amministrative Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/amministrative/ Le notizie sotto un'altra luce Wed, 04 Jan 2023 06:32:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png amministrative Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/tag/amministrative/ 32 32 Cosa c’è dietro il conflitto in corso fra la CAP e il PD? https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/ https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/#comments Wed, 04 Jan 2023 06:32:23 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=23022 Storia completa e analisi politica del confronto/scontro che ha acceso tutti gli ultimi consigli comunali In tutti gli ultimi consigli comunali i coratini stanno assistendo a un confronto molto aspro che contrappone la maggioranza, o quel che ne rimane, e la capogruppo del partito democratico, avv. Nadia D’Introno, che pure – almeno formalmente – non […]

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Storia completa e analisi politica del confronto/scontro che ha acceso tutti gli ultimi consigli comunali

In tutti gli ultimi consigli comunali i coratini stanno assistendo a un confronto molto aspro che contrappone la maggioranza, o quel che ne rimane, e la capogruppo del partito democratico, avv. Nadia D’Introno, che pure – almeno formalmente – non ha ancora ritirato il proprio appoggio a De Benedittis. Anche a causa di questo confronto, che spesso assume i toni del vero e proprio scontro, le sedute consiliari stanno prendendo tempi biblici; echi delle relative polemiche emergono, poi, dopo ogni riunione, anche sui social, protraendosi per giorni, conditi talvolta da scambi di duri comunicati. Impallidisce, rispetto a tutto ciò, anche la normale dialettica con le minoranze, il cui ruolo appare ormai meno incisivo di quello della D’Introno, che peraltro si presenta a tutti i consigli molto preparata e combattiva.
Che cosa sta succedendo, quindi, fra il Pd e la maggioranza che governa la città? Da dove nasce questo contrasto e come mai non sfocia ancora in un definitivo ritiro dell’appoggio politico amministrativo da parte del partito più importante della coalizione?

Gli antecedenti: a) la campagna elettorale
Per dare una risposta a questi interrogativi, la storia bisogna però raccontarla dall’inizio, partendo da quello che è successo durante l’ultima campagna elettorale. Si ricorderà che allora il PD rimase a lungo incerto fra i candidati Bovino e De Benedittis: fu infatti l’ultimo partito ad aderire alla CAP 70033, come si chiama la coalizione di Corrado e che poi risultò vincente. Ebbene, gli osservatori più attenti ricorderanno che -stranamente – l’attuale sindaco non fece quasi nulla per ottenere quell’appoggio. Fu soprattutto il piccolo gruppo di Italia Viva che si adoperò in tal senso, incontrando direttamente e di sua sola iniziativa la delegazione PD; in quell’incontro, che si svolse nella sede dei renziani subito prima che scattasse il lockdown, Corrado non era neanche presente. Quell’appoggio Corrado, dunque, non lo ha mai veramente ed esplicitamente richiesto e fu Italia Viva ad insistere, consapevole dell’importanza politica che avrebbe assunto l’appoggio del maggior partito di centrosinistra; anche nella speranza, poi risultata vana, che ciò potesse ricompattare l’intero schieramento alternativo alla destra (con la desistenza di Bovino). Di fatto l’appoggio del PD ha reso vincente la proposta politica di Corrado che, prima, era sostenuto solo da una piccola coalizione di liste civiche che nel 2019 aveva ottenuto circa 4000 senza neanche arrivare al ballottaggio e che, quindi, anche nel 2020, avrebbe avuto poche speranze di vittoria; perché era evidente che i coratini non si “fidavano” di quei due gruppetti di candidati inediti e inesperti. L’ingresso del PD nella coalizione le conferiva indubbiamente credibilità, caratterizzandola chiaramente sul piano politico e rendendola affidabile sul piano amministrativo. Insomma, nella seconda tornata elettorale del 2020 l’appoggio del Pd, col suo patrimonio di esperienza amministrativa, unitamente ai gruppi di qualificati professionisti legati a Italia in Comune e a Italia Viva, conferivano alla coalizione la necessaria affidabilità che le era mancata nel 2019.
E i coratini si sono, infatti, fidati e affidati non certo al “cerchio magico” iniziale, bensì a questa nuova coalizione. Nel ballottaggio, poi, l’apporto leale e massiccio di Bovino è stato determinante per ottenere una vittoria che sembrava storica.
Il PD ha dato un apporto importante e decisivo a questa vittoria, anche dal punto di vista quantitativo, ottenendo ben 4 seggi in consiglio comunale (il gruppo più consistente a parimerito), e risultando quindi – in quanto partito di livello nazionale ben collegato alla Regione e alla Città Metropolitana – come il vero perno politico della coalizione .
È proprio questo che il neo-sindaco non ha mai accettato.

