Edilizia Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/edilizia/ Le notizie sotto un'altra luce Thu, 23 May 2024 05:35:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Edilizia Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/edilizia/ 32 32 A Palazzo di Città il Protocollo Itaca al centro di un convegno  https://ilquartopotere.it/appuntamenti/a-palazzo-di-citta-il-protocollo-itaca-al-centro-di-un-convegno/ https://ilquartopotere.it/appuntamenti/a-palazzo-di-citta-il-protocollo-itaca-al-centro-di-un-convegno/#respond Thu, 23 May 2024 05:35:26 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=31981 Oggi, 23 maggio 2024, dalle ore 16.00 alle 19.00, nella Sala Consiliare del Comune di Corato si terrà un convegno da titolo “Il Protocollo Itaca 2023: Aggiornamenti, nuove procedure e monitoraggio”. Il Protocollo ITACA è uno strumento di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici. Esso confronta i progetti edilizi rispetto alla pratica corrente, fornendo una […]

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Oggi, 23 maggio 2024, dalle ore 16.00 alle 19.00, nella Sala Consiliare del Comune di Corato si terrà un convegno da titolo “Il Protocollo Itaca 2023: Aggiornamenti, nuove procedure e monitoraggio”.

Il Protocollo ITACA è uno strumento di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici. Esso confronta i progetti edilizi rispetto alla pratica corrente, fornendo una stima delle prestazioni ambientali del progetto attraverso una scala di benchmark. Questa scala rapporta le prestazioni del progetto agli standard definiti da leggi o regolamenti vigenti, e, in assenza di questi, alla pratica costruttiva corrente. Il protocollo permette quindi di misurare e migliorare la sostenibilità degli edifici, contribuendo a una qualità urbana più elevata e a un ambiente più sano.

Dopo i saluti istituzionali a cura del Sindaco, Corrado Nicola De Benedittis , dell’ Assessore alla Qualità Urbana, Antonella Varesano, del Presidente della Commissione Urbanistica, Michele Arsale e dei referenti degli Ordini degli Architetti di Bari, deli Ingegneri di Bari e del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Bari, si procederà con gli interventi tecnici sul tema a cura dell’Arch. Antonio Vendola – Dirigente del IV Settore del Comune di Corato, dell’ Ing. Addolorata Doronzo – Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, Sezione Politiche Abitative – Regione Puglia e dell’ Ing. Alessandro Rinaldi – Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, Sezione Politiche Abitative – Regione Puglia.

Introduzione e Moderazione dell’evento sono affidati all’Arch. Daniela Petrone , Componente Commissione Regione Puglia Abitare Sostenibile e Vice Presidente ANIT.

L’evento rappresenta un’importante occasione per professionisti del settore, funzionari comunali, amministratori e cittadini interessati a comprendere meglio le recenti evoluzioni del Protocollo Itaca e  applicazioni pratiche nel contesto della sostenibilità edilizia e gli adempimenti necessari previsti.

Si ricorda che l’amministrazione De Benedittis, nell’approvare il nuovo Regolamento Edilizio Comunale, ha previsto delle premialità legate ai livelli di sostenibilità degli edifici oggetto di intervento.

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L’Ammistrazione di Corato e la “variabile tempo” https://ilquartopotere.it/approfondimento/lammistrazione-di-corato-e-la-variabile-tempo/ https://ilquartopotere.it/approfondimento/lammistrazione-di-corato-e-la-variabile-tempo/#respond Tue, 21 Nov 2023 09:03:04 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=28886 Di Vincenzo Petrone “libero pensatore” Premessa Ricordiamo che il “tempo” è un concetto astratto, non si può creare, accantonare, o risparmiare per usarlo un altro giorno e una volta consumato esso è impossibile da recuperare… Motivo per cui il tempo va gestito (time management) e la relativa gestione è una delle abilità fondamentali per garantire […]

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Premessa

Ricordiamo che il “tempo” è un concetto astratto, non si può creare, accantonare, o
risparmiare per usarlo un altro giorno e una volta consumato esso è impossibile da
recuperare…
Motivo per cui il tempo va gestito (time management) e la relativa gestione è una delle abilità fondamentali per garantire il successo di una azienda.
Il time management è quindi l’abilità di fare la cosa giusta al momento giusto, con il
minimo sforzo, in modo quindi efficace ed efficiente, onde raggiungere gli obbiettivi
preposti.
Nel mondo del business il tempo è una delle risorse più importanti e per un efficace
gestione del tempo i manager devono decidere quali compiti sono essenziali, importanti o di scarso valore in termini di ritorno per l’azienda nel suo complesso.
Si vuol ancora ricordare che anche a livello legislativo la “variabile tempo” è divenuta prioritaria per cui è determinante il semplificare e garantire tempi sempre più veloci, allo scopo di restituire fiducia a chi vuole ancora investire, assicurando così occupazione e sviluppo per tutta l’economia.

