“Non abbiate paura!“ anche a 72 anni si può diventare parroco
Ci sono incontri che sembrano casuali, ma che portano ad una storia che deve essere raccontata, ad un messaggio che deve essere divulgato!
Giovedì scorso sul treno Bologna Trani, a distanza di qualche poltrona da me, viaggiava un sacerdote dallo spiccato accento romagnolo ma che al telefono parlava di sacerdoti Coratini.
Una richiesta di informazioni e ero lì a chiedere di lui.
Mi trovavo di fronte al “sacerdote nonno”, di cui un anno fa si è tanto parlato.
Giuseppe, originario di Corato, aveva frequentato il seminario minore a Bisceglie e il seminario maggiore a Molfetta.
Poi, nel 1968, anno delle grandi contestazioni, si era trasferito a Bologna per terminare gli studi di Teologia che poi abbandonò dopo l’incontro con la donna che poi sposò.
Successivamente conseguì un’altra laurea. Prese a lavorare per l’allora Sip fino a diventare papà.
La sua vita si svolgeva sempre, però, con una costante presenza in parrocchia, nella quale svolgeva il ruolo di catechista e di animatore nell’oratorio.
Poi l’improvvisa malattia della moglie a cui amorevolmente dedicò cura ed assistenza per dieci lunghi anni mentre suo figlio, ormai da tempo, si era trasferito negli Stati Uniti dove aveva messo su famiglia.
Durante la malattia della moglie, essendo sopraggiunta l’età della pensione, Giuseppe decise di riprendere e concludere gli studi di Teologia ed inviare la lettera all’ Arcivescovo per la nomina a Diacono.
Sopraggiunta l’ordinazione diaconale, grazie al Cardinale Caffarra, Giuseppe manifestò a sua moglie il desiderio di diventare sacerdote ricevendo il suo più totale assenso.
Un forte segno d’amore prima della sua dipartita nel 2008.
È passato qualche anno e finalmente il 15 settembre 2018 don Giuseppe ha ricevuto l ‘ordinazione sacerdotale, grazie a Mons. Zuppi, prossimo cardinale, alla presenza di un gruppo di Coratini, amici di oratorio della parrocchia San Giuseppe, all’epoca dei suoi studi in Seminario.
Ad ottobre giungerà il compito di parroco, in due parrocchie diverse, di due province diverse, di Bologna e di Ferrara, più la cura di una chiesa di campagna. Al nord c’è carenza di sacerdoti e capita che un sacerdote debba spostarsi tra più parrocchie di località diverse.
L’esperienza di don Giuseppe, in questi giorni nella sua terra natia per incontrare i suoi vecchi amici di seminario, è particolare, e alla domanda sulla possibilità di conciliazione tra matrimonio e sacerdozio, il sacerdote ha spiegato che: “I due sacramenti non sono in opposizione, tanto che ci sono i diaconi sposati che comunque hanno ricevuto il sacramento dell’ordine Sacro.
Essi, a differenza dei sacerdoti, compiono solo il servizio, non la presidenza delle celebrazioni.
Nella chiesa primitiva i preti erano sposati, così come anche nella chiesa cristiana orientale di rito greco, in cui c’è libertà di scelta del celibato.
Nella chiesa cattolica occidentale, invece, ad oggi vi è ancora una legge canonica che richiede il celibato per i sacerdoti, ma potrebbe cambiare. “Per quanto mi riguarda, io avrei fatto molta fatica, con mia moglie malata, che ho potuto assistere poiché il Diacono ha decisamente meno impegni e responsabilità di un sacerdote, ma non escludo affatto la possibilità di un cambiamento nel nostro ordinamento attuale”
Don Giuseppe ha seguito il Signore anche nel comprendere in quale luogo avrebbe dovuto esercitare il suo ministero.
Aveva inviato in primis tutta la documentazione per ottenere i voti ad un sacerdote di Corato, perché l ‘Arcivescovo la valutasse, ma, non avendo ottenuto risposta, la “pratica” ha avuto il suo esito a Bologna e quindi ora don Giuseppe è incardinato nella diocesi bolognese.
Cosa comunicare ai giovani? Come ribadiva San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! di rispondere, di spalancare le porte a Gesù, alla sua chiamata come ho fatto io. Il Signore mi afferrava per i capelli, tanto che sono rimasto senza! “
Un messaggio alla Chiesa da don Giuseppe: ”Rimaniamo nel Vangelo, come ci insegna San Francesco che si spogliò di tutto per il Vangelo, perché esso è Parola di perdono e noi siamo popolo in cammino di conversione “.
Parlando di origini, con don Giuseppe abbiamo scherzato sul soprannome della sua famiglia: ‘Paternoster’.
Solo una coincidenza?!?!