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Stefano Lotito e Pino Livrieri, a Copenhagen di diritto nel circuito mondiale degli “IRONMAN”

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“I limiti sono fatti per essere superati” (dal film Ironman)

È stato come un Amore nato per un colpo di fulmine, che cresce sempre più, fino a diventare passione febbrile, incondizionata.
È iniziato così per Stefano Lotito e Pino Livrieri, simpaticamente etichettato come “Pino la bestia”, quasi casualmente il rapporto con gli sport estremi, per quell’innata peculiarità di guerrieri, di coloro che vogliono sempre superarsi e superare limiti ed ostacoli della vita e dello Sport.

Furono “svezzati” dal Prof. Pino Leo, precursore a Corato e dintorni del Triathlon, disciplina che comprende Nuoto, Ciclismo e Corsa.
La curiosità è tanta in loro, “l’ego” come lo chiamano ancora più forte.
Il passo è veloce, una linea sottile, di un ruscello che velocemente si ingrossa in un grande fiume: dalle distanze brevi del triathlon sprint, alle distanze olimpiche, alle mezze Ironman, fino al percorso completo.

Domenica scorsa a Copenaghen, ci raccontano, “è stata un’odissea di emozioni, dalla notte insonne, alla tremarella nelle gambe prima della partenza, per la quale pensi di non farcela”.
Ma poi con lo squillo di tromba dello starter, tutto si trasforma, grazie ad un’atmosfera pazzesca, in cui si esalta un mondo magico: dall’acqua ghiacciata, alla internazionalità dei pazzi concorrenti, di lingue diverse ma spirito uguale.
La testa è ora solo sulla gara: gambe, braccia e soprattutto cervello, vanno ormai spediti.

Si inizia con i 4 km. di nuoto, che Stefano impiega in 1h04′, senza eccessivi affanni, prima del cambio indumenti ed il passaggio alla gara in bici. Solo 180 km. si fa per dire, in compagnia dell’amico Mimmo Crudele, a distanza “no draft” (senza scia), in cui le gambe pedalano sciolte ad una media di 33 km. nella 1^ metà, per decelerare in vista della tremenda Maratona (km. 42,195 mt.), intero tragitto effettuato in 5h40′.

Dopo i primi 20 km. di corsa, la stanchezza ora si fa sentire.
Ma la voglia di portare a termine la gara, di essere un “Ironman” appatentato è più dominante delle gambe che iniziano a scricchiolare, delle forze residue che scarseggiano.
Ogni punto ristoro è fondamentale, gel isotonici, banane e crostini, tengono accesa la fiammella dell’obiettivo. Traguardo che dopo 11h28′ per Stefano e 12h20′, diventa realtà “facendoci accapponare la pelle, per un risultato che non avremmo pronosticato, avendo dovuto bruciare in un mese le tappe degli allenamenti, per i nostri impegni di lavoro”, continuano i ragazzi.

Ed ora che di diritto sono entrati nel circuito mondiale degli Ironman, i super atleti, cercheranno di alzare l’asticella e togliersi altre soddisfazioni, ad iniziare dai prossimi campionati regionali di acquathlon a Giovinazzo e Triathlon sprint a Trani, con il sogno di dar vita ad una vera e propria associazione.
Altro giro, altri limiti… da superare!
Tenete duro ragazzi!

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