Ideologia Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/ideologia/ Le notizie sotto un'altra luce Sun, 12 May 2024 06:36:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Ideologia Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/ideologia/ 32 32 Corrado nella Piazza Rossa https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-nella-piazza-rossa/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-nella-piazza-rossa/#respond Sun, 12 May 2024 06:37:46 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=31732 “Il segretario galante” era un agile manualetto utilizzato nei tempi andati, quando ancora si usava scrivere lettere all’innamorata, dal quale si potevano attingere frasi, aforismi o missive belle e pronte per far colpo sull’altra metà del cielo. Questa considerazione iniziale, apparentemente slegata dal contesto politico, ci introduce alla psicologia di Corrado e, in un certo […]

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“Il segretario galante” era un agile manualetto utilizzato nei tempi andati, quando ancora si usava scrivere lettere all’innamorata, dal quale si potevano attingere frasi, aforismi o missive belle e pronte per far colpo sull’altra metà del cielo. Questa considerazione iniziale, apparentemente slegata dal contesto politico, ci introduce alla psicologia di Corrado e, in un certo senso, alla mistica del suo governo. Corrado immagina se stesso come lo sposo della Città di Corato, ritenendosi tra l’altro il miglior partito possibile, ed ha costantemente bisogno di rinnovare un rapporto che egli non considera razionale, funzionale o di mera prassi amministrativa ma semmai amoroso e sentimentale. Corrado ama Corato e pretende di essere ricambiato con lo stesso trasporto.

La malattia d’amore, come sanno tutti coloro che hanno letto qualche trattatello antico o moderno in materia, si impadronisce del paziente penetrando nell’organismo attraverso gli occhi dell’innamorato, a significare che le fattezze sensibili della persona amata e, più in generale, il suo portamento sono la causa scatenante della passione. La malattia d’amore è riconoscibile attraverso una serie di sintomi attentamente studiati dagli antichi e dai moderni; tra questi vengono annotati: l’assenza della consequenzialità nel discorso, la mancanza di coerenza nel comportamento fino a sconfinare nella perdita del senno, la trasposizione della persona amata su un livello che non è più solo terreno.
Corrado è vittima della malattia d’amore, ha necessità costante di legare a sé la Città e per essa i suoi cittadini e – per giunta – non ha un “segretario galante” a sua disposizione da cui attingere scritti e discorsi belli e pronti da utilizzare alla bisogna. Cosa può fare dunque il Sindaco? Volta per volta decide tema, contenuto e orizzonte culturale dei suoi interventi a seconda del contesto e – più propriamente – dei cittadini con cui si intrattiene. I cittadini nella mistica corradiana altro non sono che le fattezze sensibili della Città di cui è innamorato e da essi Corrado spera di essere corrisposto.
E’ accaduto qualcosa di simile anche in occasione della celebrazione del primo maggio in cui il Comune di Corato ha fatto affiggere il manifesto qui raffigurato a firma del Sindaco.

