Recovery fund Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/recovery-fund/ Le notizie sotto un'altra luce Sat, 19 Jun 2021 09:53:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Recovery fund Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/recovery-fund/ 32 32 Dietro la siepe… anche la luce https://ilquartopotere.it/news/economia/dietro-la-siepe-anche-la-luce/ https://ilquartopotere.it/news/economia/dietro-la-siepe-anche-la-luce/#respond Sat, 19 Jun 2021 09:53:16 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12239 A cura di Gaetano Bucci Due sono i maggiori argomenti della piazza e del palazzo degli ultimi giorni, dopo l’irrisolto enigma della “piovra e dei tentacoli” che ha stuzzicato la “fantasia in giallo” di qualche amante di gigantografie. Il primo è quello della sicurezza legata alle turbolenze e intemperanze di un po’ di ragazzi scapestrati […]

L'articolo Dietro la siepe… anche la luce proviene da Il Quarto Potere.

]]>
A cura di Gaetano Bucci

Due sono i maggiori argomenti della piazza e del palazzo degli ultimi giorni, dopo l’irrisolto enigma della “piovra e dei tentacoli” che ha stuzzicato la “fantasia in giallo” di qualche amante di gigantografie.

Il primo è quello della sicurezza legata alle turbolenze e intemperanze di un po’ di ragazzi scapestrati che quasi ogni sera in piazza Di Vagno e altri vicoli del centro storico alzano le mani dopo aver alzato il gomito.
L’altro è la discussione sul futuro economico di Corato a partire da quello industriale e artigianale, dopo la stagione siccitosa e amara della pandemia e dopo gli anni di afasia istituzionale.
Tutti, da qualche settimana, ci aspettiamo di tornare alla vita piena. Gli imprenditori, che per natura guardano al domani, sperano che si torni rapidamente al fare e, anche, all’affare. Direttamente o indirettamente sono tutti confidenti che sta per partire un nuovo ciclo produttivo e che il volano sarà dato dalla manna del Recovery Fund. Più soldi, più investimenti. Più consumi, più lavoro. Sarà vero? Chi vivrà, vedrà. Non sempre, però, è stato così. Anche perché la manna, seppure esista, non cade uguale ovunque. Oppure, quando cade, non nutre chi ha più fame ma chi ha più destrezza ad acchiapparla.
Intanto su una cosa destra e sinistra, liberisti e statalisti, continuano ad essere d’accordo ed è proprio sul fatto che la molla che muove la vita e la storia sia l’economia; i primi guardando al libero scambio e al profitto, i secondi guardando ai consumi e al welfare. Ai primi interessa più lo sviluppo che il progresso, ai secondi il contrario. Almeno così in teoria, se non fosse che la storia ha spesso mostrato il contrario.
Non si sa ancora se in questo momento siano valide le teorie di Keynes che privilegiano gli interventi pubblici o quelle di Hayek che spostano l’iniziativa sull’azione dei privati e del mercato.
Nel dubbio dei grandi sistemi, a Corato voliamo basso basso e parliamo del rapporto tra sistema produttivo e nuova amministrazione. Gocce nell’oceano, ma pur sempre gocce di vita e scintille di speranza.
Così è avvenuto che l’altra sera, lunedì 14 giugno, al fresco della bella e ariosa terrazza del Corato Executive Center, una parte del mondo imprenditoriale di Corato ha incontrato una parte della politica locale per parlare non di vuote amenità ma di “faccende di sostanza” per le quali ne va una parte cospicua del nostro futuro. Diciamo “una parte”, in quanto sia i decisori politici che gli imprenditori presenti non esaurivano l’intero e complesso mondo delle pubbliche istituzioni e della economia, locale e sovralocale. Nonostante ciò, il valore, anche simbolico, dell’incontro è stato senza dubbio notevole, anche per misurare le reciproche forze e le vere intenzioni di collaborazione.
Ad incontrarsi, dicevamo, sono state da un lato una rappresentanza di chi primariamente guarda al fatturato e allo “sviluppo”, ovvero gli imprenditori, dall’altra una rappresentanza di quel governo cittadino di ispirazione di sinistra che, viceversa, primariamente guarda, o guarderebbe, al welfare e al “progresso”. E siccome i registri e le prospettive erano diversi, nonostante a parole si sia detto il contrario, è stato difficile incontrarsi su precisi punti programmatici comuni. Anzi, per la verità, nessuna road map, con tempi ed obiettivi precisi, si è configurata. Non ne hanno fatto richiesta gli imprenditori e non ce l’avevano gli amministratori. Insomma, da una parte e dall’altra, la fuffa è stata proporzionale ai molti discorsi fatti. Cioè tanta.
Il sindaco Corrado De Benedittis ha fatto un lungo discorso “intenzionale”, più che programmatico. Ha sciorinato, col solito eloquio impreziosito di metafore e metonimie, tutte le varie possibilità di una “scala paradisi” per il progresso di Corato che, sic stantibus rebus, non ci sarà. Il suo è stato un discorso che è andato ben oltre le striminzite parole contenute nel programma elettorale in cui la questione complessiva dello “sviluppo economico” di Corato veniva liquidata in tre paginette. Il suo dire è stato un “bel sognare”, senza riferimenti a progetti, risorse e tempi precisi Non solo, dispiace dirlo ma il bravo Corrado De Benedittis, corroborato dai suoi assessori, ha anche annunciato novità piuttosto contraddittorie rispetto a quanto inserito nel programma elettorale.
