di Surugiu Denisa Ecaterina
(Ipc “Tandoi”, Corato)
Sin da piccola, non ho mai capito la cattiveria delle persone.
Oggi, che sono cresciuta, ho maturato la mia visione del mondo e cerco di comprendere le persone anche quando non dovrei farlo. Cari lettori, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è un tasto molto delicato per la maggior parte di noi, uomini e donne. Come ben saprete, la violenza è una forma animalesca che un essere umano non dovrebbe avere. Ogni anno, il 25 Novembre ricordiamo le donne maltrattate, derise, stuprate intimamente e anche mentalmente, vittime di una violenza che distrugge la loro autostima, il loro talento con termini offensivi e privi di umanità.
Ricordiamo tutti il viso delle donne pieno di lividi, quel viso che dovrebbe essere protetto, amato e accarezzato. Ma non basta solo ricordare! ! E soprattutto non basta ricordarlo solo il 25 novembre!
Nel corso della mia esistenza, ho vissuto con delle persone vittime di violenza. Ferite, stress e rabbia interiore, che difficilmente andavano via. Ma la denuncia per queste donne non era mai una buona idea, sentivo sempre quella frase fatidica: “Ci sono i bambini di mezzo”.
Ho provato molte volte a cercare di capire come mai l’amare qualcuno ti spinga a sopportare tanto e a farti del male il doppio.
I bambini vanno sempre di mezzo, in molte situazioni rischiano anche di essere strappati dalle braccia calorose di quel luogo che chiamiamo casa.
Bambini cresciuti con mamma sempre in lacrime e papà sempre arrabbiato.
Ho un senso di tristezza per questo mondo che vive circondato da amarezza.
Vorrei dire a ognuna di queste donne: “Tirati su, reagisci e smetti di subire quell’amore. Non deve farti soffrire. Posso pure indossare una maglia rossa per te, però il rosso che hai tu dentro deve farti reagire: devi rispettare te stessa”.
Il rosso è stato scelto come simbolo d’amore e di passione, ma contemporaneamente ci ricorda la violenza subita e il male interiore. Abbiamo innumerevoli testimonianze di donne uccise, bruciate vive, pestate a sangue e private della propria intimità e di quella bellezza, che ogni donna ha con sé sin dalla nascita. Io dico “basta”, io e il mondo intero diciamo “basta”.
Siamo circondati da terribili guerre, diseguaglianze economiche, problemi di salute e solo Dio sa cos’altro ci aspetta. Diciamo “basta” a chi alza le mani e affronta ogni cosa con la violenza. A volte un abbraccio ti salva e nemmeno te ne rendi conto.
A giusta ragione, Roberto Begnini ammoniva: “State molto attenti a far piangere una donna, perché Dio conta le sue lacrime“.