Individuazione area ipc L. Tandoi Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/individuazione-area-ipc-l-tandoi/ Le notizie sotto un'altra luce Tue, 11 Apr 2023 06:45:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Individuazione area ipc L. Tandoi Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/individuazione-area-ipc-l-tandoi/ 32 32 Nuovo Istituto Professionale Oriani-Tandoi: quali possibili soluzioni all’individuazione dell’area? (Seconda parte) https://ilquartopotere.it/news/cronaca/quali-possibili-soluzioni-allindividuazione-dellarea-per-il-nuovo-istituto-professionale-oriani-tandoi/ https://ilquartopotere.it/news/cronaca/quali-possibili-soluzioni-allindividuazione-dellarea-per-il-nuovo-istituto-professionale-oriani-tandoi/#respond Tue, 07 Mar 2023 06:43:04 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=24318 Di Vincenzo Petrone “libero pensatore” Dopo la pubblicazione dell’articolo “Individuazione dell’area per il nuovo Istituto Professionale Oriani – Tandoi” del 5 marzo che di seguito riproponiamo, così come annunciato, procediamo con la seconda parte che pone l’attenzione sulle possibili soluzioni alle problematiche precedentemente trattate circa l’individuazione dell’area: (Video) “Oriani-Tandoi”: a che punto siamo? Risponde il […]

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Dopo la pubblicazione dell’articolo “Individuazione dell’area per il nuovo Istituto Professionale Oriani – Tandoi” del 5 marzo che di seguito riproponiamo, così come annunciato, procediamo con la seconda parte che pone l’attenzione sulle possibili soluzioni alle problematiche precedentemente trattate circa l’individuazione dell’area:

(Video) “Oriani-Tandoi”: a che punto siamo? Risponde il consigliere delegato all’Istruzione Città Metropolitana Prof. Marco Bronzini

Seconda parte

D) Possibile soluzione

Dalle note precedenti derivano diverse criticità:
– Procedura ipotizzata, PdL d’Ufficio NON idonea
– Area individuata potenzialmente non idonea
– Necessità di esproprio con esborsi anche importanti
– Necessità della VARIANTE urbanistica del P.R.G.

La soluzione di queste problematiche è riscontrabile in quella procedura che è la
“concertazione istituzionale” attuabile con il ricorso all’ACCORDO di PROGRAMMA (A.d.P.) di cui all’art.34 del D.Lgs. n. 267/2000 Testo Unico Enti Locali (TUEL).

Ricordiamo che l’A.d.P. rappresenta la modalità che le pubbliche amministrazioni adottano per semplificare e accelerare processi amministrativi in cui più amministrazioni collaborano al raggiungimento di finalità comuni.
Nel caso specifico le Amministrazioni interessate sono:
– la Regione per la variante urbanistica e conseguente Valutazione Ambientale Strategica;
– la Città Metropolitana per il finanziamento, la realizzazione e la proprietà dell’opera;
– il Comune per la messa a disposizione dell’area e per la variante urbanistica. Senza dimenticare i proprietari delle aree da sottoporre ad esproprio e/o cessione volontaria a prezzo concordato e gli altri Enti comunque interessati da eventuali vincoli che caratterizzano l’area oggetto d’intervento.
Osserviamo che nel caso specifico i requisiti fondamentali per legittimare un A.d.P.
suddistono. Infatti si ha:

interesse pubblico, inteso come verifica dei presupposti rilevanti dell’opera rispetto alle funzioni istituzionali perseguite dalle singole Amministrazioni nello svolgimento delle attività previste dai rispettivi ordinamenti
definizione di un ambito di trasformazione, inteso come intervento puntuale di opera
pubblica o programma di interventi
certezza delle fonti di finanziamento, in quanto gli Enti sottoscrittori finanziano
l’iniziativa in oggetto
condivisione unanime dell’iniziativa: dal punto di vista procedurale, l’accordo di
programma raggiunge gli esiti positivi della concertazione attraverso il meccanismo
della Conferenza di Servizi, dove le esigenze composite dei vari Enti, il rispetto delle
disposizioni legislative, i vincoli, le prescrizioni, trovano nel momento dialettico del
confronto, il presupposto la sua piena condivisione
Si evidenzia che nel nostro caso l’A.d.P. comportando la Variante al P.R.G., ai sensi dell’articolo 81 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, deve essere adottato con decreto del presidente della Regione e sostituisce il permesso a costruire, sempre che vi sia l’assenso del comune interessato. Infatti, ove l’accordo comporti variazione degli strumenti urbanistici, l’adesione del sindaco deve essere ratificata dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza.

L’approvazione dell’accordo di programma comporta la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle medesime opere; tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non hanno avuto inizio entro tre anni.