Per esempio, si è detto l’altra sera come l’aumento degli “indici di fabbricabilità” non debbano essere aumentati in quanto di cubatura produttiva a Corato ce n’è già tanta. Oppure che gli interventi sulle infrastrutture primarie non possono essere eseguiti “con urgenza” come da programma in quanto i tempi delle carte e degli uffici sono “tempi biblici”, non solo per causa del Covid ma anche per la endemica mancanza di personale.
Non stiamo qui a riprendere tutti gli interventi dei singoli assessori, riportati alquanto generosamente dalla stampa locale. Diciamo però che essi sono sembrati, in diversi i casi, piuttosto off topic. Interventi “fuori traccia” non per incompetenza sulla materia, ma per scarsa confidenza con la “realtà concreta ed effettuale” del mondo produttivo di Corato.
Per esempio, l’assessore ai Lavori pubblici che ha fatto una lezione sulla “teoria e prassi della burocrazia” non è stato proprio il massimo, anche perché ha detto ciò che tutti sappiamo, ovvero che di burocrazia si muore. Mentre, invece, la città produttiva si aspettava risposte su interventi urgenti e mirati sulle pubbliche infrastrutture, sulle strade, sui servizi, sulle reti di comunicazione ed altro ancora.
Idem con patate si potrebbe dire dell’intervento dell’assessora alle attività produttive. Ci si aspettava, che so, qualche bella proposta per rilanciare il “brand Corato”, magari abbozzando la necessità di unire l’agroalimentare con l’industriale e il commerciale. Invece niente. Eppure le possibilità e le occasioni fieristiche e di scambio non mancheranno con la ripresa. Invece, niente di niente.
Stessa cosa si potrebbe dire riguardo al futuro urbanistico di Corato e delle zone produttive. È stato detto, anche qui, ciò che sanno anche i bambini e cioè che l’intera città e, soprattutto, le zone industriali e artigianali sono nate male e cresciute peggio tramite speculazioni e favoritismi. Niente è stato detto su ciò che sarà, se non che si agirà con l’arte tanto cara a Renzo Piano “del rammendo e della ricucitura”. In che cosa consisterà questa superiore arte sartoriale a Corato e nelle zone produttive non è però dato sapere. Né si è fatto riferimento al nuovo PUG, che l’ex sindaco Mazzilli dice di aver lasciato pronto e in bella vista negli uffici, come la Bibbia e i Vangeli messi insieme.
E neanche si è fatto cenno al Regolamento edilizio che pare tutti aspettino come l’ossigeno in sala di rianimazione.
Ci fermiamo qui per non rischiare il linciaggio e veniamo agli imprenditori, i quali presenti in gran numero hanno però ben interpretato solo il ruolo dei “generosi lagnatori’.
Da loro ci si aspettava non solo qualche legittima richiesta di specifici interventi e una vaga dichiarazione di disponibilità a collaborare, ma una idea e magari un documento scritto e firmato sul futuro produttivo di Corato. Ciò in attesa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alla luce delle recenti opportunità di mercato, delle nuove professionalità richieste e anche dei diritti dei lavoratori, oltre che delle imprese.
Da loro ci si aspettava la provocazione di lavorare per un Consorzio del territorio perché l’idea del sindaco di un “consorzio coratino” è piuttosto minimale, dati i tempi e dati certi giganti del fatturato che risiedono a Corato e nel vasto territorio del Nord-Barese e della BAT.
Conclusione. Tutto inutile e tutto tempo perso? No, assolutamente no. Bisogna imparare, e forse lo si è fatto, anche da questi “incontri di studio reciproco”.
Che cosa bisogna imparare o si è già capito? Prima di tutto che forse non è né possibile né augurabile un’altra amministrazione per Corato.
Bisogna che il Palazzo abbia però ben chiara una cosa, ovvero che la risorsa “tempo” per chi produce non è una variabile dipendente.
Come pure bisogna che una volta per tutte il mondo produttivo di Corato si riunisca in un Forum oppure che convochi i propri “Stati Generali” allargati al territorio, alla regione ed oltre, e si faccia portatore di una idea nuova, moderna e, direi, anche “forte e intraprendente” del futuro produttivo.
Ci sono a Corato tutte le potenzialità di risorse materiali e finanziarie, e soprattutto di risorse umane e competenze manageriali per farlo.
C’è inoltre una nuova generazione di imprenditori che ha “capacità di visione” e “grande forza di comunicazione”. C’è già potenzialmente a Corato ciò che serve per affrontare le nuove sfide e, questa volta, anche per generare ampie ricadute sulle persone e sul territorio.
Andiamo avanti. Dietro la siepe non c’è solo il buio ma anche la luce.