I fatti

Nel caso di Corato l’Amministrazione in realtà non considera il tempo come un fattore
determinante del successo proprio e delle aziende che attraverso i vari obbligati iter
amministartivi, quasi dipendono da essa.
Infatti come presto vedremo per la nostra Amministarzione la gestione del tempo in
sostanza, non costituisce un processo di pianificazione e di controllo, applicato ed utilizzato in specifiche attività, al fine di aumentare l’efficacia, l’efficienza e la produttività.
Vediamo come questi concetti vengono applicati dall’azienda Comune di Corato nel
campo dell’Urbanistica/Edilizia e dei Lavori Pubblici.
Le considerazioni che seguono derivano in gran parte dalla risposta che il Sindaco di
Corato ha dato in un suo post in riscontro alle considerazioni dell’associazione degli
imprenditori coratini AIC.
In questa risposta il Sindaco passa in rassegna le attività svolte dalla sua
amministrazione comunale a favore delle imprese e che per la leggibilità dell’articolo ci piace richiamare:
Attività edilizia: il Sindaco parla di sblocco di pratiche autorizzative: PdC, SCIA, CILA, SCAgi – FRAZ/MAPP e per dimostrare la produttività, ricorda che gli oneri di costruzione sono passati da 820.167 € del 2017 ad oltre 1.000.000 di oggi.
Ma forse dimentica di dire le fonti di questi importi se ad es. si tratta di recupero di soldi coperti da fidejussioni assicurativi, se si è tenuto conto dell’adeguamento degli oneri agli indici ISAT, se provengono dalle monetizzazioni di aree a servizi Fi non cedute. Come pure dimentica che ci sono state lamentele anche importanti dei tecnici di Corato proprio per lo sblocco delle pratiche edilizie. Senza dimenticare inoltre il problema del mancato rilascio dei certificati di destinazione urbanistica che è atto indispensabile per il trasferimento degli immobili.

• Settore urbanistico: per il Sindaco sono stati varati strumenti urbanistici, che languivano da decenni:
– nel 2022, il Regolamento Edilizio Comunale (REC), la cui precedente redazione risaliva al 1967.
Peccato che detto REC, tanto decantato, in realtà non ha valenza alcuna in quanto non è adeguato alle norme regionali che richiedono un coordinamento delle definizioni del vigente Piano regolatore Generale (PRG) alle stesse definizioni del REC al fine di rispettare il dimensionamento del PRG (v. mio articolo pubblicato il 15 febbraio 2023).
L’adeguamento è stato riconosciuto necessario dalla stessa Amministrazione, ma siamo ancora in attesa a distanza di quasi un anno (=> variabile tempo);

– nel 2022, è stato “commissionato” il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana (DPRU), in corso di redazione, con l’indirizzo, dato dall’Amministrazione, di attenzionare la zona industriale, in funzione della sua riqualificazione, considerato che il DPRU si struttura per ambiti.
Ma il Sindaco dimentica che il DPRU va semplicemento aggiornato con l’inserimento degli ambiti zona Industriale e Cr.
Ma se leggesse le norme si renderebbe conto che il DPRU per essere approvato deve essere preceduto dalla consultazione/partecipazione degli stakeolders e della città cosa che a tutt’oggi non è avvenuta.
Senza dimenticare che stante la deternina d’incarico il progettista avrebbe dovuto consegnare entro 120 gg. (il 15 aprile c.a.) gli elaborati, in realtà sono passati inutilmente circa altri 210 giorni e niente si vede all’orizzonte (=> variabile tempo).
Non va dimenticato che, a proposito della partecipazione, la Consulta per lo Sviluppo Economico, di cui sono parte, ha molto tempo fa proceduto alla consultazione degli operatori delle zone industriali proponendo un questionario proprio nell’ottica della relativa propedeuticità al DPRU.
Ma l’evento e relativi risultati sono stati semplicemente ignorati dall’Ammistrazione;

– nel 2023, è stato definitivamente approvato il Piano integrato di Rigenerazione Urbana (PIRU), che languiva da 15 anni e che, adesso, sblocca il recupero del centro antico.
In realtà sblocca semplicemente la possibile applicazione dell’intervento “Ripristino Tipologico” che, almeno secondo chi scrive non è il massimo, nel momento in cui nel Centro Storico rende possibile l’edificazione di fabbricati alti anche oltre 15,00 m. in corrispondenza dei vuoti rivenienti da crolli di vecchissima data (anche secoli). Dimenticando che secondo il PRG questi vuoti sono inspensabili per creare delle isole verdi, di cui l’Ammistrazione si fa vanto e per i quali dice di avere particolare
sensibilità.

