A margine della sconfitta patita a Mola, il presidente del Corato Calcio tuona in un comunicato ufficiale, che pubblichiamo integralmente:
“Quando, con tanto sacrificio, ho deciso di prendere per mano questa creatura moribonda che era il Corato Calcio, l’ho fatto con una convinzione profonda: non potevo permettere che il calcio a Corato sparisse dai radar pugliesi. Questa squadra stava lentamente morendo, senza più voce, senza più prospettiva. Eppure la mia passione per questo sport e per questa città è stata più forte della paura, più forte delle difficoltà.
Ho affrontato notti insonni, preoccupazioni, settimane di lavoro instancabile. E non parlo soltanto di sacrifici economici – enormi, spesso invisibili – ma di un impegno totale, umano, fatto di tempo tolto alla famiglia, al riposo, a tutto il resto.
Oggi, mentre i grandi imprenditori continuano ad essere assenti, noi viviamo grazie al cuore della piccola impresa coratina che ci sostiene con grande generosità. Senza di loro questa società non esisterebbe, e questo non smetterò mai di dirlo.
Ma lo sforzo più grande, in questo momento, non mi sento di chiederlo alle aziende. Lo chiedo ai cittadini. Lo chiedo ai tifosi.
Alla prima partita nel nostro nuovo Comunale abbiamo registrato il sold out. Lì, in quel giorno, ho pensato fosse davvero l’alba di un nuovo inizio. Sembrava che la città volesse riprendersi la sua squadra. Poi, dopo qualche risultato non proprio positivo e appena tre gare disputate in casa, l’entusiasmo è già scemato. Le tribune, oggi, sono desolatamente semi deserte.
E allora mi domando: abbiamo combattuto per riavere il nostro Comunale… e adesso? Dove sono i tifosi? Dove sono le persone che amano questi colori? Ogni giorno ci viene chiesto di compiere nuovi sforzi, di fare nuovi acquisti. Ma a che pro, se manca la prima benzina di questa società? Il primo motore pulsante siete voi.
E permettetemi, in questo momento delicato, di affrontare un tema che non possiamo più ignorare. I nostri sacrifici vengono spesso minati da errori arbitrali che nulla hanno a che vedere con la normalità di un campionato competitivo. Parlo di episodi che si ripetono, che condizionano risultati, che demoralizzano chi lavora ogni giorno per questa maglia.
Non siamo tutelati. Non lo siamo mai stati.
E quando si ha la sensazione di essere sempre i primi a pagare e gli ultimi ad essere ascoltati, la frustrazione diventa inevitabile.
Figli e figliastri: questa è la percezione, e non è più accettabile.
Per questo rivolgo un appello chiaro e diretto alla Lega Nazionale Dilettanti: intervenite, attenzionate maggiormente la classe arbitrale, valutate ciò che accade su alcuni campi. Non chiediamo favoritismi. Chiediamo solo rispetto, equilibrio, giustizia sportiva. I nostri sacrifici valgono quanto quelli degli altri.
In momenti come questo può affiorare la voglia di mollare, lo ammetto. Ma poi guardo questa città, questa storia, e capisco che non possiamo farlo. Non ora.
E proprio per questo, adesso più che mai, abbiamo bisogno di voi.
Domenica prossima, al Comunale, arriva la Virtus Bisceglie. È una partita importante, Voglio rivedere il nostro proverbiale calore, gli spalti gremiti, dev’essere una festa.
Riempiamo il nostro stadio. Dimostriamo chi siamo.
Non abbiamo bisogno soltanto dei vostri soldi. Abbiamo bisogno, soprattutto, del vostro instancabile e meraviglioso calore.
Quello che, quando c’è, a prescindere dai risultati, fa davvero la differenza”.












































