I rigori non li sbaglia, solo chi non li tira.
Sembrava si perpetrasse la maledizione di un tabù da sfatare, cioè di penalty sbagliati che portassero ancora ad un risultato negativo, come spesso accaduto negli ultimi anni.
È il minuto 70′, quando il subentrato Marolla, si procura la massima punizione.
Il rigorista designato è Nicolas Di Rito, che delle 233 reti siglate in carriera, chissà quante ne avrà segnate dagli 11 metri.
Questa ciambella non gli riesce col buco e calcia molto alto sulla traversa.
A qualcuno torna in mente il ricordo analogo di un Corato – Molfetta (2° turno di Coppa) e gli incubi di una eliminazione.
Ma c’è l’incitamento dell’intera squadra ed in particolare del suo capitano ed amico di merende Rocco Daiello, grinta e leadership da vendere.
Se nel 1° tempo le squadre si equivalevano, grazie ad innesti nel Canosa, che hanno irrobustito la squadra, rendendola molto più competitiva, nella ripresa veniva a galla la superiorità tecnica della squadra di Olivieri, che imprimeva una pressione sempre maggiore, credendoci al risultato pieno, senza un minuto di sosta.
Il mister viestano cambiava 2 volte modulo ed uomini e poco dopo l’errore, inseriva Giuseppe Bozzi, l’uomo della provvidenza di questo scorcio di campionato.
Lui era lo strumento del successo, sia pur a testa bassa, voluta a tutti i costi, con la forza del cuore, dell’anima, del sacrificio.
Perdere il treno della Coppa, in un giorno triste, come quello dell’annuncio dell’assenza dei Playoff, sarebbe stato un danno quasi irreparabile.
Ne esce fuori una vittoria meritata, soprattutto per la caparbietà con cui è stata cercata e che lascia intatti i doppi obiettivi, che tutti vogliono, fortissimamente vogliono.