Home Storie Il maestro Miglietta: la sua intensa vita attraverso le nuove fonti d’archivio

Il maestro Miglietta: la sua intensa vita attraverso le nuove fonti d’archivio

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Di Vincenzo Catalano

La città di Corato storicamente ha sempre goduto di grande prestigio e fama per merito della sua banda musicale. Ultimo Maestro che con doti magistrali ha portato alla ribalta il Concerto di Corato è stato Raffaele Miglietta (Francavilla Fontana, 21 febbraio 1919 – Corato, 5 dicembre 1994).
Di umili origini, la madre Amalia Fumarola casalinga e il padre Gioacchino scarpaio e ardente socialista iscritto al sindacato di settore, entra a far parte dell’Accademia di Musica dell’Ex Foro Mussolini di Roma dove nel 1939 si diploma in clarinetto e nel 1945, grazie al suo talento artistico, in composizione e direzione per banda presso il prestigioso e rinomato Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.
La vita artistica e musicale del Maestro Miglietta è sicuramente ai più nota, tuttavia grazie all’interesse dei parenti del Maestro, in special modo grazie ad Amalia e Chiara Miglietta, sono partiti i lavori di ricerca per ricostruire il percorso biografico dell’ultimo grande Maestro della banda locale.
Infatti proprio nell’arco degli ultimi mesi sono stati recuperati molti e diversi dati inediti. Le ricerche, partite dal fondo RICOMPART dell’Archivio Centrale di Stato di Roma, hanno prodotto notevoli risultati: è stato recuperato un fascicolo contenete 15 carte. Da questo ritrovamento e grazie a un proficuo dialogo con l’Archivio di Stato di Bari e con l’Archivio di Stato di Taranto è stato recuperato presso l’Archivio di Stato di Lecce il fascicolo matricolare di Raffaele Miglietta contenente ben 44 carte di documenti inediti.
I dati che se ne sono ricavati sono di grande importanza storica per la nostra cittadina: nel 1939 con l’arruolamento per il servizio di leva come Carabiniere Reale, Miglietta viene assegnato come “allievo carabiniere a piedi” presso la Legione Allievi Carabinieri di Roma e per le sue doti musicali viene inquadrato nella banda centrale di Roma dei Carabinieri Reali della stessa Legione Allievi Carabinieri.
Con l’occupazione tedesca della Capitale (8-10 settembre 1943) e con lo scioglimento della Banda dell’Arma Miglietta, democratico e di spirito difensore delle Libertà – anche per gli insegnamenti del padre Gioacchino – si arruola spontaneamente nel Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri (FCRC) detto anche “Banda Caruso” o “Organizzazione Caruso”. Viene assegnato così al “Gruppo Mazza”, una unità comandata dal Sottotenente Antonino Mazza, fino alla liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno 1944. Tuttavia per le imprese compiute non gli viene riconosciuta la qualifica di Partigiano Combattente, si legge infatti in un documento del carteggio recuperato presso l’Archivio Centrale di Stato di Roma, documento del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – Ufficio Personale Sottufficiali e Truppa datato al 23 gennaio 1970 in risposta alla richiesta del Carabiniere Appuntato Raffaele Miglietta datata al 29 dicembre 1969 che “la domanda per il riconoscimento della qualifica partigiana doveva essere da lui rivolta direttamente al Ministero della Difesa entro il 1 agosto 1947, data sotto la quale sono scaduti i termini di presentazione di dette istanze”. Si tratterebbe, stando ai dati attuali, di una mancato riconoscimento legato non alle azioni effettive quanto ai tempi tardivi di richiesta.
La ricerca è ancora in divenire, tuttavia una nuova pagina della storia recente sta lentamente emergendo.

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