L’istinto dell’essere umano è quello di andare oltre i propri limiti, ed i più disparati, giorno per giorno, passo dopo passo, specie se sportivi.
“Mi raccomando, se non ce la fai, fermati”!
Sono le parole premurose di suggerimento, che Giuseppe Zaza riceve puntualmente prima di ogni impresa, da sua moglie Isabella.
Ma Giuseppe, legatissimo alla famiglia, fa orecchio di mercante e di fatto non si ferma mai, anzi macina chilometri su chilometri, in quella che è la sua caparbia, appassionata lunga sequela di imprese.
È un 44enne Ultramaratoneta, tesserato da 2 anni con l’Amatori Corato, società in fase di crescita, con oltre 70 atleti.
“È la mia maggiore soddisfazione, portare la casacca neroverde, perché in questa sento l’orgoglio ed il senso di appartenenza alle mie radici, alla mia città”.
Giuseppe, recentemente, ha ottenuto il titolo italiano Juta, cat. M45, nella 6 ore, con il 2° posto assoluto.
Non è comunque nuovo a questi trionfi, perché l’ultramaratoneta coratino, nel 2019, a Corato, con la casacca Barletta, trionfò nella 30 miglia (ca 48 km.) ed ha partecipato nella 100 km Firenze/Faenza, classificandosi, col tempo di 9h47′, 61° su 3000 partecipanti da tutto il mondo; mentre il suo record personale nella modica distanza della Maratona (km 42,195) è di 2h59′, appena sotto la soglia delle 3 ore, considerato il limite minimo per la Top class.
Con molta umiltà ci confessa che di strada ne deve fare per raggiungere i livelli al limite della leggenda, dell’altro coratino Pino Mangione, tesserato a Bisceglie.
La sua prossima gara, con tanti anni ancora da sfruttare, sarà la numero 24 a Firenze, con un occhio alla preparazione di 2 classiche, in cui l’asticella si alza al limite dell’umano: la Milano – Sanremo (di 250 km) e la 9 Colli Running Emilia di 205 km.
Che altro si deve fare per superare questi limiti?