Era dal 1° marzo 2020 che non lo facevano
“Nu sim l quaratin, pu cor neroverd, …….”
Un ritornello ricco di orgoglio e spirito campanilista che non si sentiva da ca 18 mesi, da quando l’orologio si fermò al 1° marzo 2020 di un Corato – Gallipoli a Ruvo, preludio del lockdown di un maledetto virus chiamato Covid.
Tutt’altra atmosfera domenica scorsa, rispetto ai malinconici mesi recenti, con spalti vuoti e assordanti silenzi.
Un’aria festosa, al contrario, con una tribuna piena zeppa e soprattutto il ritorno degli Ultras Corato 1946 a cantare e inneggiare la propria squadra, a dare colore e calore, nuovamente diretta dal maestro d’orchestra Carmine Teotino.
“Ci sentiamo patrioti orgogliosi nel tifare da anni la nostra squadra. Domenica, tornare dopo tanto, è stata una sensazione bellissima”.
Sono le parole dello stesso Presidente del Club, Teotino, che prima di essere ultras ricorda di essere tifoso neroverde e di lottare per il raggiungimento di un unico obiettivo: il bene della propria squadra.
“Una città come Corato, non può essere impelagata nei campionati regionali da ben 31 anni. Per i nostri colori, noi la partita neanche la vediamo tutta nei 90′, ma abbiamo il compito di coinvolgere l’intero pubblico e far arrivare ai calciatori il nostro calore, la cui temperatura assomiglia sempre più ad una lava in eruzione.
Ma abbiamo anche la missione di portare al campo quante più famiglie possibile (donne, bambini, nonni), con un tifo libero, pulito e corretto.
Noi siamo Corato e non abbiamo da invidiare nulla ai comuni limitrofi“.
Gli fa eco Annarita Tarricone, ormai decano del tifo neroverde, rappresentante della folta schiera in rosa presente domenica, sorpresa anch’ella da cotanta numerosa presenza.
“Da donna, madre e moglie, un appuntamento che avevo sognato da mesi di rimettere in maniera fissa nella mia agenda.
Un’emozione indescrivibile, la voce e la musica dello speaker Alessandro e ritrovare i tanti amici ultras, che spero crescano sempre più nel numero e nella cultura da ultras appunto. L’ambiente deve tornare ad essere quello sereno e coinvolgente, affinché tante famiglie come la nostra, possano trascorrere una domenica diversa e noi donne seguire i nostri uomini”.
Il Presidente Maldera ad inizio anno aveva chiesto un segnale inequivocabile dalla città.
Se non è questo, quale sarebbe?
E per questo ritrovato feeling, calciatori, staff e società stessa, non possono che fare affidamento su una tifoseria che si è stretta attorno alla squadra e che non la lascerà più sola.