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A 50 anni dalla morte del Direttore prof. Domenico Simeone: una vita dedicata alla cultura, all’arte e all’insegnamento (Foto)

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L’anniversario di morte del Professore ricorre il 22 aprile

Lo storico Polibio nel Libro VI delle sue «Historiae» considera doveroso conservare e perpetrare la memoria degli «uomini virtuosi», affinché con il loro esempio e la loro dedizione perl’impegno nei riguardi della società, le loro azioni fossero di esempio e sprone peri posteri.
Con questo spirito vogliamo ricordare la memoria del Prof Domenico Simeone a 50 anni dalla sua morte, come esempio di amore e professionalità nelle sue funzioni di Direttore dell’Istituto Statale d’Arte della sua città di adozione, Corato.

Nato a Taranto nel1931, si diploma presso la Scuola d’Arte di Napoli con successivo magistero ( un master odierno ante litteram ) in scultura.
Nel1953 assume la docenza di Plastica presso l’Istituto d’Arte di Grottaglie (Ta) per poiricevere l’incarico direttivo dal Ministero della Pubblica Istruzione nel1956 in quel di Salerno e quindi, l’anno successivo a Cerreto Sannita (BN). Nel1962, come vincitore di concorso a Preside degli isitituti superiori, diventerà Direttore presso l’Istituto d’Arte di Isernia e dopo essere stato insignito del prestigioso titolo di «Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti artistici e professionali» sia nel1965 che nel1967, nello stesso anno verrà inviato dal Provveditorato a dirigere la Scuola d’Arte, da poco più di un anno elevata a rango di «Istituto», il quale, come scriveva il Giudice Leonardo Scelsi, all’epoca Presidente del Consiglio di Amministrazione dello stesso Istituto, nella prefazione del manuale di presentazione della 2a Mostra Didattica: «la stessa dopo i primi anni di faticoso assestamento per la difficile scelta di capaci docenti e per la a giustificata diffidenza delle famiglie, ha trovato nell’appassionata e
competente opera di direzione , di organizzazione e di propulsione del prof. Simeone, cui va un doveroso ringraziamento, le ragioni dell’odierno equilibrio e la speranza di una sempre maggiore valorizzazione».

Tale valorizzazione verrà riconosciuta conseguendo traguardi prestigiosi come nel1973, quando l’Istituto fu premiato nel concorso Internazionale di ceramica d’arte contemporanea di Faenza con la medaglia d’oro. Questi risultati così ambiziosi furono raggiunti grazie ad un duro lavoro in un ambiente che coniugava il traguardo di competenze professionali e un ambiente sereno. Ancora oggi chi rimane di quel Collegio dei Docenti che percorse quel periodo così fulgido per didattica e produttività di alto livello, se lo ricorda con profonda emozione e quasi lo accarezza con orgoglio, come un pezzo della propria storia, così come ancora risuona nelle parole scritte con emozione dal Prof Vincenzo Terregna, allora docente di disegno professionale, oggi in pensione, ma ancora ricco nella sua produzione artistica, il quale così sottolinea in una intervista di qualche anno fa «i ricordi di quel periodo giovanile, perché l’Istituto di Corato per noi non più giovanissimi, che l’abbiamo in parte creato, è aria di casa, è pane e vita; ma anche perché è giusto ricordare persone istituzionali, alcune ad oggi scomparse, hanno fatto la storia dell’Istituto di Corato e ditutto i Nord Barese [..] è giusto ricordare il professor Domenico Simeone, direttore per più anni e che credo possa e debba essere visto come il creatore più qualificato della realtà scolastica coratina, in quegli anni». Sono numerosi i flash e gli aneddoti che emergono dalla memoria del professore, quando ripensa «al suo spirito combattivo, alle sue capacità professionali e allo stimato gruppo di insegnanti di cui si era volutamente circondato. Con quella sensibilità e professionalità che lo contraddistingueva, così iniziò quella riforma che portò, in così breve tempo, la scuola ad essere una delle realtà più ricche di valori, ambita e frequentata della migliore borghesia coratina». Il Professore Terregna continua, ricordando come si trattò di un vero Rinascimento che, con la creazione di nuove sezioni, fra cui quella di oreficeria, «nata sotto la direzione Simeone», come Terregna continua a sottolineare, «di cui sono stato direttore di laboratorio, attraverso l’insegnamento di innovazione procedurale e di disegno industriale, ha portato all’apertura di numerose botteghe artigianali nella città». Prosegue «noi non più giovani, siamo fieri di questa storia che va riportata a giusta dimensione, perricordare e valorizzare lo sforzo di chi ha dedicato se stesso al recupero di una coscienza culturale».

Una coscienza culturale quella del direttore Simeone, su cui punta il dito un altro di quei «giovani insegnanti», il prof Luigi Quinto, allora maestro della sezione legno, che descrive come il professore Simeone spingeva nella direzione di una interdisciplinarietà multidirezionale, che non si esauriva unicamente sulle conoscenze tecniche ed operative specifiche delle discipline artistiche, ma che finiva per bagnare le rive delle discipline umanistiche, quasi a riproporre il pieno concetto dello spirito dell’artista Rinascimentale. E di questa cultura a tutto tondo e sensibilità artistica, il professor Simeone ne ha cesellata, considerando la sua numerosa produzione artistica, nonostante la sua giovane dipartita. Poco è lo spazio a disposizione, ma su tutte va sottolineata la produzione della serie di 15 formelle maiolicate realizzate nel1954 e collocate sulla via peril Santuario della Madonna della Mutata di Grottaglie, restaurate e collocate lungo la via della Mutata nel 2004, grazie all’intervento del prof Francesco Annichiarico e del Lions Club di Grottaglie.

Infine si può ben dire che, dalle testimonianze raccolte non solo fra gli insegnanti, ma anche dai risultati di chi da studente ha frequentato quell’Istituto, è evidente che il direttore Simeone ha rappresentato una pietra miliare perla vita culturale della nostra città. Perché come dice Torquato Tasso «chi ben semina, meglio raccoglie»

 

 

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