Il pellegrinaggio del Corato calcio non conosce soste. Dooo 15 mesi, in cui la casa neroverde era stata la vicina Ruvo di Puglia aggiunti ad un’altra decina di mesi precedenti, da quando la struttura comunale era stata interdetta al pubblico, la società del Presidente Maldera, fa scalo allo stadio Sant’Angelo dei Ricchi di Andria, caldamente accolta.
Una versione double-face, in quanto gli allenamenti si effettueranno invece, c/o la struttura privata “Ponte Lama” di Trani.
Una decisione che era nell’aria già da qualche giorno, ufficializzata oggi dalla società, con un comunicato stampa.
Ne parliamo con Vito Tursi, direttore sportivo del sodalizio coratino.
Com’è partorita la scelta di Andria?
Abbiamo scelto di andare ad Andria perché l’impianto sportivo di Ruvo purtroppo non è più consono alla nostra squadra, in quanto si sono verificati negli ultimi due anni molti infortuni, dovuti al terreno di gioco molto duro ed anche in virtù dei buoni rapporti con l’amministrazione della città federiciana.
Come sono i rapporti con la nuova amministrazione comunale di Corato?
La società ha avuto un incontro con la nuova amministrazione comunale, ma sappiamo bene che i tempi del calcio non coincidono con quelli della burocrazia. Attendiamo ancora risposte in merito e nel caso ci sarà una ripresa a Gennaio non potevamo aspettare i tempi della nuova amministrazione di Corato, ma dovevamo darci da fare per trovare una nuova casa per il Corato Calcio.
Quali sono i margini per poter tornare a Corato?
I margini per tornare a Corato noi speriamo siano buoni e soprattutto celeri. Da troppo tempo Corato ha un impianto sportivo in stato di abbandono, non utilizzato dalla prima squadra del paese ed è davvero un peccato non poter disputare un campionato così importante e dispendioso nella propria casa, che dovrebbe essere il fortino per noi e per la città di Corato.
Quali sono le impellenze per poter riottenere l’agibilità della struttura?
Le urgenze, visto che tra l’altro siamo fermi già da oltre un mese, riguarderebbero quelle di iniziare a fare dei lavori di ripristino degli spogliatoi e non avrebbero fatto male nemmeno, se in tempi celeri, lavori di ripristino del manto erboso, visto che non viene adoperato da nessuno. Quale periodo migliore sarebbe stato per riportare l’impianto alla praticabilità?
Una notizia che suona come un mix di sensazioni: speranza di ripartenza, voglia continua di fare della società e se vogliamo un ennesimo schiaffo alla città sportiva, già da alcuni anni in uno stato di ingessatura degli impianti sportivi, che riguardano stadio comunale e palazzetto. Una vera beffa, per chi come il Presidente Maldera, ha a cuore la sua città, dimostrandolo con continui ed enormi investimenti e sacrifici.
È giunta l’ora della sveglia e della riscossa!