È inoltre in fase di definitiva redazione e conseguente adozione il Piano particolareggiato della zona PIP, anch’esso rimasto, fino ad oggi, inattuato.
Per quanto riguarda il PIP qui occorrerebbe che il Sindaco dica
tutta la verità, ossia che:
Il piano della zona industriale di via Trani, ex PIP nell’amministrazione Perrone, è stato dettato dalla esegenza di reperire l’area dell’estensione di circa 30.000,00 mq rischiesti dalla Città Metropolitana per la realizzazione del nuovo Istituto
Professionale per il Commercio (IPC);
– Che è stato dato incarico al progettista di redigere un Piano di Lottizzazione d’Ufficio (PdLU) NON ABLATIVO ossia un piano esecutivo in cui i legittimi proprietari delle aree industriali si sarebbero obbligati a cedere le aree gratuitamente (in base a quale titolo di legge?);
– Poi ci si è accorti che quel tipo di procedura non era attuabile e che il piano esecutivo doveva essere un Piano Particilareggiato e non un P.d.L.U. e neanche un PIP e che quindi è stato necessario ricorrere all’esproprio dell’area. Ma per questo hanno tranquillamente acconsentito ai desiderata del progettista di interpellare l’Agenzia
delle Entrate (=> altri oneri) onde determinasse il prezzo unitario d’esproprio dell’area, ma dopo tante vicende (=> variabile tempo) siamo ancora in attesa;
– Inoltre a tutt’oggi dimenticano che occorre attuare una variante al PRG in quanto la scuola IPC è una scuola di secondo grado che non può essere realizzata nelle aree Fi di quartiere.

Infine per quanto concerne il Documento strategico per il Commercio e le ZES il
Sindaco dimentica l’impulso e l’impegno che la Consulta per lo Sviluppo Economico e per il Lavoro ha posto alla base delle due problematiche e che per lo meno sono state di stimolo per la stessa Amministrazione.

Il Sindaco ancora dimentica (volutamente ?) di parlare:
– del Permesso di costruire Convenzionato della zona B2 di v.le Cadorna prima
bocciato e poi approvato in barba a tutte le norme del PRG e alla decantata necessità
delle aree a servizi;
– della divisione in due parti del comparto di via Lago Baione anche in questo caso
con la monetizzazione delle aree a standars.

Per finire evidenziamo che il Sindaco non fa alcun cenno al Piano Urbanistico
Generale (P.U.G.) che pure era al primo posto del programma politico per cui è stato eletto e che potrebbe risolvere molti problemi urbanistici.
In particolare potrebbe concretizzare finalmente il reperimento delle aree a standards “Fi” di cui dicono esserci estremo bisogno ma che a distanza di oltre tre anni dall’insediamento non conoscono neanche quelle in proprietà comunale.

Lavori Pubblici

In questo campo stendo un velo pietoso ricordando ad es. le vicende “Scuole Oriani-
Tandoi” ed il così detto “ECO-Estramurale”

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Corrado e la roba https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-la-roba/ https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-la-roba/#respond Sun, 06 Aug 2023 06:32:00 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=27207 Dalle nostre parti – nel Sud Italia – ogni progetto politico che voglia essere rivoluzionario pone al centro il tema della roba: lo ha fatto Garibaldi promettendo la terra a tutti, lo ha fatto il fascismo con la difesa degli interessi dei proprietari da un lato e con l’assegnazione della terra ai coloni dall’altro, lo […]

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Dalle nostre parti – nel Sud Italia – ogni progetto politico che voglia essere rivoluzionario pone al centro il tema della roba: lo ha fatto Garibaldi promettendo la terra a tutti, lo ha fatto il fascismo con la difesa degli interessi dei proprietari da un lato e con l’assegnazione della terra ai coloni dall’altro, lo ha fatto la Repubblica con la riforma agraria.

