che l’ANPI ignori che ad un corteo in cui siano presenti bandiere di partito (di qualsiasi partito esse siano) non è opportuno – oltre che non consentito – che prendano parte ufficiali e sottufficiali delle forze armate e dei corpi di polizia? In un unico caso è attestato nella storia dell’Italia Repubblicana che “commissario e sacrestano” abbiano sfilato congiuntamente in una manifestazione di parte ed è stato in occasione della cacciata di Bocca di Rosa dal paese, come ricorda De Andrè. Qui – è vero – non si tratta di “amore sacro e amor profano” ma di “amor di Patria”, però le regole sono sempre le stesse: chi rappresenta lo Stato in veste di pubblico ufficiale non può essere tirato per la giacchetta da Destra o da Sinistra.
Sono rimasti in Piazza Vittorio Emanuele anche alcuni sostenitori dell’attuale Amministrazione, orientati anch’essi chiaramente a Sinistra, che non hanno inteso prendere parte al corteo dell’ANPI ma che hanno aderito unicamente alla celebrazione ufficiale. Perché? Perché le bandiere di partito dividono e perché ad alcuni – ad esempio – potrebbe non andare a genio il prendere parte ad una manifestazione in cui sventoli la bandiera del PD (nel Centrosinistra accade anche questo… non lo sapete?) così come altri possono legittimamente rifiutarsi di aderire ad iniziative in cui sventolino bandiere di Rifondazione Comunista o, in altri casi ancora, quelle della Lega.
Anche qui la regola aurea – lasciata alla sensibilità di pochi – è che nelle manifestazioni che riguardino la Nazione e l’unità nazionale dovrebbe essere presente e sventolare unicamente il tricolore della Repubblica nel quale tutti (o quasi) ci possiamo riconoscere. Chi vuol organizzare lecitamente altri eventi collaterali può farlo, ma in altro momento o in altro luogo.
Ma queste cose l’ANPI le sa? Certo che le sa, immaginiamo noi, ma il gioco è proprio sull’ambiguità di fondo. L’obiettivo dell’ANPI – da quel che sembra – non è essere una parte che organizza la sua manifestazione, ma diventare semmai il punto di riferimento che si appropria della memoria collettiva e la riscrive a suo piacimento. L’ANPI si vede come la “proprietaria” del 25 aprile, utilizzando da un lato il traino dell’evento ufficiale e dall’altro scippando le tradizioni alle associazioni combattentistiche e d’arma che hanno da sempre conservato la memoria della guerra di liberazione.
E il Sindaco che fa? E’ apparso equilibrato nel suo discorso in piazza, ma proprio nell’ANPI ha tanti colleghi oltre che buona parte delle truppe cammellate che colonizzano ogni associazione e ogni tanto ne fondano una nuova: che poteva fare Corrado? Ha chinato il capo anche questa volta, ha lasciato fare e si è prestato al gioco non senza compiacimento.
Nel silenzio del Centrodestra che assiste a fatti e misfatti e non pronuncia parola, a noi sono rimasti negli occhi gli sguardi che passavano di terziglia in terziglia fra militari ed ex militari: “Abbiamo capito tutto… e adesso che facciamo?”.

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Festa della Liberazione: messaggio del Sindaco e programma della cerimonia https://ilquartopotere.it/ricorrenze/festa-della-liberazione-messaggio-del-sindaco-e-programma-della-celebrazione/ https://ilquartopotere.it/ricorrenze/festa-della-liberazione-messaggio-del-sindaco-e-programma-della-celebrazione/#respond Thu, 25 Apr 2024 05:55:50 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=31451 In occasione della Festa della Liberazione, si terrà in mattinata la cerimonia commemorativa che prevedei il seguente programma: – ore 10:00raduno delle autorità, delle associazioni combattentistiche, d’arma  e dei partecipanti  presso  il  Chiostro  del  Palazzo di  Città; – ore 10:15schieramento delle bandiere, labari e stendardi; – ore 10:30deposizione corona di alloro al Milite Ignoto. Al termine corteo lungo […]

