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Bortuzzo, Vio  e Zanardi – Tre campioni che hanno sfidato le avversità della vita

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di Lamarca Cataldo e Michele Ventura

Al giorno d’oggi i campioni sportivi si contraddistinguono non solo per il coraggio e la determinazione durante una gara, ma anche per  la capacità di resistere e reagire ad alcune difficoltà che la vita può mettere davanti.

Questo vale per sportivi come Manuel Bortuzzo , Bebe Vio e Alex Zanardi per citarne alcuni.

Il caso più recente è proprio quello di Manuel Bortuzzo, nuotatore friulano classe 1999, vittima di  un incidente che l’ha visto coinvolto in una sparatoria a Roma.

Il suo spirito combattivo si è manifestato anche in passato, avendo lottato contro la mononucleosi, grazie al desiderio di tornare ad essere quel “pesciolino tra gli squali”, come gli è sempre piaciuto definirsi.

Oggi Manuel in seguito alla sparatoria si è prefissato l’obiettivo di partecipare alle Olimpiadi 2020.

Un’altra storia è quella di Bebe Vio, schermitrice italiana, campionessa paraolimpica mondiale ed europea del fioretto individuale.

Schermitrice dall’età di cinque anni e mezzo, all’età di undici, viene colpita da una meningite fulminante che ha avuto come conseguenza l’amputazione di avambracci  e gambe.

Dopo essere stata dimessa dopo tre mesi e mezzo, ha ripreso immediatamente l’attività agonistica, dimostrando grande coraggio e perseveranza, qualità che l’hanno resa testimonial di sport paraolimpici in televisione e fondatrice nel 2009 della ONLUS di sostegno “art4sport” che si occupa dell’integrazione nel mondo dello sport di bambini che hanno subito amputazioni.

Un ultimo esempio, singolare, è quello di Alex Zanardi,  campione CART nel 1997 e 1998.

Zanardi però,  il 15  settembre 2001 , durante una gara in Lausitzring, uscendo dai box dopo l’ultima sosta, perse il controllo della vettura e si scontrò violentemente con il pilota Alex Tagliani. Lo schianto provocò l’istantanea amputazione degli arti inferiori e il pilota rischiò di morire dissanguato.

Zanardi, dopo un lungo periodo di riabilitazione, volle non arrendersi e tornare in pista e, ad oggi, nel paraciclismo ha conquistato quattro medaglie d’oro ai giochi paraolimpici di Londra 2012 e Rio 2016 e otto titoli ai  campionati su strada.

Le loro storie sono la testimonianza  di determinazione e lungimiranza dalle quali prendere spunto,magari, tutte le volte che, dopo una disgrazia,  la paura di non farcela più prende il sopravvento affinché si trovi il coraggio e la forza di non mollare.

 

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