Home Sport I coratini Marchetti e Scaringella riassaporano i profumi di calcio professionistico

I coratini Marchetti e Scaringella riassaporano i profumi di calcio professionistico

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D. Marchetti, M. Scaringella

Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio.

È la metafora della vita che può identificare 2 professionisti coratini, che per mestiere tirano calci al pallone, in ruoli diversi: il 1° da difensore, evitando goals avversari, il 2° provando a segnarli.
Storie entrambe ricche di pathos ed emozioni, ma soprattutto di caparbietà e sacrifici, non a caso inserite di diritto simbolicamente, nel mio libro “Te lo dice papà”, “mio figlio è un campione”.

Domenico Marchetti

Domenico, è il cadetto di 3 figli, fratello del primogenito Luigi e Vincenzo.
Quando papà Vito, me li consegnò virtualmente, a 8/7/5 anni, conoscendomi solo di nome, mi profferì una frase al momento shockante: “sig. Como, so che lei nel calcio fa piovere e nevicare. Chiss wagnun hanna dvndaj sciuquatur e avast”.
Mi lasciò per qualche secondo interdetto.
Tutti e 3 hanno calcato almeno campi di Eccellenza, ma ciò che colpì, fu la determinazione che ci mise lui a seguire i figli, che dopo alcuni anni con me, li condussi alla Fidelis Andria, dalla quale Domenico fu trasferito nel settore giovanile della Fiorentina, collezionando anche alcune presenze nelle Nazionali giovanili fino all’Under 20.
Da lì tanto professionismo e girovagare: Bellaria, Barletta, Pro Patria (dove per la crisi societaria ha finanche alloggiato allo stadio), Lamezia, Torres, Martina, Maceratese, Catanzaro, Gavorrano, fino a decidere di scendere in Serie D ed essere determinante (Campobasso, Messina e Arezzo ad inizio stagione).
A dicembre, l’Arezzo non conferma le aspettative e Domenico non può rinunciare al canto delle sirene che proviene dalla campana Gelbison di Vallo della Lucania.
Aggiunge alle 7 presenze ed 1 rete in Toscana, 14 presenze, che contribuiscono al salto di categoria, con una giornata di anticipo, vincendo 4-0 vs la Sancataldese.

Miky Scaringella

Miky Scaringella è il classico calciatore che si è sudato la pagnotta, facendo tanta gavetta.
Dopo le trafile tra Sacra Famiglia e la mia Pol. San Gerardo, nel suo 1° anno da Under nel Corato in Eccellenza, ha rischiato anche di abbandonare, messo in naftalina da uno pseudo allenatore. Finché gli si è presentato il suo protettore Valeriano Loseto, quanto suo padre Pinuccio, che lo ha fatto esordire e lo ha portato con sé a Gravina, dove si è affermato a suon di gol.
Il papà, suo primo tifoso, attraversa difficoltà di salute, poi deceduto, Miky è costretto a restare vicino casa, in Promozione con il Corato, temendo di rinunciare ai suoi sogni di gloria.
L’attaccante deve pensare all’obiettivo quotidiano. Al suo hobby, pallino di vita nascosto, deve unire un pesante lavoro che lo fa alzare da letto molto prima del canto del gallo, termina poco prima degli allenamenti, che svolge con meticolosa applicazione, dedicando pochi istanti alla vita privata di giovane.
Il suo chiodo fisso rimane quello del calcio ed in questo si ricorda di lui il suo vecchio padre putativo Loseto, che gli fa fare il triplo salto carpiato, portandolo in Serie C ad Andria.
Il ragazzo mostra subito il suo biglietto da visita, andando in rete dopo 7′ ancor più legittimando la scelta del Mister ad Agrigento, dove appena entrato in campo, sigla 3 reti in 8′, roba da record.
L’Aquilone (suo soprannome) torna a volare e non si ferma più, passando dalla Lombardia, fino a Giugliano, consigliato dall’ex compagno di squadra Cerone.
E con qualche giornata prima del suo concittadino, contribuendo con 6 reti all’attivo, può alzare le braccia al cielo e sperare come lui, di poter rientrare dalla finestra, nel calcio professionistico, incrociandosi intanto nella Poule Scudetto.
2 storie, 2 atleti, 2 professionisti a prescindere dalla categoria, che chissà se un giorno si potranno ritrovare insieme a difendere i colori della propria città, magari con qualche altro concittadino.

Sarebbe una bella cosa, perché siamo convinti che la coratinita’, nel caso specifico, sia un valore aggiunto, non un ostacolo, Andria docet.

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