b) la vittoria, la formazione della giunta e l’avvio dell’attività di governo
Le prime avvisaglie di questa diffidenza/ostilità di Corrado & C verso il PD erano già emerse chiaramente nelle ultime fasi della campagna elettorale nella cui gestione il cerchio magico del candidato sindaco non ha mai ammesso interferenze (si pensi al programma elettorale deciso solo da loro). Infine, l’episodio più significativo, si verificò in occasione del comizio di chiusura. Il segretario del PD era riuscito ad ottenere un comizio “spettacolare” con la presenza, nientemeno, del Segretario nazionale Zingaretti, del Governatore Emiliano e di due ministri (Boccia e Provenzano). Ma, quando annunciò trionfante questo “colpo”, viene gelato dai maggiorenti della CAP che non volevano a Corato tutto quel parterre. Era apparentemente una follia, perché in una competizione elettorale così incerta, un comizio finale scoppiettante poteva risultare determinante. Il sottoscritto, nel corso di una riunione infuocata svoltasi nell’ex cinema Elia, dovette alzare la voce e battere i pugni sul tavolo e alla fine il comizio si fece (e fu effettivamente determinante sul risultato). Ma, ciò che più conta ai nostri fini, è la motivazione che, sia pure a mezza bocca, in quell’occasione fu data per tentare di impedire il comizio: si voleva evitare di caratterizzare eccessivamente la CAP in senso “partitico”; in altre parole, non si voleva riconoscere centralità politica al PD; si volevano i suoi voti, la sua copertura politica ed esperienziale, ma non gli si voleva riconoscere alcuna reale influenza né sulla linea né sulla caratterizzazione politica della coalizione.
L’atteggiamento di Corrado, appena eletto, confermò ulteriormente questa sua tendenza: la scelta di escludere totalmente, anzi umiliare, l’alleato Bovino fu decisa in solitaria dal sindaco pur sapendo che ciò avrebbe messo in difficoltà il PD; la nomina della giunta fu fatta senza ascoltare minimamente quel partito, sostanzialmente imponendogli anche i due assessori che formalmente erano in sua quota; le riunioni di maggioranza si limitavano a ratificare decisioni già dettagliatamente adottate altrove e, guarda caso, erano quasi sempre convocate di mercoledì, quando si sapeva che il segretario PD era di turno in ospedale; la scelta del segretario comunale e tutte le prime decisioni e nomine organizzative furono fatte senza che quel partito (né gli altri diversi dalle liste civiche, alias cerchio magico) avesse alcuna voce in capitolo.
Insomma, da quel momento si pose in essere una sistematica esclusione dalle decisioni di chiunque non facesse parte dello stretto entourage del sindaco: anche la giunta si è sempre, sostanzialmente limitata a ratificare.
Il culmine, però, si è raggiunto dopo circa un anno, quando l’assessora Bucci, in quota PD, è stata sconfessata dal suo partito; ma il sindaco ha fatto orecchio da mercante mantenendola in carica, rinnovandole pubblicamente la sua fiducia e umiliando, così, clamorosamente quello che sulla carta era il partner più importante della sua colazione.