Seguendo questo filo logico, quando è apparso l’eloquente Corrado De Benedittis con i suoi propositi rivoluzionari conditi di rampogne verso gli speculatori che avevano cementificato il nostro territorio abbiamo nutrito la speranza che potesse spirare un vento diverso. È pur vero che la rivoluzione corradiana è stata sempre accompagnata da un aggettivo – “gentile” – che in qualche modo ne smorzava i toni, “gentile” però non significa “tarocca” o “farlocca”.
È anche vero poi che la nostra conoscenza dei fatti storici non lasciava intravedere come possibili grandi cambiamenti: la speculazione edilizia infatti termina con i palazzinari che sfruttano ogni centimetro quadro utile, ma inizia quando distinte famiglie – grazie ai loro rapporti con la politica locale – si battono per trasformare in residenziali i suoli che erano agricoli. È quel tratto di matita sulla carta che fa la storia: i palazzinari vengono dopo e corrispondono al proprietario del suolo quanto richiesto, iniziando poi a costruire e tessendo a loro volta rapporti con la politica locale per ricavare quanto più possibile dall’investimento fatto. In queste dinamiche che a Corato hanno avuto il loro momento di massimo splendore oltre quaranta anni fa, tutti – costruttori, artigiani, proprietari terrieri… – si sono arricchiti: è mai possibile – dicevamo sotto voce – che i discendenti dei principali protagonisti di quanto accaduto allora escano a tal punto dal seminato da mettere in discussione quanto fatto dai loro maggiori, disconoscendo la radice stessa del loro benessere? Difficile, molto difficile.
Eppure noi a Corrado abbiamo creduto, non chiedendogli certo di capovolgere il mondo dall’oggi al domani, ma domandogli almeno un segnale forte in modo da far capire a tutti quanto la musica fosse cambiata. Abbiamo compreso nel luglio 2023 quanto le nostre speranze – modeste e ridimensionate – fossero lontane dal vero. In due Consigli Comunali, infatti, entrambi disastrosi per la maggioranza, si sono dispiegati per intero sia il fallimento di ogni proposito realmente rivoluzionario (7 luglio 2023) sia il possibile superamento a Sinistra dell’attuale governo cittadino (21 luglio 2023).
Dell’azione svolta da Nadia D’Introno e dal gruppo dei Giovani Democratici abbiamo parlato nel nostro ultimo contributo ( https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-lisola-che-non-ce/) con riferimento ai fatti del 21 luglio 2023. Vorremmo ora riflettere nuovamente su quanto accaduto nel Consiglio Comunale del 7 luglio scorso. I fatti: il punto all’ordine del giorno “Approvazione della Convenzione relativa al Permesso di Costruire Convenzionato inerente l’area in Zona “B2” – Fg. 22 P.lla 1255”, riguardante un sito ubicato lungo viale Cadorna, viene approvato da 12 voti favorevoli con l’astensione di Aldo Addario (PD) e l’assenza di Michele Arsale (Rimettiamo in moto della Città) – presidente della Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici – che nel frattempo aveva abbandonato l’aula.
Non si tratta quindi dei soliti “bastian contrari” – Salvatore Mascoli e Nadia D’Introno – ma questa volta anche due tra i fedelissimi non se la sono sentita di votare secondo le indicazioni del Sindaco. Cosa è successo? Come mai il tema più volte trattato in Commissione, registrando ogni volta il dissenso della maggior parte dei Consiglieri, è poi passato in Consiglio con un atto di forza del Sindaco?
Nessuna testata giornalistica, ad eccezione de Il Quarto Potere che ha pubblicato un articolo dell’Ing. Petrone (https://ilquartopotere.it/approfondimento/ledificazione-della-zona-b2-di-viale-cadorna/) , è andata in profondità sentendo i diretti interessati (potrebbe però anche darsi che sia Arsale sia Addario siano stati interpellati e non abbiano voluto rilasciare dichiarazioni) di modo che sul tema è calato un silenzio preoccupante: Corrado De Benedittis e i suoi Consiglieri hanno concesso il permesso di costruire accettando la cessione a vantaggio del Comune di un’area ridotta gravata dalla servitù di passaggio e consentendo la monetizzazione delle restanti parti secondo un parametro non aggiornato. I Consiglieri che hanno votato contro o hanno abbandonato i lavori riferiscono che si tratta di una resa del Comune difronte agli interessi della parte privata, secondo il Sindaco si tratterebbe invece dell’inizio della fine degli interessi degli speculatori, considerando che le prassi in uso non possono essere cambiate dall’oggi al domani. Come a dire: “Per questa volta passi, ma la prossima sarò inflessibile”. Rispetto della prassi o rispetto della legge?
Potremmo dire che, trattando di rivoluzione e di fatti rivoluzionari accaduti in passato nel mese di luglio, sembrerebbe che nel Consiglio Comunale sia avvenuta una presa della Bastiglia al contrario: i sanculotti avrebbero vinto (a loro dire) calandosi le braghe. Al di là del giudizio tecnico in materia di urbanistica, non comprendiamo poi il silenzio sul fatto politico che è ancora più rilevante: dove è la novità se dobbiamo applicare le prassi seguite già in passato e rispetto alle quali si è detto peste e corna in campagna elettorale? Perché di questo aspetto nessuno parla o vuol parlare quasi che tutti – giornalisti, editori, rappresentanti politici… – nutrano un timore reverenziale verso un ipotetico mastino che debba essere sempre lisciato secondo il verso del pelo, mastino che in questo caso potrebbe essere dietro le quinte?
La rivoluzione è finita: Corrado non ci appare come un Robespierre ma semmai come uno dei protagonisti di una novella del Verga. Pertanto, invece di progetti di housing sociale – come avevamo auspicato – rassegniamoci a ricevere passive (e costose) “opere di misericordia” elargite dall’Assessorato ai Servizi Sociali nonché luccicanti (e costosi) eventi promossi dall’Assessorato alla Cultura. Forse un giorno ci sarà chi riporterà al centro il tema dell’abitare e porrà l’accento sull’offerta di alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti destinati ai cittadini con reddito medio basso.