 

 

L'articolo Dietro la siepe… anche la luce proviene da Il Quarto Potere.

]]>
https://ilquartopotere.it/news/economia/dietro-la-siepe-anche-la-luce/feed/ 0
Fiducia a Draghi, Piarulli (M5s): «Parità di genere e più sud in un Governo che sfrutti le risorse e faccia subito le riforme»   https://ilquartopotere.it/news/politica/fiducia-a-draghi-piarulli-m5s-parita-di-genere-e-piu-sud-in-un-governo-che-sfrutti-le-risorse-e-faccia-subito-le-riforme/ https://ilquartopotere.it/news/politica/fiducia-a-draghi-piarulli-m5s-parita-di-genere-e-piu-sud-in-un-governo-che-sfrutti-le-risorse-e-faccia-subito-le-riforme/#respond Mon, 15 Feb 2021 15:39:17 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=10262  «Purtroppo questo governo non ha mantenuto la continuità nei ministeri Mise e Pubblica amministrazione, non è stata garantita la parità di genere e 18 ministri sono del nord contro soli 5 del sud». Così la senatrice Angela Anna Bruna Piarulli, del Movimento cinque stelle, alla vigilia del voto di fiducia di Palazzo Madama all’esecutivo di […]

L'articolo Fiducia a Draghi, Piarulli (M5s): «Parità di genere e più sud in un Governo che sfrutti le risorse e faccia subito le riforme»   proviene da Il Quarto Potere.

]]>
 «Purtroppo questo governo non ha mantenuto la continuità nei ministeri Mise e Pubblica amministrazione, non è stata garantita la parità di genere e 18 ministri sono del nord contro soli 5 del sud». Così la senatrice Angela Anna Bruna Piarulli, del Movimento cinque stelle, alla vigilia del voto di fiducia di Palazzo Madama all’esecutivo di Mario Draghi.

La parlamentare, pur restando nel movimento ed essendo orientata, come altri componenti del gruppo, a votare «sì» alla nuova compagine governativa, manifesta un atteggiamento critico, ma costruttivo, puntando l’attenzione su territori e relative competenze, al fine di dare slancio alla nuova amministrazione del Paese.