La demolizione del gruppo consiliare PD.
Nel frattempo, si avviava anche una vera e propria “campagna acquisti” nei confronti dei consiglieri PD che, uno ad uno, sono stati indotti a rendersi indipendenti passando al gruppo misto. Che in questa operazione trasformistica ci fosse lo zampino del sindaco è evidente considerando due elementi: 1) i consiglieri ex PD, una volta passati al gruppo misto, non solo hanno continuato a sostenere la coazione di maggioranza ma sono divenuti destinatari di incarichi, deleghe e piedistalli, acquisendo una spiccata visibilità e rilevanza che prima non avevano; 2) nessuno di loro, quando ha lasciato il gruppo PD per passare al misto, è riuscito a dare uno straccio di motivazione politica evidenziando, ove ve ne fosse stato bisogno, che non si trattava di dissenso rispetto alla linea di partito.
Neanche il distacco del consigliere Addario dalla linea della sua capogruppo, manifestatosi nell’ultimo consiglio, è stato minimamente motivato politicamente se non con un generico “me lo chiede una parte del partito”. Nel suo caso, però, il palese, clamoroso conflitto di interessi che lo ha coinvolto sin dall’inizio della consigliatura (essendo padre di uno degli assessori in quota PD, di fatto scelto però solo dal sindaco) spiega molto del suo gesto.

Il senso dello scontro PD-CAP e la debacle annunciata.
Il PD, quindi, sin dall’inizio della consigliatura, anzi sin dalla campagna elettorale, si è trovato nella spiacevole situazione di chi viene coinvolto in una coalizione (dopo una dolorosa rottura con il “fratello” Bovino) ma siede a un tavolo da invitato minore che non decide, di fatto, mai niente. Anzi viene fatto oggetto di azioni ostili e demolitorie.
Il segretario di quel partito ha sempre sentito forte la responsabilità politica di essere il maggior garante politico della coalizione: un partito con responsabilità e struttura nazionali non rompe una coalizione di governo senza prima averle tentate tutte. Di qui la sua lentezza e prudenza nel formalizzare la rottura e l’invio a Corrado, tramite la brillante e combattiva capogruppo, di “messaggi” sempre più netti di dissenso, evidentemente nella speranza di un suo cambio di rotta. Una prudenza cui si è risposto, però, oltre che con la descritta operazione di ostilità e demolizione, anche con una serie di interferenze nelle dinamiche democratiche interne di quel partito.
Proprio per questo, intelligentemente, il segretario Di Girolamo ha voluto rimettere non al Direttivo ma al Congresso di circolo una decisione così importante, a costo di pagare prezzi politici molto alti perché l’elettorato del PD e la pubblica opinione si stanno chiedendo da tempo che senso abbia ancora rimanere in maggioranza.
Nella partita in corso fra il PD e la CAP sono, quindi, in ballo questioni politiche importanti. Coloro che guidano la nostra Città sono portatori di una concezione della politica legata a un civismo senza precisa collocazione e matrice, quindi privo di chiari riferimenti politici. Un civismo che, facendosi forte degli enormi poteri che il TUEL, attribuisce al Sindaco, si sente svincolato da tutto e da tutti e vuole muoversi disinvoltamente senza dover dar conto a nessuno: a un parlamentare, a una direzione provinciale o nazionale. Un civismo che, ad esempio, disattende clamorosamente il programma su cui ha ricevuto il mandato elettorale (si pensi agli impegni in materia di trasparenza e partecipazione). Un civismo che, proprio perché troppo libero e troppo solo, non riesce a mettere in campo energie e competenze adeguate ad affrontare i problemi della Città e che si sta allontanando sempre più dalla gente e dai suoi problemi.
Ma – questo è il punto – la Città aveva dato il mandato amministrativo non al ristretto cerchio magico del Sindaco (rappresentato dalle due liste civiche Demos e Rimettiamo in moto la Città) che era stato invece clamorosamente bocciato nel 2019, bensì a una coalizione ampia e rappresentativa nell’ambito della quale, in particolare, il PD doveva svolgere un ruolo di garante.
Quel civismo sta dimostrando tutti i suoi limiti culturali e politici e sembra destinato a un clamoroso fallimento. Rispetto al quale, le forze politiche di Centrosinistra (tutte) sono chiamate a prendere le distanze per non essere coinvolte in una debacle sempre più probabile che, però, a questo punto, è giusto riguardi solo coloro che hanno effettivamente assunto tutte le decisioni e che dovranno assumersi le relative responsabilità.