Duca Valentino sospenderà le pubblicazioni nel mese di Agosto e tornerà il prossimo 3 settembre nella speranza che nel frattempo San Cataldo abbia a fare il miracolo, dando a chi può e a chi deve la forza e il coraggio per prendere posizione e fare luce sull’intera vicenda.

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Habemus il R.E.C., ma è proprio così? https://ilquartopotere.it/news/politica/habemus-il-r-e-c-ma-e-proprio-cosi/ https://ilquartopotere.it/news/politica/habemus-il-r-e-c-ma-e-proprio-cosi/#respond Wed, 15 Feb 2023 07:30:58 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=23865 Di Vincenzo Petrone “libero pensatore” Il titolo dell’articolo è la domanda che tutti gli operatori edili, i tecnici, coratini e non, dovrebbero porsi. Chi scrive in merito ha molti dubbi sulla risposta. In altri termini, al di là dell’enfasi mediatica dell’approvazione del nuovo Regolamento Edilizio Comunale (R.E.C.), ci si chiede se lo stesso abbia effettiva […]

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Il titolo dell’articolo è la domanda che tutti gli operatori edili, i tecnici, coratini e non, dovrebbero porsi. Chi scrive in merito ha molti dubbi sulla risposta.
In altri termini, al di là dell’enfasi mediatica dell’approvazione del nuovo Regolamento Edilizio Comunale (R.E.C.), ci si chiede se lo stesso abbia effettiva valenza, per comprenderlo farò riferimento alle norme vigenti e agli atti approvati in Consiglio Comunale.
Ricordiamo che la legge che caratterizza il R.E.C. è la legge regionale n.11 del 2017 che ai commi 3 e 4 dell’art.2 rispettivamente recita:
“comma 3^: I comuni procedono alla formulazione del regolamento edilizio in conformità con le definizioni uniformi, provvedendo a mantenere invariate le previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti.
“comma 4^: I comuni possono procedere altresì all’adeguamento delle norme tecniche d’attuazione degli strumenti urbanistici generali vigenti alle definizioni uniformi, mantenendone invariate le previsioni dimensionali. La deliberazione del consiglio comunale non costituisce variante urbanistica e deve essere trasmessa alla competente struttura regionale ai fini della pubblicazione nel Sistema informativo territoriale regionale (SIT).”
In altre parole poichè nel REC vi sono diverse definizioni che incidono sulle norme che regolano l’edificazione del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) la legge regionale ha imposto che occorre ridefinire alcune Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) del P.R.G. che sono in contrasto con le definizione del REC in modo da poterle rendere applicative.
Chi scrive ha richiamato questa problematica diverse volte e ben prima che lo stesso regolamento fosse approvato ed in particolare:

A) Da corato viva del 09-04-2020
………
“Altra manchevolezza, imperdonabile, riguarda il non adeguamento delle N.T.A. del Piano Regolatore Generale, dimenticando che le nuove definizioni del R.E. comportano inequivocabilmente incompatibilità con alcune norme del PRG. Si pensi ad es. al numero dei piani edificabili, al volume costruibile, ai vani accessori, alle definizioni di distacco e di distanza ecc.
Infatti ricordiamo che tra P.R.G. e R.E. esiste una sostanziale differenza, salvo il fatto che tali strumenti devono essere tra loro complementari congruenti e conformi onde evitare possibili contrasti applicativi in grado di ingenerare confusione tra i cittadini, professionisti e la Pubblica Amministrazione chiamata a verificare.”