Corrado si è accreditato quale Sindaco di estrazione cattolica e con un passato importante di referente della Caritas cittadina. Logica vorrebbe che l’occasione del primo maggio – ora e in passato – fornisse il destro per fare riferimento alla dottrina sociale della Chiesa intervenendo poi su queste basi nel dibattito pubblico. Non poteva andare così per quel che abbiamo detto: Corrado non segue la coerenza ideologica ma si adatta agli interlocutori cercando di ottenere da essi il massimo consenso. E così Corrado, in vista del primo maggio, si è chiuso nel suo studio ed ha cominciato a scartabellare i motori di ricerca cercando le basi per un manifesto che potesse far colpo su quelli che erano in quel momento i suoi interlocutori, ovvero i cittadini di estrema sinistra che con molto clamore e con poca sostanza lo hanno sostenuto nelle amministrative del 2020, dedicando ad essi un componimento che per i contenuti espressi si pone più a sinistra di quelle che erano le posizioni di Cossutta.
La ricerca non poteva non condurre a quello che è l’archetipo dei discorsi dal palco in occasione del primo maggio, il discorso tenuto a Lenin il primo maggio 2019 a Mosca. In particolare una frase del leader socialista ha attirato l’attenzione di Corrado: “…a noi occorre una libertà reale, che sarà possibile quando i membri della società saranno soltanto dei lavoratori”.
Nel manifesto il Sindaco elabora questo concetto e lo radicalizza a modo suo. I lavoratori, infatti, per Corrado sono unicamente gli operai e gli impiegati: essi subiscono gli ingiusti attacchi del capitale. Sono assenti dal novero dei lavoratori i liberi professionisti, gli artigiani, i piccoli commercianti… In sostanza per il Sindaco il peccato originale è avere aperto una partita IVA, è questo il marchio che suggella il capitalista, lo sfruttatore, il nemico del popolo.
Sono scomparsi dalla categoria dei lavoratori – sempre secondo Corrado – anche i lavoratori della terra e non si creda che questa esclusione sia stata una mera dimenticanza. Il Sindaco ha la delega all’Agricoltura ed ha attentamente ponderato questo passaggio. Egli ci sta dicendo che non essendoci più braccianti – veri e propri lavoratori della terra – ma piccoli proprietari ovvero kulaki (il vero ostacolo alla collettivizzazione forzata imposta nell’URSS dal 1928 al 1940), la qualifica di agricoltore è incompatibile con quella di lavoratore. In sintesi, Corrado supera Bakunin a cui era sembrato rifarsi altre volte, sorpassa a sinistra Lenin e a va a collocarsi molto vicino alle posizioni di Stalin. Questo è il “corrado – pensiero” che il Sindaco ha tirato fuori dal cilindro in questa occasione: un’altra volta sarà diverso.
Nel seguire il Sindaco nel suo procedere ondivago a noi non rimane che questa considerazione: è l’incoerenza ideologica il vero punto debole di Corrado più che la sua supposta debolezza amministrativa. Chiunque voglia porsi come alternativa dovrebbe dimostrare che applicando la “non – logica” del Sindaco si potrà anche giungere a dei risultati, ma che questi saranno il frutto della casualità piuttosto che di una mirata azione di governo.
Da ultimo, ci piace ricordare al Sindaco che San Giuseppe artigiano, il patrono dei lavoratori la cui festa cade per l’appunto il primo maggio, era assimilabile ad una “partita IVA”: ci sarà un suo perché.

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Corrado e il circolo vizioso https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-il-circolo-vizioso/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-il-circolo-vizioso/#respond Sun, 02 Apr 2023 05:56:12 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=24827 Negli ambienti della CAP, il movimento politico e culturale che ha sostenuto e sostiene Corrado Sindaco, si sente molto parlare di pace, una parola che viene evocata spesso e per la quale – in assenza di strategie precise – si spendono molte parole invocando rimedi e azioni che nulla hanno di pratico e molto di […]

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Negli ambienti della CAP, il movimento politico e culturale che ha sostenuto e sostiene Corrado Sindaco, si sente molto parlare di pace, una parola che viene evocata spesso e per la quale – in assenza di strategie precise – si spendono molte parole invocando rimedi e azioni che nulla hanno di pratico e molto di ideologico.