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Comunali: Andria al voto, svolta o continuità? https://ilquartopotere.it/news/comunali-andria-al-voto-svolta-o-continuita/ https://ilquartopotere.it/news/comunali-andria-al-voto-svolta-o-continuita/#respond Sun, 20 Sep 2020 10:08:29 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=7632 Quasi 80.000 i votanti. La confusione e l’ incertezza dominano:sicuro il ballottaggio il 4 e 5 ottobre. Campagna elettorale molto atipica, sicuramente strana, certamente confusa, dagli esiti incertissimi, e anche poco originale con qualche slogan tipo “Volete la solita minestra riscaldata?”,“Torna il sereno”, “…..rompe”). Tra le 20 liste, e gli oltre 600 candidati al Consiglio, […]

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Quasi 80.000 i votanti. La confusione e l’ incertezza dominano:sicuro il ballottaggio il 4 e 5 ottobre.

Campagna elettorale molto atipica, sicuramente strana, certamente confusa, dagli esiti incertissimi, e anche poco originale con qualche slogan tipo “Volete la solita minestra riscaldata?”,“Torna il sereno”, “…..rompe”). Tra le 20 liste, e gli oltre 600 candidati al Consiglio, la città dovrà scegliere sindaco e consiglieri comunali. A guardare le liste non sono mancati cambi di casacca, ritorni dal passato di ex amministratori di centro sinistra sonoramente battuti nel 2010 dalla prima giunta Giorgino che interruppe 17 anni di governo della sinistra, infilamenti di ex-amministratori o ex consiglieri comunali della seconda giunta Giorgino, nati in Forza Italia e nelle liste civiche di appoggio, e questa volta passati in quelle, forse più ospitali (almeno credono), della Lega, a sostegno dell’ l’avvocato Scamarcio. Tanto che nel corso di una sua visita ad Andria, il governatore regionale uscente, Michele Emiliano, ha detto: “Andria è stata distrutta dal centrodestra, cambiano i partiti ma le facce sono sempre quelle”. Molte le incognite: i 5Stelle che hanno riconfermato tutti i consiglieri uscenti, tranne uno, come andranno? Confermeranno il 20% del 2015 con l’exploit di Michele Coratella che ha riparlato in questi giorni di “sciatteria amministrativa” della giunta Giorgino, di cooperative sociali chiuse, dei debiti del Comune per 75 milioni, di cultura al lumicino (compreso il teatro che non c’è), di  servizi alla persona latitanti ? Nino Marmo – molto forte di suo, liste a parte – e che con la sua decisione di non votare il bilancio 2019 ha mandato a casa, con coraggio, tutto il consiglio comunale, dicendo no,come ha ripetuto in questi giorni, “ad accordi di palazzo, non ai sepolcri imbiancati” — andrà meglio di Scamarcio? E Scamarcio , favorito invece dal traino dei simboli di partito di 3 delle sue 5 liste, riuscirà a far dimenticare di muoversi in continuità con la Giunta Giorgino, di cui , ha detto nel comizio di chiusura,  “accetto l’eredità politica senza beneficio di inventario, riconosciamo i nostri errori,  ma ora andiamo avanti”, ce la farà ad andare al ballottaggio? Giovanna Bruno beneficerà della ritrovata unità a sinistra e dell’impegno, fortissimo nei suoi confronti, dei due candidati di area alla regione, Giovanni Vurchio del Pd e Sabino Zinni di Senso Civico? Riuscirà a rassicurare gli andriesi su una nuova stagione di serietà, competenza, solide relazioni con altre istituzioni per ricostruire la città e la sua effervescenza di un tempo?. Tra oggi e domani gli elettori andriesi sceglieranno mettendo le basi per decidere, al ballottaggio, i nomi dei due contendenti  e quindi a chi andranno, il 4 e 5 ottobre, i nuovi consiglieri, 19 per la maggioranza e 13 per la minoranza. Per fare cosa? Intanto per individuare e recuperare alle casse comunali una quantità enorme di soldi non pagati, perchè non pagano 4 andriesi su 10, anche se usufruiscono dei servizi (per esempio raccolta differenziata dei rifiuti, pubblica illuminazione, strade,etc.). Poi occorrerà salvare tutto il settore dei servizi sociali in credito per centinaia di migliaia di euro per attività rese da anni e non pagate, si dovrà mettere mano alla organizzazione degli uffici stravolta a poche settimane dal voto, fare arrivare linfa nuova tra i dipendenti (demotivati, stanchi, età media 50-55 anni), occuparsi della Multiservice salvando i 100 posti di lavoro, ma dandogli anche nuovi compiti per giustificare un costo del lavoro così alto rispetto al fatturato ottenuto, aprire gli impianti sportivi, fare chiarezza su piscina, circolo tennis, decidere la gestione dei centri di aggregazione splendidamente abbandonati e preda dell’incuria. Nei prossimi giorni capiremo a chi andrà quella poltrona -scomodissima – di Sindaco e come avranno scelto, al primo turno,  i circa 80.000 andriesi aventi diritto al voto. Il  voto di oggi e domani non basta però. Il turno di ballottaggio sarà decisivo. Il 5 ottobre Andria avrà il suo sindaco che dovrà fare ogni sforzo per evitare il dissesto.