B) Nelle mie osservazioni al Regolamento Edilizio adottato (prot.9101/2022) scrivevo:
All’art.1 ultimo caporigo si legge:
……….
“Il RE integra le norme del Codice Civile e contiene disposizioni congruenti con le NTA (norme tecniche di attuazione) del vigente strumento urbanistico generale del Comune.
Osservazione
Si evidenzia che nel testo del REC spesso non c’è congruenza tra le varie definizioni del REC, come recepite dal RET, ed alcune definizioni rivenienti dal PRG. Ricordiamo che ovviamente P.R.G. e R.E.C. anche se strumenti differenti, devono tuttavia essere tra loro complementari, congruenti e conformi al fine di evitare possibili contrasti applicativi in grado di ingenerare confusione tra i cittadini, professionisti e la P.A. chiamata a verificare. (si pensi alla diversa valutazione del numero di piani nelle zone B e C e la definizione del REC, alla valutazione del Volume edificabile, vani accessori e …..) e che quindi nella delibera di approvazione occorre porre rimedio.”

C) Da “ilquartopotere.it” in data 31-10-2022 nel cui ambito tra le altre cose chiedevo :
…………
“se nella versione aggiornata del «Regolamento Edilizio», con riferimento ai rapporti con la strumentazione urbanistica comunale, gli articoli delle Norme Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore Generale (PRG) siano stati resi conformi alle definizioni del REC al fine di garantire coerenza nell’applicazione ed univocità
nell’interpretazione delle norme edilizie (art. 2, comma 4, della LR 11/2017);”

Prendiamo a titolo esemplificativo il caso della volumetria realizzabile su un determinato suolo evidenziando che, senza adeguamento delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG, non è possibile edificare secondo le definizioni del REC in quanto con l’applicazione di queste si avrebbe una volumetria maggiore di quella prevista dal P.R.G.. e quindi non si ha il rispetto del dettato legislativo.

Per fare questa dimostrazione riprendiamo le definizioni di volume edificabile nel REC e nel PRG:
definizione n.46 del REC, secondo questa:”… i piani terra adibiti a parcheggio di norma, insieme ad androne-vani scala ed ascensore in quanto volumetrie derivanti da superfici accessorie non incidono sul calcolo della volumetria edificabile.”
il PRG di Corato nel calcolo della volumetria assentibile recita: “il Volume costruibile comprende:
la parte fuori terra delle costruzioni esistenti e/o realizzande sul lotto….” Ossia non opera alcun distinguo tra volumi residenziali – commerciali…e volumi derivanti da superficie accessorie.
Vediamo come aiutandoci con dei grafici queste diverse definizioni portano a significative differenze volumetriche anche parecchio rilevanti con un conseguente sovradimensionamento del PRG vigente che porta a nuovo carico urbanistico e a diversi standards e quindi al mancato rispetto del dettato normativo

Supponiamo di operare in zona B1 del PRG Corato e di voler edificare su un lotto di terreno di dimensioni 10,00 x 10,00 ossia di SL= 10,00×10,00 = 100,00 mq. L’indice fondiario della zona B1 è If = 10,00 mc/mq. Supponiamo che l’altezza dell’area a parcheggio sia HPT = 4,00 m. mentre l’altezza dei piani superiori sia HPI = 3,00 m. Superficie del vano scala+ascensore= 20,00 mq. n°2 piani oltre il piano terra.

Valutazione della volumetria realizzabile:

VPRG = SL x If = 100,00 x 10,00 = 1.000,00 mc — Individauto con il volume di un cubo di dimensioni 10,00×10,00×10,00 = 1000,00 mc e con colore nero nella prima immagine;

V della costruzione con l’individuazione dei volumi accessori – Nella seconda immagine individuati con colore ciano il piano terra a parcheggio e con colore verde il volume scala+ ascensore.
Nella seconda immagine il volume da conteggiare ai fini urbanistici corrisponde secondo il REC a:
VACCESSORI-REC = [(100,00 20,00) x 4,00] – (20,00 x 10,00) = 480,00 mc

Volume ancora realizzabile per utilizzare a pieno l’indice di fabbricabilità If = 10,00 mc risulta: Vresiduo = 1000,00480,00 = 520,00 mc

Considerando che il volume di ciascun piano e pari a (80,00 mq x 3,00 m.) = 240,00 mc, discende che posso realizzare ancora 520,00/240,00 = 2,17 ulteriori piani superiori il tutto come individuato in colore rosso nella terza immagine

Ossia volendo rispettare la definizione di volume edificabile riportata nel REC passeremmo da un cubotto di 1.000,00 mc ad un cubotto di 1.640,00 mc con notevole incremento di carico urbanistico e quindi SENZA rispetto del dimensionamento del PRG.