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In occasione della Festa della Liberazione, si terrà in mattinata la cerimonia commemorativa che prevedei il seguente programma:

– ore 10:00raduno delle autorità, delle associazioni combattentistiche, d’arma  e dei partecipanti  presso  il  Chiostro  del  Palazzo di  Città;

– ore 10:15schieramento delle bandiere, labari e stendardi;

– ore 10:30deposizione corona di alloro al Milite Ignoto. Al termine corteo lungo Corso Cavour fino a raggiungere Piazza Vittorio Emanuele;

– ore 11:00Piazza Vittorio Emanuele deposizione corona al Monumento dei Caduti

il Sindaco, Prof. Corrado Nicola De Benedittis inoltre ha diffuso un messaggio di riflessione sulla ricorrenza:

25 APRILE

La Festa della Liberazione dal nazifascismo è patrimonio dell’intero Paese.

Fu la gente comune a essere protagonista di un riscatto collettivo.

La Resistenza antifascista, infatti, divenne il primo vero grande movimento popolare dell’Italia postunitaria.

Si trattò del Secondo Risorgimento.

Donne, uomini e soprattutto giovani, di qualsiasi estrazione sociale, seppero mobilitarsi, nell’ora estrema, dell’Italia occupata dai tedeschi, dilacerata dalla guerra civile, violata dai rastrellamenti degli ebrei e umiliata dalle deportazioni.

Si capì che in gioco era la stessa Unità territoriale del Paese e il suo destino civile, politico e morale.

La Resistenza italiana fu la più importante d’Europa per capacità organizzativa e contributo culturale.

Furono infatti personalità, protagoniste della Resistenza, come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Sandro Pertini che nel confino di Ventotene, ebbero forza morale, intellettuale e politica per pensare, contro ogni evidenza dei fatti, un’Europa unita e di pace.

Il 25 aprile è una grande eredità posta nelle nostre mani, nel nostro impegno, nelle nostre passioni più vive.

W l’Italia antifascista e buona Festa della Liberazione!

 

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“Ora e sempre Resistenza!”, l’Anpi invita i cittadini alle celebrazioni del 25 aprile https://ilquartopotere.it/news/ora-e-sempre-resistenza-lanpi-invita-i-cittadini-alle-celebrazioni-del-25-aprile/ https://ilquartopotere.it/news/ora-e-sempre-resistenza-lanpi-invita-i-cittadini-alle-celebrazioni-del-25-aprile/#respond Wed, 24 Apr 2024 05:54:29 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=31379 Il comitato di Sezione ANPI Corato “Maria Diaferia” : “Non possiamo nascondere che ci accingiamo a celebrare la ricorrenza del 25 aprile con una certa apprensione per l’incremento delle tensioni internazionali e la rapida corsa agli armamenti in atto. Siamo in un momento della storia estremamente delicato, che potrebbe portare a un punto di non […]

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Il comitato di Sezione ANPI Corato “Maria Diaferia” :
Non possiamo nascondere che ci accingiamo a celebrare la ricorrenza del 25 aprile con una certa apprensione per l’incremento delle tensioni internazionali e la rapida corsa agli armamenti in atto.
Siamo in un momento della storia estremamente delicato, che potrebbe portare a un punto di non ritorno.

La pace è il maggior bene per l’umanità. Va tutelata, difesa e preservata in ogni modo. Lo abbiamo imparato dalla tragica esperienza della liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. La Resistenza, come la definì David Turoldo, fu “la lotta dell’umano contro il disumano”; essa è la nostra eredità storica e spirituale, e perciò il riferimento a cui attingere per la costruzione di una società pacifica e pacificatrice.

Ci piace innanzitutto ricordare il suo carattere trasversale e interclassista. Si trattò di una lotta di popolo in una fase epocale della storia nella quale gli italiani vennero chiamati a scegliere da che parte stare e a combattere per la loro libertà.

