L’atmosfera da urlo, il pubblico delle grandi occasioni dopo una settimana di grande attesa, la passione di una città, la cabala (Ruvo non aveva mai violato il PalaLosito). Tutto ciò non è bastato, perché l’Adriatica Industriale Basket Corato incappa nella seconda sconfitta consecutiva, a spuntarla è Talos Basket Ruvo per 60-64.
Stella e compagni dunque non superano l’esame derby, al termine di un match non bello ma intenso, che alla fine ha premiato la squadra più continua nell’arco dei 40′.
I neroverdi se la sono giocata davvero solo nel corso del terzo periodo, ma non è bastato. E i soli 60 punti realizzati segnalano che gli automatismi offensivi sono ancora da oleare.
IL MATCH: Sereni in quintetto è la novità, sebbene non ancora al 100%, assieme ai “soliti” Stella, Grilli, Sereni e Brunetti. Sponda Ruvo, coach Patella non si inventa nulla e manda in campo Bonfiglio, Laquintana, Bertocco, Bini e Ochoa.
Lo spettacolo offerto nel primo quarto dalle due squadre non è affatto all’altezza di quanto accade sugli spalti. Corato e Ruvo partono con il freno a mano tirato, sentono molto il match e lo show sul parquet non è dei migliori. Leggermente meglio i viaggianti, che con l’arma dei rimbalzi offensivi costruiscono il primo parziale importante (2-9 al 5′). I neroverdi reagiscono con il solito Mauro Stella, tra i più in palla, e Daniele Grilli. Si accendono Laquintana e Brunetti, ma si segna con il contagocce. Il 2/3 dalla lunetta di Vanni Laquintana a tempo scaduto sanciscono il primo parziale: 12-18.
Secondo periodo che non vede particolari novità nel canovaccio della gara, con le due squadre contratte davanti, che si rendono protagoniste di errori anche banali. Si segna pochissimo ambo le parti: Sereni e Serroni accorciano per i neroverdi, la bomba di Ochoa riporta a distanza Ruvo (17-25 al 15′). Sereni ispira, Stella (16 pti) realizza, i ruoli si invertono ma la sostanza non cambia, dall’altra parte Bertocco schiaccia. I liberi sono tabù per entrambe le squadre, Grilli accorcia dalla lunga. De Leone ed il libero di Brunetti chiudono il primo tempo sul 26-30.
Dopo la pausa lunga altro piglio per gli uomini di Gesmundo: Yabre in percussione, poi Brunetti ed in 60′ impattano sul pari 30. Ancora Yabre due minuti più tardi per il primo vantaggio neroverde (34-32 al 23′). I neroverdi sono più sciolti, Ruvo, che già faticava a trovare canestri semplici, sembra ora uscire dal match, ma Corato non ne approfitta sino in fondo e due bombe del solito Vanni Laquintana (23 pti) rispediscono i padroni di casa a – 5. Sereni sale in cattedra, Brunetti non fallisce dalla lunetta: in 3′ Corato confeziona un parziale di 10-4 che sembra cambiare il match. Idiaru, Grilli e Brunetti fanno 49-45, Cioppa sfiora addirittura il +7 sulla sirena.
Arriva meglio Corato all’ultima decisiva frazione di gioco, sospinta da un pubblico meraviglioso. Il piazzato di Stella sembra il preludio ad una notte magica, l’ex Di Salvia la riapre subito da fuori. Serroni, Bonfiglio e Brunetti cambiano punteggio ma non distanze, Di Salvia, praticamente dalla panchina di Corato realizza la tripla che cambia l’inerzia dell’incontro. Laquintana mette il fiato sul collo ai neroverdi (56-55 al 33′), poi due minuti di errori ambo le parti, che certificano l’importanza del match. Il tap in di De Leone vale il nuovo vantaggio ospite, Yabre risponde immediatamente e riporta avanti Corato. Si segna pochissimo, Corato fallisce due liberi e non ammazza il match e De Leone la riapre (60-59 al 38′). Ultimo minuto thrilling: Laquintana realizza due liberi, Sereni fallisce il sorpasso, Ochoa non la chiude dalla lunetta, ma l’ultimo possesso neroverde (5 secondi) si infrange sul ferro. Gioisce Ruvo, che con Bini ritocca il punteggio finale: 60-64.
Prestazione nel complesso non all’altezza dell’Adriatica Industriale, che nei momenti topici del match non è riuscita a dare il colpo del k.o. all’avversario e per troppo tempo ha inseguito. Certamente i meriti sono anche di un Ruvo coriaceo che ha affrontato i neroverdi senza timori reverenziali, ma Corato non può essere tutta qui. È importante ora riordinare le idee, in un campionato lungo e combattuto in cui non esistono squadre materasso. Serve il cambio di passo e domenica la trasferta di Avellino sarà un banco di prova importante.