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ANDRIA – Elezioni Comunali, Regionali e Referendarie: voto domiciliare elettori affetti da gravi infermità https://ilquartopotere.it/notiziie-andria/notizie-da-andria/andria-elezioni-comunali-regionali-e-referendarie-voto-domiciliare-elettori-affetti-da-gravi-infermita/ https://ilquartopotere.it/notiziie-andria/notizie-da-andria/andria-elezioni-comunali-regionali-e-referendarie-voto-domiciliare-elettori-affetti-da-gravi-infermita/#respond Wed, 19 Aug 2020 15:32:26 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=7190 Il Commissario Straordinario del Comune di Andria, ha disposto che gli elettori affetti da gravi infermità, tali da impedire l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano, che si trovano in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, ovvero gli elettori affetti da gravissime infermità tali che l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano risulti impossibile anche con […]

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Il Commissario Straordinario del Comune di Andria, ha disposto che gli elettori affetti da gravi infermità, tali da impedire l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano, che si trovano in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, ovvero gli elettori affetti da gravissime infermità tali che l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano risulti impossibile anche con l’ausilio dei servizi previsti dall’art. 29 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, sono ammessi al voto nelle predetta dimora.

L’elettore interessato deve far pervenire al Commissario Straordinario, in un periodo compreso fra il 40° e il 20° giorno antecedente la data di votazione, ossia sino a lunedì 31 agosto 2020, una dichiarazione, in carta libera, attestante la propria volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimora, corredata dalla prescritta autorizzazione sanitaria, indicando i dati di identità e di residenza (cognome e nome, luogo e data di nascita, indirizzo di residenza e, possibilmente, un idoneo recapito telefonico).

Nel caso in cui l’elettore dimora in una sede diversa dalla propria abitazione di residenza, indicare l’indirizzo dove l’elettore effettivamente dimora e dove sarà ammesso al voto.