Ma vediamo meglio l’atto di approvazione comunale del R.E.C. che è la Delibera di Consiglio Comunale N. 128 del 27/12/2022 nel cui ambito a proposito dell’adeguamento e coordinamento delle Norme Tecniche Attuative del PRG con le le definizioni uniformi del REC si legge di:
…….
4) STABILIRE che ai sensi della L.R. 11/2017 le Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PRG vigente saranno adeguate e coordinate con le definizioni uniformi con successivo provvedimento;

In altre parole, al fine di assicurare l’invarianza delle previsioni dimensionali del P.R.G., in conformità a quanto previsto dall’art. 2 comma 5 della L.R. n° 11 del 18.05.2017, sarà necessario integrare le definizioni riportate nel REC con nuovi indici e parametri urbanistici.
Di conseguenza, solo dopo l’approvazione di questo nuovo ulteriore provvedimento correttivo delle discrepanze tra le definizioni del REC e le definizioni delle NTA del PRG, il Regolamento edilizio diventerà operativo.

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Note sul Regolamento Edilizio Comunale (R.E.C.) https://ilquartopotere.it/news/politica/note-sul-regolamento-edilizio-comunale-r-e-c/ https://ilquartopotere.it/news/politica/note-sul-regolamento-edilizio-comunale-r-e-c/#respond Mon, 31 Oct 2022 06:57:33 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=21680 A cura di Vincenzo Petrone “libero pensatore” Da un punto di vista normativo si sono avute una serie di Leggi nazionali e regionali che  insieme alle delibere di giunta regionale hanno portato all’approvazione del Regolamento  Edilizio Tipo (RET) a cui i comuni devono conformare i propri Regolamenti Edilizi (R.E.C.). Il R.E.C. è un documento molto […]

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A cura di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Da un punto di vista normativo si sono avute una serie di Leggi nazionali e regionali che  insieme alle delibere di giunta regionale hanno portato all’approvazione del Regolamento  Edilizio Tipo (RET) a cui i comuni devono conformare i propri Regolamenti Edilizi (R.E.C.).

Il R.E.C. è un documento molto importante per la Città in quanto detta le norme e i principi  di buona tecnica edilizia su come occorre realizzare gli edifici. Detto documento è molto  agognato, direi ormai quasi sognato, da parte degli operatori edili. Il suo iter è stato molto travagliato ed ha interessato diverse consigliature compresi i periodi di reggenza da parte dei  commissari prefettizi. Ricordiamo che il regolamento edilizio vigente risale ai primi anni ’70  del secolo scorso.

Finalmente, come deriva dalla fonte assessore A. Varesano, sembra che dopo la fase di  adozione avvenuta nel febbraio c.a. e dopo la presentazione delle osservazioni da parte dei  cittadini, il R.E.C. abbia avuto il parere obbligatorio della ASL in ordine ai contenuti igienico-sanitari del medesimo atto regolamentare e che quindi possa andare in approvazione (art 3, comma 1, della LR 3/2009) da parte del Consiglio Comunale.

Sarebbe comunque opportuno conoscere:
• se a seguito della ricezione delle osservazioni pervenute nella fase di partecipazione pubblica è stata redatto la versione aggiornata del «Regolamento Edilizio adottato» dal momento che non risulta nessuna pubblicazione sul sito web istituzionale del Comune e nessuna trasmissione è stata effettuata ai soggetti che hanno presentato osservazioni e proposte di modifica, ai fini di opportuno riscontro;
• se la versione REC trasmessa alla ASL al fine dell’acquisizione del prescritto parere preventivo e vincolante, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della L.R. 3/2009 e ss.mm.ii. è quella aggiornata;
• se nella versione aggiornata del «Regolamento Edilizio», con riferimento ai
rapporti con la strumentazione urbanistica comunale, gli articoli delle Norme
Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore Generale (PRG) siano stati resi
conformi alle definizioni del REC al fine di garantire coerenza nell’applicazione
ed univocità nell’interpretazione delle norme edilizie (art. 2, comma 4, della LR
11/2017);
• se quindi la versione da approvare in Consiglio Comunale è quella definitiva.
Inoltre si vuol richiamare l’attenzione dell’Amministrazione sul problema incentivi previsti dalla L.R. 10 giugno 2008, n. 13 “Norme per l’ abitare sostenibile” e ss.mm.ii.