Di conseguenza con la pubblica utilità è possibile operare l’esproprio dell’area necessaria alla realizzazione dell’Istituto.

E) Individuazione dell’area

Si ritiene a questo punto evidenziare un’altra opportunità/necessità e che riguarda
l’individuazione dell’area anche al fine di ridurre il costo dell’esproprio.

Secondo chi scrive occorre fissare la propria attenzione su aree a destinazione agricola ad es. sempre in prossimità della stazione Bari Nord, invece di guardare a sinistra e quindi coinvolgere l’area industriale è possibile guardare a destra ed osservare che ci sono ampie aree (anche >> di 5 ha) con destinazione agricola che ben si prestano ad essere interessate dalla realizzazione dell’opera.

Altra possibiltà potrebbe essere l’area limitrofa all’attuale liceo Artistico in via Lago Baione anche se quest’area è interessata dalla realizzazione della scuola media (ma quando si farà? Se si farà?)

Altra possibilità potrebbe essere l’area “F” di pertinenza dell’ospedale, che sicuramente non necessita di ampliamenti, salvo il fatto che quest’area è attualmente in parte gravata dal vincolo P.A.I.

Infine lancio un’ultima idea, visto che da più parti è sorta l’esigenza di realizzare il nuovo palazzetto dello sport, perché non prendere in considerazione il fatto di poter inserire nell’A.d.P. anche questa possibilità?

 

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Queste note vogliono essere un contributo al dibattito sviluppatosi sui media e in Commissione Consiliare Urbanistica del 02-03-2023 sul tema “Area per la realizzazione del nuovo Istituto Professionale ORIANI-TANDOI”

Per la complessità del tema è opportuno dividere la trattazione in due parti

Prima parte

I DATI

La Città Metropolitana di Bari (C.M.B.) con D.C. n.50 del 29.04.2021 approvava il Piano Triennale delle Opere Pubbliche con la previsione della realizzazione nel territorio di Corato di un nuovo edificio scolastico con l’onere per il Comune di individuare e rendere disponibile un’area della estensione di circa 3 Ha;
Il Comune con D.G.C. n°19 del 18-2-2022 dava l’indirizzo politico al dirigente del settore Urbanistica di trasmettere alla C.M.B. la deliberazione con l’individuazione in zona D3 dell’area per la realizzazione del nuovo edificio scolastico (ovviamente senza alcuna disponibilità in quanto attualmente in proprietà privata).
Inoltre, nell’ottica di poter reperire gratuitamente quest’area, si sollecitava lo stesso
Dirigente di dare incarico per modificare ed aggiornare il P.I.P. sostituendolo con un
Piano di Lottizzazione di iniziativa pubblica non ablativo fatta salva la verifica di
eventuale variante urbanistica allo strumento urbanistico;
• Il dirigente del Settore Urbanistica in ottemperanza degli indirizzi di cui sopra, con
determina n.2207 del 13-12-2022 dava incarico all’arch. Fuzio di redigere per la zona D3 il Piano di Lottizzazione/particolareggiato di iniziativa pubblica non ablativo

