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L’ultramaratoneta Pino Mangione: un anno da incorniciare, preparando il mondiale della 6 giorni

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Pino Mangione, il 62enne ex poliziotto penitenziario, ora in pensione, con il vizietto delle ultramaratone, ha chiuso la stagione agonistica sabato scorso a Lavello per commemorare il caro amico 70enne Felice Russo, a cui è dedicata la manifestazione, atleta e fautore della stessa gara di giorni fa.

Una gara simbolo, anche perché rappresenta la numero 120 tra Maratone ed Ultramaratone, 25° titolo nazionale (di cui 3 titoli assoluti) tra 6/12/24/48 ore, 50/100 km, a coronamento di un’altra grande stagione sportiva.
E proprio a Lavello, Pino ottenne uno dei titoli assoluti, nella 24 ore, percorrendo ben km. 200,390.
Altri titoli assoluti riguardano la 6 ore in pista di Campobasso nel 2018, ed a Policoro nel 2020 nella 100 miglia (161 km), che è anche record italiano nella M55.
Ultima vittoria di spessore nel 2023, la 7 ore sulla sabbia a Pescara, del 25/10, su un circuito percorso totalmente sulla battigia della spiaggia abruzzese, in cui il coratino tesserato per la Riccardi-Pedone, è giunto 1° nella cat. M60, 6° assoluto.
Questo successo nella stagione, segue le 2 vittorie nella categoria M60 nell’ultramaratona del Mito di Castellaneta (2° assoluto) così come nell’ultramaratona dei Templari a Banzi, nel circuito Nazionale Iuta (2° assoluto).
Pino è già proiettato alla prossima stagione ed a nuovi exploit, alzando sempre più l’asticella dei propri limiti umani.
E il suo chiodo fisso è ripartire da quello che è stato l’unico cruccio del 2023, l’abbandono del mondiale a Policoro de “la 6 giorni”, dopo poco più di un giorno, per un improvviso lutto familiare.
Ed il biglietto per Budapest è già pronto, per rappresentare l’Italia ma soprattutto il vessillo di Corato.

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