In alcuni ambienti però e probabilmente anche nella CAP il concetto di pace non è un’idea terra – terra al livello della gente comune, ma una nebulosa in cui si fondono il substrato latino che deriva dagli studi fatti con l’albagia di chi discende o presume di discendere dalla costola di Adamo ovvero da quella aristocrazia terriera che ha rappresentato la prima parte nel nostro Comune nei decenni passati e ancora oggi – mutate le vesti e in apparenza le idee – vuole tenere il mestolo in mano.
Ricostruendo dall’esterno e osservando quel che accade, potremmo dire che la visione della realtà locale nell’esponente medio della CAP presupponga l’esistenza di tre cerchi concentrici a rappresentare la società. Il nucleo interno è quello degli adepti e degli eletti – pari tra loro – arroccati intorno a Corrado. Il cerchio intermedio è quello dei portatori di idee differenti rispetto al verbo della CAP i quali, interagendo nell’agone politico, sono considerati indistintamente “opposizione” anche se hanno fornito un contributo decisivo al successo della coalizione. Il terzo cerchio infine è quello della gente comune che, poco o per nulla interessata alle vicende politiche, avanza istanze affinché siano risolti piccoli e grandi problemi di interesse personale o collettivo.
Lo sforzo della CAP e di Corrado in termini di comunicazione sta tutto nel tentativo di saltare a piè pari il cerchio intermedio, portatore di oziosi ed astratti problemi quali ad esempio il rispetto di procedure e regolamenti, per arrivare ad interagire direttamente ed esclusivamente con la gente comune in una visione che vorrebbe fare di Corrado il nuovo Prometeo. In quest’ottica, cosa è la pace di cui tanto si parla? La pace è nel dono di sé che questa Amministrazione farebbe alla Città o meglio a quella parte della Città che apprezza e mostra gratitudine. Corrado è dalla parte dei deboli se compiono atti vandalici contro la cosa comune ma non certo se agiscono contro la sua proprietà, è dalla parte dei resistenti ma non è certo con coloro che fanno resistenza al suo governo, è dalla parte degli oppressi purché essi non si sentano oppressi dall’attuale Amministrazione.
Per farla breve, Corrado e i suoi sostenitori somigliano molto a quei nobili dei tempi andati – l’albagia di cui abbiamo detto prima – che avevano tanta degnazione da servire a tavola coloro che erano di diversa condizione ma non abbastanza da mangiare con loro. La gente comune – che sciocca non è – pensa ai casi propri, fiuta la situazione, abbozza e ringrazia se riesce ad ottenere quanto chiede, ma intanto prende nota e si dispone all’attesa della prossima competizione elettorale.
Se dunque rispetto alla cittadinanza nel senso più ampio del termine la pace della CAP presuppone l’accettazione del dono rappresentato dal corpo mistico dell’Amministrazione, ben diverso è l’atteggiamento verso i componenti di quello che abbiamo chiamato cerchio intermedio nel quale poniamo gli oppositori politici, gli “alleati eretici” tra i quali alcuni esponenti del PD, noi stessi e alcuni dei nostri pochi lettori.
Anche in questo caso la pace che la CAP vorrebbe determinare è molto particolare e somiglia alla pax romana (il retaggio latino di cui parlavamo) ovvero ad una pace imposta ai vinti e a coloro che non sono più in condizione di nuocere. La cifra di questa Amministrazione e della CAP che la sostiene sta infatti tutta nella divisione fra giusti e sbagliati, fra buoni e cattivi, fra sommersi e salvati in un agire però basato sull’astuzia e sulla scaltrezza. In sostanza, ferma restando la divisione fra giusti e cattivi che dalle parti della CAP è sempre molto chiara, i voti di tutti – anche dei cattivi – servono per far trionfare una causa quando questa è buona. Nessuna remora e nessun condizionamento morale quindi nello stringere alleanze con tutti in campagna elettorale facendo intravedere mirabili intese per l’avvenire, salvo poi chiudere il sacco a vittoria ottenuta e a decretare solo allora chi è dentro e chi è fuori. La vicenda di Vito Bovino e del suo gruppo – sostenitori indispensabili in campagna elettorale e all’opposizione ora – è tutta in queste poche righe. Più sottile ancora la storia di Attilio Di Girolamo, già segretario del PD, battuto per un voto all’ultimo congresso cittadino da una cordata di fedelissimi di Corrado in un modo che ha suscitato aperti reclami e non poche doglianze.
Così è la vita. Oggi è il momento degli auguri di pace da parte di coloro che, come mai in passato, hanno diviso la Città fomentando liti e discordie fra i loro stessi sostenitori. Gli auguri sono ricambiati da parte nostra, ben sapendo in ogni caso che il circolo vizioso della CAP– il sorriso in viso e il coltello in mano ad ogni buon conto – non avrà termine per ora ma continuerà ancora un poco.

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