Sulla parità di genere, «i ministeri non devono essere divisi con un’equa ripartizione tra donne e uomini – osserva Piarulli – e la parità non si ottiene attribuendo, sic et simpliciter, ruoli alle donne, ma sulla base di altri più importanti indici. Se dare un senso alle donne vuole dire mettere ministri senza competenze specifiche, allora saremmo solo nel medioevo».

Quanto ai territori, «la Puglia è stata oggettivamente penalizzata – fa ancora notare la parlamentare -, nonostante i 40 originari parlamentari eletti nel movimento, e non vorrei che passi il messaggio che non ci fossero tecnici, in quanto proprio la sottoscritta è un dirigente di una pubblica amministrazione da 25 anni , direttore di carcere in aspettativa, abilitata alla professione forense e avvocato referente del contenzioso per la Puglia e la Basilicata con riferimento all’amministrazione penitenziaria. Inoltre, abbiamo perso, purtroppo, una perla dal nome di Giuseppe Conte»

In altre parole, «ora occorre una rappresentanza di meridionali e pugliesi, proprio per eliminare divario fra nord e sud ed investendo così le risorse  del “Recovery fund” per fare subito le riforme che servono al Paese, nonché – conclude Piarulli – la presenza di donne  “competenti”, proprio per la loro intelligenza e sensibilità».

L'articolo Fiducia a Draghi, Piarulli (M5s): «Parità di genere e più sud in un Governo che sfrutti le risorse e faccia subito le riforme»   proviene da Il Quarto Potere.

]]>
https://ilquartopotere.it/news/politica/fiducia-a-draghi-piarulli-m5s-parita-di-genere-e-piu-sud-in-un-governo-che-sfrutti-le-risorse-e-faccia-subito-le-riforme/feed/ 0
Al primo posto l’interesse del Paese https://ilquartopotere.it/news/politica/al-primo-posto-linteresse-del-paese/ https://ilquartopotere.it/news/politica/al-primo-posto-linteresse-del-paese/#respond Mon, 15 Feb 2021 13:53:28 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=10253 L’interesse del Paese è nelle preoccupazioni di tutti i partiti, da quelli che contano di più perché forniti di un certo numero di consensi a quelli che di consensi ne riscuotono pochi. Insomma, comunque siano e comunque vadano le cose, i cittadini possono stare tranquilli e dormire sereni confidando nella classe politica che ha un […]

L'articolo Al primo posto l’interesse del Paese proviene da Il Quarto Potere.

]]>
L’interesse del Paese è nelle preoccupazioni di tutti i partiti, da quelli che contano di più perché forniti di un certo numero di consensi a quelli che di consensi ne riscuotono pochi.

Insomma, comunque siano e comunque vadano le cose, i cittadini possono stare tranquilli e dormire sereni confidando nella classe politica che ha un solo chiodo fisso: l’interesse del popolo e del Paese nelle sue molteplici componenti.  

Anche quando le scelte sembrano palesemente andare a scapito della gente, c’è sempre un motivo che emerge subito  per giustificarle in nome del superiore interesse del Paese.

Grande e quasi commovente questo “interesse” che, oggi in particolare, viene sbandierato con maggiore energia proprio in quanto si registra la latitanza (= l’inerzia) delle forze politiche dinanzi ai problemi seri dai quali è  veramente arduo venire fuori.

In Europa qualcuno torna a mormorare sulla nostra scarsa capacità di agire anche in presenza di cospicue risorse finanziarie: 209 miliardi agganciati al cosiddetto Recovery fund costituiscono l’ancora di salvataggio, il provvidenziale assist per mettere ordine nei conti e nelle faccende di un certo rilievo.

E che è  toccato di vedere qualche tempo fa ? Confusione delle lingue  sulla programmazione e sulla destinazione dei fondi perché ogni singolo soggetto politico presente in Parlamento ha da dire  la sua, sempre,  e sempre … per l’interesse del Paese.

Intanto, le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee: il tasso di disoccupazione schizzerà ulteriormente in alto, molte aziende continueranno a chiudere battenti, a fronte di nuove aperture (poche ma  confortanti), tantissimi  giovani penseranno di andare via.

Ma, a parte i numeri sempre ballerini specie in questa materia, il lavoro, quello concreto, sta mancando, colpa della pandemia che ha flagellato e continua a flagellare settori vitali come il turismo e la ristorazione, ma non solo della pandemia.

