Il tacco alla Bettega e la sassata di Azzarito, decidono la sfida.
È la legge della proprietà transitiva: se il Manfredonia impatta a Barletta ed il Corato vince in casa del Manfredonia, i giochi sono più che aperti.
Sembra roba da poco, ma psicologicamente è tanto: il campionato di questa ex aristocratica Eccellenza, ridotta in semi-proletaria è ancora vivo, affatto chiuso.
Ed il merito è di un Corato mai domo, come il suo allenatore ed i calciatori, che hanno convinto anche il Presidente a crederci fino in fondo.
6 punti dal fuggitivo Barletta, sembrerebbero tanti in questo mediocre torneo, con tante squadre di rango da Promozione, che fanno pensare ad una bassissima dispersione di punti.
Il rimpianto di aver buttato 2 punti alle ortiche, a San Severo, in una gara già vinta e non chiusa, è tanto.
Ma un piccolo scricchiolio del Barletta, lascia le speranze accese, soprattutto la prova di sostanza ieri a Monte Sant’Angelo nei 65′ rimasti da giocare della gara sospesa il 7/11 per nebbia.
Il modulo del 4/4/2 già visto a San Severo, sembra dare maggiore equilibrio ed a parte l’errore individuale di ieri, che può capitare, la solidità difensiva non è affatto intaccata.
La manovra ieri è parsa più fluida, con i 2 esterni, Rizzo e Azzarito in grande spolvero, l’uno che ha ispirato il delizioso tacco alla Bettega di Bozzi (8^ rete) l’altro autore della sassata dell’1-2.
È vero, il destino è ancora nelle mani dei biancorossi di Farina, di cui si vocifera qualche mugugno interno. Fermo restante del ritorno in casa neroverde, nel ciclismo esiste il premio alla combattività che di diritto spetta al Corato, che mantiene in piedi un minimo di interesse e paradossalmente ha capovolto la combinazione psicologica dell’inseguitore, che nonostante il ridicolo format, non ha nulla da perdere.
Mai dire mai, il calcio è ricco di imprese, a cui potrebbe aggiungersi proprio questa.