Alla Resistenza parteciparono contadini, artigiani, soldati, molte persone semplici, che in gran parte non si rifacevano a precise cornici ideologiche. Tra questi vi furono tanti meridionali che negli anni precedenti al conflitto emigrarono, spesso con le loro famiglie, in città del Centro e del Nord Italia. Un terzo dei partigiani furono meridionali, spesso impegnati in prima linea nelle azioni più rischiose.

Un contributo fondamentale venne dato anche dagli IMI (Internati Militari Italiani) soldati italiani che si rifiutarono di collaborare alla politica del Reich e vennero internati nei campi di concentramento. Tantissimi coratini furono tra questi. E tante storie di questi IMI devono ancora essere portate alla luce.

Nel ricordo di questi uomini e di queste donne dobbiamo sforzarci di continuare a camminare sui sentieri della difesa del pluralismo delle idee e della concordia. Il futuro del nostro Paese e della nostra comunità cittadina dipendono dalla nostra capacità di essere custodi di questo immenso patrimonio consegnatoci dai nostri genitori e dai nostri nonni.

Non ci pare, infine, irrilevante ricordare come la lotta antifascista partì dall’immane sforzo di salvaguardare il pluralismo delle idee. Tutti i regimi si caratterizzarono per l’eliminazione del dissenso. Anche oggi, perfino nel nostro Paese, non mancano tentativi di oscurare le voci critiche verso il potere. Ci preoccupa non poco il clima di censura che si sta profilando in Italia: la triste vicenda in cui è incappato lo scrittore Antonio Scurati, il quale non ha potuto tenere un discorso sul 25 aprile in un programma della televisione pubblica, è solo l’ultima. A questo episodio vanno aggiunti il comunicato stampa dei dipendenti della RAI e le querele utilizzate da esponenti del governo contro alcuni intellettuali con una leggerezza sconcertante.

Per tutte queste ragioni, oltre nel consueto ricordo del sacrificio di coloro che ci hanno consegnato la libertà, invitiamo simpatizzanti e comuni cittadini a partecipare alle celebrazioni del 25 aprile!

Ora e sempre Resistenza!”

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In piazza Sedile un evento dell’Anpi a ottant’anni dalla Resistenza https://ilquartopotere.it/appuntamenti/in-piazza-sedile-un-evento-dellanpi-a-ottantanni-dalla-resistenza/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/in-piazza-sedile-un-evento-dellanpi-a-ottantanni-dalla-resistenza/#respond Tue, 05 Sep 2023 06:05:11 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=27528 Nell’ambito del cartellone dell’estate coratina “Sei la mia Città”, l’8 settembre alle 18,00 in Piazza Sedile, l’ANPI Corato propone il suo secondo appuntamento in occasione degli 80 anni dalla Resistenza. L’evento sarà articolato in due momenti, entrambi strettamente legati da un preciso fil rouge: 8 settembre 1943. Il primo riguarda il ruolo giocato dalle donne […]

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Nell’ambito del cartellone dell’estate coratina “Sei la mia Città”, l’8 settembre alle 18,00 in Piazza Sedile, l’ANPI Corato propone il suo secondo appuntamento in occasione degli 80 anni dalla Resistenza.

L’evento sarà articolato in due momenti, entrambi strettamente legati da un preciso fil rouge: 8 settembre 1943.
Il primo riguarda il ruolo giocato dalle donne nella Resistenza attraverso le recenti pubblicazioni di Vincenzo Catalano e Antonio Filicaia, autori dei primi due libri sulle partigiane Maria Diaferia e Cordelia Lasorsa della collana “Vite partigiane”, edita da Radici Future, con la presenza di Pasquale Martino, Presidente provinciale ANPI di Bari.
Il secondo momento riguarda la vicenda degli IMI (Internati Militari Italiani) con la testimonianza di Pasquale Caputo, che racconterà la sua avventura sulle orme di suo padre Francesco, Internato Militare Italiano negli Stammlager nazisti, supportato dal Generale di C.A. Giuseppenicola Tota.
A moderare la serata ci sarà Savino Lastella (ANPI Corato).
È prevista, altresì, la presenza del sindaco Corrado De Benedittis.

 

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