I finanziamenti destinati alle imprese sarebbero in grado di rimettere sui giusti binari i vagoni, non proprio comodi,  sui quali viaggiamo da parecchi anni verso imprecisate mete.

Stiamo barcollando senza una precisa cognizione del cammino da compiere, quasi del tutto impreparati ad affrontare il nuovo che ci  attende al varco, giudice impietoso e intollerante di fronte alle inadempienze accumulatesi nel tempo.

Sì, è vero: l’emergenza sanitaria è capitata ad aggravare una situazione in termini anche di dolorosi lutti,  ma le criticità erano già presenti nel Paese e le disfunzioni nella gestione della cosa pubblica pure.

Pochi e piccoli segnali positivi prima del covid, poi la discesa nei gironi della precarietà e delle ristrettezze per centinaia di migliaia di famiglie,  fino all’attesa decisione dell’Ue di intervenire con una massiccia dose di liquidità, dietro presentazione di piani esplicativi della spesa.

Su questo le volontà politiche si sono miseramente arenate mostrando i limiti di una cultura di governo povera di ossigeno, priva di intuizioni e di inventiva, debitamente mascherata con la ricerca di altre formule per giungere al solito obiettivo di realizzare l’interesse degli italiani, con parole che si sprecano.

E le elezioni invocate per rinnovare i quadri parlamentari, elezioni che avvengano oggi, domani o dopodomani,  a cosa servirebbero ?

Cavour ebbe modo di vedere un’Italia geograficamente fatta, essendo venuto a mancare il 6 giugno del 1861, circa tre mesi dopo la promulgazione dell’unità nazionale, datata 17 marzo.

Non ebbe, quindi,  modo di vedere neanche per un po’ come si potevano fare gli “italiani” che, nel pensiero di Massimo D’Azeglio, era del tutto indispensabile e forse ben più difficile dell’avvenuta unificazione del Paese.

Negli anni, non si è proprio riusciti a costruire una coscienza civile, nel senso autentico di cultura di appartenenza ad un unico ceppo; l’Italia è lunga e le differenze fra i suoi cittadini, esaminati da nord a sud, sono tante, da alcuni ritenute risorse, da altri assolutamente divisive e generatrici di graduatorie di merito, quando non di razza.

Quello che qui si lamenta è l’assenza appunto di una identità che induca a guardare oltre il recinto personale, ovvero corporativo o partitico, per dare spazio a quelle convenienze collettive che presiedono ad un organico avanzamento dell’intera comunità sulla via del progresso.

Sin qui, l’individualismo ha avuto la meglio e i danni sono stati enormi: ricorrere ai soliti pannicelli caldi come lenitivo per le innumerevoli parti dolorose non rende più e, comunque, si tratta di rimedi ormai superati.

Ora occorrono visioni chiare della realtà e numeri precisi per guidare la nazione: l’avventurismo,  il pressapochismo e il populismo che hanno distinto gli ultimi decenni hanno fatto comprendere che il ricorso alle consultazioni risulta infruttuoso se mancano preparazione, competenza e  senso dello Stato.

E chiamare il blasonato personaggio a districare l’ingarbugliata matassa, qual novello Cincinnato (cosa ripetuta di recente), significa, in fondo in fondo, occuparsi delle priorità momentanee,  per  poi tirare a campare.

Non va ! Non va così,  e peggio sarà se non si pensa di riparare recuperando i valori essenziali che possono aiutarci a forgiare una coscienza diversa.

Abbiamo proprio bisogno di una coscienza nuova che ci sensibilizzi e che ci abiliti a quella coesione sociale capace di farci comprendere come contribuire veramente all’interesse del Paese, all’interesse generale nel quale alberga il sano interesse di ognuno: è dal basso che deve salire l’incipit della svolta.

Uno sforzo per ciascuno di noi non semplice,  nel quale servirà senz’altro l’aiuto di  Chi  lassù ci ama.

L'articolo Al primo posto l’interesse del Paese proviene da Il Quarto Potere.

]]>
https://ilquartopotere.it/news/politica/al-primo-posto-linteresse-del-paese/feed/ 0