PROBLEMATICHE

A) Applicabilità del Piano di lottizzazione d’ufficio
• Facciamo subito notare che un P.d.L. d’Ufficio se dichiarato “NON ABLATIVO” NON
trova riscontro normativo tanto a livello nazionale quanto a livello regionale.
• Certamente il solo P.d.L. d’ufficio è legittimo ma a condizione. Infatti (Cons. Stato Sez.IV n.5501/2011) la formazione d’ufficio del piano a livello nazionale è disciplinato dai commi 11 e 12 dell’art. 28 L. 17 agosto 1942 n. 1150, che rispettivamente recitano:
– comma 11: “il sindaco ha facoltà di invitare i proprietari delle aree fabbricabili esistenti nelle singole zone a presentare entro congruo termine un progetto di
lottizzazione delle aree stesse. Se essi non aderiscono, provvede alla compilazione
d’ufficio.”
– comma 12: “Il progetto di lottizzazione approvato con le modificazioni che l’autorità
comunale abbia ritenuto di apportare è notificato per mezzo del messo comunale ai
proprietari delle aree fabbricabili con invito a dichiarare, entro 30 giorni dalla  notifica, se l’accettino. Ove manchi tale accettazione, il sindaco ha facoltà di variare il progetto di lottizzazione in conformità alle richieste degli interessati o di procedere all’espropriazione delle aree.”
• Ed inoltre è sempre legittimo nel caso in cui i proprietari delle aree non abbiano realizzato le opere di urbanizzazione ovvero non abbiano accettato di stipulare la convenzione.
• A livello regionale l’ultimo caporigo dell’art.27 della L.R. n.56/1980 recita: “…Per la
lottizzazione d’ufficio si segue il procedimento di formazione ed approvazione del piano
particolareggiato, dopo che ai proprietari degli immobili interessati sia stato inutilmente
rivolto dal sindaco l’invito a presentare, entro un termine prefissato e congruo, il piano di
lottizzazione convenzionata.
Nel caso specifico per la zona D3, fatta salva l’impossibilità d’esproprio, è tutt’ora vigente il Piano Particolareggiato del 1987 (P.P.). Questo significa che il Comune non ha mai proceduto con gli espropri neanche delle aree a servizi. Motivo per cui i legittimi proprietari delle aree D3 sono stati impediti nel realizzare gli interventi.
Nel 2009 detta area è stata oggetto di Piano per Insediamenti Produttivi (P.I.P.) che però si è fermato a livello di ADOZIONE e non di approvazione, motivo per cui oggi non ha validità alcuna dal momento che sono trascorsi anche i tempi di salvaguardia.
In altre parole il Piano Particolareggiato del 1987 è tutt’ora ultrattivo ma senza possibilità di esproprio.
Resta il fatto che i proprietari delle aree, nell’uno (P.P.) e nell’altro caso (P.I.P.), non sono mai stati coinvolti di conseguenza vengono meno i precedenti presupposti (commi 11 e 12 dell’art. 28 L. 1150/’42) per la redazione della lottizzazione d’ufficio.
Si evidenzia che mentre il normale P.d.L. di iniziativa privata comporta automaticamente che i lottizzanti volontariamente e gratuitamente cedono al Comune le aree tanto per le urbanizzazione primarie quanto per le urbanizzazioni secondarie, lo stesso non accade nel piano attuativo di iniziativa pubblica sia che si tratti:
– di Piano Particolareggiato;
– di Piano per gli insediamenti produttivi;
– di Piano di lottizzazione d’ufficio.
Tutti piani che comportano l’esproprio o la cessione volontaria con prezzo concordato.
Infatti, atteso che la Costituzione (art.42) salvaguardia la proprietà privata, ci si chiede a che titolo si potranno pretendere/ottenere le aree che interessano al Comune in maniera NON ABLATIVA ossia senza ricorrere all’esproprio?
Quindi qualunque sia la tipologia di Piano Attuativo che si predispone, l’esproprio è
obbligatorio.

B) L’idoneità dell’area individuata come sede (repetita juvant)
Su questo argomento ho già espresso il mio parere su un altro articolo sempre su questa testata, ma ritengo necessario ribadirlo. Infatti osserviamo che l’intervento pubblico interessa la realizzazione di una scuola non dell’obbligo per cui, secondo il Dm 1444/’68, l’area va reperite  tra le aree “F” destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale. (ossia destinata ad attrezzature collettive a disposizione della generalità dei cittadini) e non tra le aree “Fi” che vengono individuate nei vari piani attuativi e che sono gli standard a servizio dei vari piani urbanistici esecutivi. Quindi l’area su cui realizzare la scuola non può essere sottratta alle aree “Fi” costituenti standard urbanistici della zona industriale.
Infatti il DM 1444/68 all’art. 4 per le zone “F” ci dice che queste aree vanno individuate nella misura di 17,50 mq/abitante di cui 1,50 mq/abitante per le attrezzature per l’istruzione superiore all’obbligo.

Se proprio si vuol reperire quest’area nella zona indistriale D3 occorre procede con l’esproprio dei circa tre ettari e di conseguenza le aree industriali D3 passano da 30.50 ha a 27.50 ha, senza dimenticare che si andrebbe ad espropriare una zona industriale al valore di mercato e che potrebbe scattare la reiterazione dei vincoli con un ulteriore indennizzo pari a circa 1/3 del valore d’esproprio.

C) L’esproprio
In realtà l’esproprio non si può attuare direttamente in quanto mancano i presupposti di legge. Infatti per poterlo attuare occorre aver redatto il Progetto dell’opera pubblica (scuola di II grado) da realizzare e che attualmente non esiste. Solo in queste condizioni si può attuare l’esproprio insieme alla necessaria VARIANTE urbanistica del Piano Regolatore generale (P.R.G.).

Come anticipato dato la complessità dell’argomento abbiamo suddiviso l’articolo in due parti, nella pubblicazione della Seconda tratteremo la Possibile soluzione. 

Intanto, riproponiamo l’intervista al consigliere delegato all’Istruzione Città Metropolitana, prof. Marco Bronzini, avendo la nostra redazione trattato più volte questa questione che sembra assumere contorni sempre più spinosi per la nostra amministrazione.

(Video) “Oriani-Tandoi”: a che punto siamo? Risponde il consigliere delegato all’Istruzione Città Metropolitana Prof. Marco Bronzini

 

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