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Intervista a cuore aperto al Presidente Maldera sul futuro del calcio coratino

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“Se dovessi fare la cosa giusta per me, dovrei lasciare tutto subito. Se dovessi pensare al bene della città, penserò a fare un campionato di transizione, in attesa di tempi migliori”.

Ore trepidanti per i tifosi neroverdi, in attesa della conferenza stampa che terrà la società per sciogliere le riserve e spiegare i vari perché. Nel frattempo una bellissima intervista al presidente Giuseppe Maldera, come sempre parlando più col cuore che con la ragione di un imprenditore, ma sviscerando perplessità e qualche certezza.

Un approccio sempre da bravo ragazzo ormai cresciuto, verso la piena maturità, sempre passionale e che per una città che si ritiene leader imprenditoriale, perderlo sarebbe una sconfitta non solo per il calcio, ma per l’intero tessuto sociale, economico, oserei enfatizzare “civile”.

Iniziamo dall’incontro con l’amministrazione. Com’è andata?
È emersa la ferrea volontà e interesse dell’amministrazione di collaborare e risolvere l’annoso problema dello stadio. Ma è altrettanto venuto fuori con i progettisti, che le opere non finiranno prima di 18-24 mesi. Anche se io penso che si andrà oltre, conoscendo i tempi degli appalti. Pertanto per colpe non dell’amministrazione ma della burocrazia, il capitolo stadio è da ritenersi chiuso.

Quale elemento positivo si è colto nell’incontro?
La chiarezza nell’esplicitare la reale situazione, le criticità derivanti dalla inagibilità che richiedono sia interventi strutturali, ma soprattutto tempi necessari per le procedure amministrative e burocratiche.

Quali sono le opere obbligate per ottenere l’agibilità?
Ciò che rallenta i lavori è la normativa che vieta le interferenze tra i vari cantieri. Essendocene già due contemporanei, del campo alternativo e della bretella parallelamente al muretto, che va da via Prenestina a via Gravina, non c’è nessuna possibilità di utilizzare la struttura anche a porte chiuse. Una possibilità era di utilizzare spogliatoi amovibili, sabbiando il campo e mettendoci un tappeto per svolgere gli allenamenti.

Ci sono dei tempi per i cantieri di cui sopra?
Il cantiere della bretella è ancora in alto mare, avendo dovuto fare delle varianti per il drenaggio delle acque. Per il campo alternativo i lavori dovrebbero essere conclusi entro l’anno, tra settembre e dicembre, salvo imprevisti. Ma l’utilizzo del campo ritarderebbe i lavori.

Che alternativa rimane?
L’amministrazione si è impegnata a chiamare quelle limitrofe per poter utilizzare la struttura, con costi a carico del comune. Ma Terlizzi è chiuso per inagibilità; Ruvo ha un costo eccessivo ed essendo usurato e duro ha comportato infortuni e costi alti per gli stessi (Tekar, fisioterapia, risonanze).
Rimarrebbe Trani, messo male come Corato e il Sant’Angelo dei Ricchi di Andria, dove avevamo già avuto lo scorso anno disponibilità per la partita, non per gli allenamenti.

Domanda delle Cento pistole. Dia delle possibilità.
A) Si riparte con squadra competitiva;
B) Si riparte con squadra di transizione;
C) Spostamento del titolo;
D) Fine del calcio a Corato.
A) 0%, impossibile, non avendo struttura e neanche considerazione per poter sbarcare in serie D;
B) 40%, ci dispiacerebbe far morire il calcio a Corato, proseguendolo con squadre a basso costo e squadra di ragazzi.
C) 0%, al momento non ci penso;
D) 60%, sia per problemi logistici che abbiamo superato negli anni precedenti, ma soprattutto perché come società abbiamo perso la credibilità, per promesse e prospettive fatte ai partners, non mantenute, utili per poter attingere le poche risorse, per le quali è fondamentale disporre dello stadio.

Una bacchettata alla piazza…
Una piazza che non offre niente, senza campo, con aziende poco collaborative, botteghini scarsi nonostante fossimo in testa lo scorso anno e non sempre partecipe.
Una vera e propria autogestione della società, a differenza di altre piazze in cui le amministrazioni erogano un contributo che qui non c’è. E soprattutto altrove il calcio è considerato veicolo fondamentale.

Si è parlato di possibile acquisizione di un titolo di serie D.
Se ci fossero state le condizioni lo avremmo fatto sicuramente.
L’eccellenza è diventato un campionato difficile da vincere e gestire che non mi dà più stimoli, fatti passare per varie situazioni. Ci sono state delle proposte, ma per rimanere nella piazza originaria. Ma avrei avuto stimoli diversi per ripartire.

Ma anche tante richieste di fare calcio altrove… 
Tutte le città limitrofe importanti mi hanno invitato, specie di quelle i cui Presidenti fanno calcio quasi a Costo Zero, offrendo ben altro. Non ho tentennato a dire no ma certe situazioni vanno capite.

I tifosi sono giustamente in apprensione. Cosa vuole dire a loro?
Apprezzo chi crede e sostiene la squadra. Io sono uno di loro, ma devono capire la situazione difficile per andare avanti. Stiamo cercando la soluzione che vada bene per tutti.

Da cosa dipenderà la decisione definitiva?
Dipenderà dalla gestione della struttura, che ci faccia rimanere sereni nello sviluppo dei campionati, costruendo una dignitosa squadra senza eccedere nei costi.

Incrociamo tutti le dita. La verità uscirà a galla a metà della settimana. Il Presidente è sempre un libro aperto, da cui sono trapelate emozioni di attaccamento alla causa, si spera sufficienti a superare il momento difficile.
Ma dipende ora anche da tutti noi, a fargli sentire il calore ed il sostegno e ad evitare polemiche ormai inutili che facciano virare le sue decisioni.
I tempi burocratici sono quelli, non possiamo farci nulla. Dobbiamo credere alla volontà dell’amministrazione e solo avere pazienza, quella di cui il Presidente ha avuto fin qui e speriamo ancora per un po’. Dopotutto il portafogli è il suo e non si può decidere su quello degli altri.
Un progetto a costo Zero è anche possibile.
Forza Presidente, siamo con Te.

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