Era giugno del 1994, quando esordi il campo estivo moderno, 1° certamente nel raggio di almeno 100 km. e oltre, che ha segnato una vera rivoluzione nei costumi e abitudini di tanti bambini e famiglie.
“Mancava meno di un mese al mio matrimonio, ma un’idea cosi ghiotta non potevo rimandarla, sia perché ci avevo scommesso tanto, un po’ per timore che qualcuno mi anticipasse“.
Inizia così Nico Como, ideatore di questa geniale intuizione, che ha fatto scuola ed è esplosa dappertutto.
“Questa idea mi illuminò improvvisamente la mente gli inizi di giugno, vedendo già scorazzare i primi ragazzi in bici, che gironzolavano per le strade, senza una meta, spesso annoiandosi, anche con pericoli sempre più crescentil. E pertanto sollecitai subito un cugino, affinché mi stampasse in fretta dei volantini da distribuire alle scuole, ormai volte al termine“, prosegue Nico Como.
“Avevo frequentato più di un villaggio turistico (agli albori) e l’ispirazione fu proprio quella di trasferire un villaggio in un centro sportivo. Fin a quegli anni c’erano state strutture libere, con piscina, ma non coordinate in tal senso. Mi rivolsi quindi ad un circolo sportivo, con cui avevo preso anche accordi a più ampio respiro. Ed il format lo chiamai “l’Estate fuori Strada”, proprio perché volevo dare l’idea di strappare alla strada i ragazzi, abbassando anche l’età media, fino ai 5 anni.
La partenza era prevista per lunedì 13 giugno, ma fu un flop, per me ed il Prof. Antonio Amendolagine, con cui condivisi l’avventura, con sole 5 iscrizioni (3 nipoti), perché nessuno mai aveva sentito parlare di questa novità. Non mi scoraggiai perché ero convinto del progetto. Ed iniziai a contattare singolarmente miei amici, affinché mi mandassero i loro figli, arrivando a fine settimana a quota 21.
Da buon ludotecario (nessuno sapeva cosa fosse) che ero dal 92′, il programma contemplava decine di giochi diversi, a squadra, singoli, 7/8 sport, giochi da tavolo, balli e piscina.
Si dice che la miglior pubblicità è il “passaparola”.
Fu così, perché concludemmo con circa 120 bambini, un successone, per il 1° anno.
E poi l’evoluzione dei campi estivi è sotto gli occhi di tutti”.
Unico rammarico è che nell’anniversario trentennale, per un’incomprensione, sono costretto a saltare il turno.
Ma resta la dimostrazione che la ricchezza degli uomini sta nelle idee. E diteci se questa non lo è…”