Questa normativa è, a tutt’oggi, in continua evoluzione in sede Regione Puglia ed all’uopo si richiama la D.G.R. 7 agosto 2020, n. 1304 che concerne l’”Aggiornamento delle procedure del Sistema di Valutazione Protocollo ITACA PUGLIA” nel cui ambito è riportato:
Allegato A: Graduazione Incentivi – Bozza Schema di Delibera;
Detto allegato in pratica suggerisce uno Schema di Delibera di Consiglio Comunale riportante la graduazione degli Incentivi previsti dalla L.R. 10 giugno 2008, n. 13 “Norme per l’ abitare sostenibile” e ss.mm.ii. allo scopo di svincolare gli stessi incentivi dal Regolamento Edilizio Comunale (R.E.C.).
Diversamente con il legame REC – Incentivi nel momento in cui ci siano delle varianti alla stessa legge 13/2008, queste varianti per essere recepite a livello comunale necessiterebbero di una variante al R.E.C. con tutto un iter amministrativo complesso (nuova bozza, pubblicazione con processo partecipativo dei cittadini, adozione, parere obbligatorio della A.S.L., osservazioni dei cittadini, controdeduzioni alle stesse ed approvazione del nuovo REC).
Queste problematiche non sussisterebbero se si seguono le indicazioni della Regione in quanto si tratterebbe di annullare la DCC precedente ed approvarne una nuova riportante gli aggiornamenti regionali.
Infine occorre considerare gli incentivi derivanti dalla riduzioni degli oneri di costruzione riportati nella DCC n. 66 del 01-08-2022. Stabilire detti incentivi nell’ambito di detta delibera avente ad oggetto “l’adeguamento contributo di costruzione” è sicuramente una forzatura anche se effettuato con il richiamo alla L.R. 13/2008.
Con il suggerimento della regionale si attuerebbe una sola D.C.C. comprendente tutti gli incentivi previsti dalla legge sull’Abitare Sostenibile sia con riferimento agli incentivi volumetrici sia con riferimento alle riduzioni degli oneri di costruzione.

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Fratelli d’Italia: “Nessuna notizia sul settore urbanistico ed edilizio, l’Amministrazione che fa?” https://ilquartopotere.it/news/politica/fratelli-ditalia-nessuna-notizia-sul-settore-urbanistico-ed-edilizio-lamministrazione-che-fa/ https://ilquartopotere.it/news/politica/fratelli-ditalia-nessuna-notizia-sul-settore-urbanistico-ed-edilizio-lamministrazione-che-fa/#respond Mon, 25 Jul 2022 13:48:59 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=19573 FRATELLI D’ITALIA PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ “A distanza di due anni dall’insediamento dell’Amministrazione “De Benedittis”, nulla si percepisce anche nel settore urbanistico ed edilizio”, è quanto si legge in una nota del direttivo di Fratelli d’Italia a firma di Cataldo Mazzilli che continua: “Allo stato attuale, non si ha contezza di quali possano essere […]

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FRATELLI D’ITALIA PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’
“A distanza di due anni dall’insediamento dell’Amministrazione “De Benedittis”, nulla si
percepisce anche nel settore urbanistico ed edilizio”, è quanto si legge in una nota del direttivo di Fratelli d’Italia a firma di Cataldo Mazzilli che continua:

Allo stato attuale, non si ha contezza di quali possano essere le scelte o gli indirizzi, in merito allo sviluppo di uno dei settori trainanti dell’economia locale.
Intanto, diversamente da quanto proclamato durante la campagna elettorale, nessuna
notizia ci giunge in merito al PUG (Piano Urbanistico Generale) che rimane fermo nei cassetti di Palazzo San Cataldo.
N O N B A S T A . . .
Non si hanno notizie ulteriori circa l’approvazione definitiva del R.E.T. (Regolamento Edilizio Tipo) che dopo una lunga elaborazione, a cui hanno fattivamente partecipato le diverse categorie professionali ed imprenditoriali, si è persa nei meandri del Palazzo? Quali le conseguenze per le casse comunali, per l’economia cittadina, nonché l’occupazione? – sono infine gli interrogativi che si pone Mazzilli auspicando risposte che “la Città attende”. 

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