Alla domanda deve allegare una copia della tessera elettorale e idonea certificazione sanitaria, con l’esatta formulazione normativa in oggetto indicata.

La certificazione sanitaria da allegare alla domanda deve essere rilasciata da un funzionario medico designato dai competenti organi dell’Azienda Sanitaria Locale in data non anteriore al quarantacinquesimo giorno antecedente la data della votazione (06 agosto 2020) che attesti l’esistenza delle condizioni di infermità di cui al comma 1 della legge 7 maggio 2009, n. 46, (gravissime infermità con prognosi continuativa di almeno sessanta giorni decorrenti dalla data di rilascio del certificato ovvero grave infermità con dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettro medicali).

La certificazione medica deve essere rilasciata da funzionari medici i quali “non possono essere né candidati né parenti fino al quarto grado dei candidati”.

 

 

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ANDRIA – Giovanna Bruno: la candidata sindaco del centrosinistra si presenta alla città https://ilquartopotere.it/notiziie-andria/notizie-da-andria/giovanna-bruno-la-candidata-sindaco-del-centrosinistra-si-presenta-alla-citta/ https://ilquartopotere.it/notiziie-andria/notizie-da-andria/giovanna-bruno-la-candidata-sindaco-del-centrosinistra-si-presenta-alla-citta/#respond Mon, 06 Jul 2020 12:40:53 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=6304 Si è svolta questa mattina, presso l’ex arena Roma in Corso Cavour ad Andria, la presentazione alla stampa del candidato sindaco Avv. Giovanna Bruno, da parte del Partito Democratico. Alla conferenza stampa sono intervenuti: il Ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia; il consigliere regionale, Sabino Zinni; l’onorevole e segretario regionale, Marco Lacarra; la senatrice, […]

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Si è svolta questa mattina, presso l’ex arena Roma in Corso Cavour ad Andria, la presentazione alla stampa del candidato sindaco Avv. Giovanna Bruno, da parte del Partito Democratico.

Alla conferenza stampa sono intervenuti: il Ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia; il consigliere regionale, Sabino Zinni; l’onorevole e segretario regionale, Marco Lacarra; la senatrice, Assuntela Messina; il segretario cittadino, Giovanni Vurchio; e altri referenti delle liste di coalizione che la sosterranno.

Giovanna Bruno, già presidente provinciale del Partito Democratico, è stata candidata sindaca nel 2010 per il centrosinistra mentre, dal 2007 al 2009, ha rivestito il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici nell’amministrazione di Vincenzo Zaccaro.

Grazie per l’investitura di responsabilità, il ritrovato senso di unità attorno a questo progetto“, ha così salutato i suoi sostenitori, l’Avv. Giovanna Bruno.”Siamo pronti, si parte, ci siamo adesso! E’ il tempo per sfoderare il coraggio e determinazione, per unire le idee, le forze, le competenze, le passioni e le diversità, per fare squadra”.

Noi adesso stiamo scegliendo di candidare alla guida di questa comunità, non una persona, ma una squadra di donne e uomini, capaci di parlare una sola lingua quella del servizio, la lingua del rispetto per la propria città e la propria gente – ha dichiarato Giovanna Bruno -. Adesso è il tempo di prendersi cura della nostra Andria, accarezzarla, accompagnarla, aiutarla ad alzarsi piano piano dal baratro morale e valoriale, economico e sociale in cui è stata spinta in questi lunghi anni di mal governo”.

Noi ci candidiamo alla guida di questa città per risolvere i problemi degli andriesi, e ne hanno davvero tanti – ha spiegato la candidata sindaca del centrosinistra andriese -. Un governo che dovrà mettere in rete le periferie risanandole, che dovrà attenuare la tanta sete di lavoro e povertà, dovrà motivare e riorganizzare la macchina amministrativa, dovrà puntare al consumo del territorio zero, a riqualificare tutto ciò che abbiamo, rendendolo fruibile per davvero, non solo inaugurando i luoghi di Andria“.

 

 

 

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