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Progetto “Storie resistenti” dell’ANPI Corato: importante ritrovamento di 71 fogli su Guglielmo Schiralli.

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di Giovanni Capurso, Vincenzo Catalano

Negletto, perseguitato, incarcerato, Gugliemo Schiralli avrebbe potuto godersi l’enorme patrimonio della famiglia di ricchi possidenti terrieri, ma finì in grave miseria per assistere gli ultimi e per combattere quei “galantuomini” a cui egli stesso apparteneva.

Per portare avanti le sue battaglie politiche a favore dei braccianti fondò ben tre giornali dilapidando il patrimonio personale.
Il recente e straordinario ritrovamento di ben 71 fogli della Prefettura di Bari e della Sottoprefettura di Barletta conservati presso l’Archivio di Stato di Bari fatti di missive, procedimenti penali, relazioni, anche dettagliate, sulla sua attività politica, in un arco temporale di circa trent’anni, ci permette di rivalutare l’importanza storica di questo protagonista indiscusso del socialismo pugliese di fine Ottocento clamorosamente caduto nel dimenticatoio.
Possiamo considerare Schiralli un vero e proprio infaticabile Mercurio delle idee socialiste che ha promosso attraverso articoli, opuscoli, scritti storico-politici e letterari con una penna pungente, caustica, ironica, senza mancare di quell’astuzia e intraprendenza che caratterizzano il politico di razza. Certamente, Schiralli, non meno di altri suoi illustri compagni nel panorama italiano ed europeo, condusse una battaglia senza quartiere per trasformare i gruppi radicali pugliesi in militanti consapevoli di un movimento operaio più vasto in un contesto sociale in rapido mutamento.

Le carte ritrovate forniscono dettagli di estremo interesse della sua infaticabile attività politica, ma anche di pubblicista. Tra queste ritroviamo la comunicazione al prefetto di Bari della sua partecipazione al congresso che portò alla Fondazione del Partito socialista italiano nel 1892 a Genova, o la condanna a 8 mesi e 15 giorni di detenzione e lire 1060 di multa inflittagli dal Tribunale di Trani. Altre informazioni utili ci vengono date sul suo misterioso decesso a Roma, da sempre molto discusso.
Non mancano documenti che ci mostrano uno spaccato degli screzi e degli sfottò di un tempo tutto sommato non molto lontano dal nostro se pensiamo al quel che accade spesso sui social. Per esempio in una relazione del sottoprefetto di Barletta datata 30 maggio 1901 si parla di una visita fatta dallo Schiralli in caserma, evidentemente esasperato, per sporgere querela verso un orologiaio di Corato che aveva esposto sulla vetrina del suo negozio una caricatura del suo volto ad opera del noto artista Saverio Grosso con lo pseudonimo “Saveriaggio”. Ecco il testo:

Il 24 corrente si presentò all’ufficio di P.S. di Corato Schiralli Guglielmo fu Giuseppe di anni 42 Consigliere provinciale colà nato e domiciliato, espose querela contro Vernice Gennaro di Cataldo di anni 31, orologiaio da Corato, per avere esposto sulla porta esterna della sua bottega al corso Cavour 17 una figura per denigrarlo ed esporlo al disprezzo pubblico.
Esso Schiralli si querelò è […] contro i possibili attori della figura della quale chiese il sequestro.
Acceduto sopra luogo quel funzionario sequestrò la figura e dichiarò in contravvenzione esso Vernice alle disposizioni contenenti nell’articolo 64 della legge della P-S. ed a quello sul bollo, dappoiché la figura sequestrata mancava della prescritta marca da bollo.
Lo pseudonimo – Saveriaggio – da cui è sottoscritta la caricatura, fa intendere che l’autore ne sia stato il noto caricaturista di Corato Grosso Saverio di Antonio. Ne informo la V.S. illustrissima signoria per intelligenza.

Ad oggi a Guglielmo Schiralli è appena intitolata una stradina in una zona periferica di Corato. Troppo poco per il fondatore del socialismo pugliese.

 

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