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Coratini: una specie in via di estinzione

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Il titolo provocatorio, ma non troppo, deriva dalla constatazione che ormai da diversi anni la popolazione coratina è in costante diminuzione e il numero di morti sovrasta nettamente quello dei nati. Nel 2021 i decessi sono stati 165 in più delle nascite, 121 nel 2022.

Il declino demografico è cominciato subito dopo il 2014 quando abbiamo raggiunto il massimo di una crescita costante lunga diversi anni. Eravamo 48276 nel 2014, siamo diventati 47033 a fine 2022 (Demo – Statistiche demografiche). Il fenomeno, in realtà, è una tendenza nazionale generalizzata, a cui siamo perfettamente allineati, infatti, nella stessa finestra temporale gli Italiani sono passati da 60.345.917 nel 2014 a 58.850.717 a fine 2022. Anche la riduzione percentuale della popolazione di Corato, pari all’1.61% è allineata a quella italiane, pari all’1,56%. Nei due casi, tuttavia, la riduzione della popolazione è causata da fenomeni diversi. Nel caso cittadino una componente importante è l’emigrazione verso altri comuni italiani, che si somma alla riduzione delle nascite, mentre nel caso nazionale sono la riduzione delle nascite e l’emigrazione verso l’estero.

Limitandoci ad analizzare il caso cittadino, si vede che nel 2012, tre anni prima dell’inizio del calo demografico inizia un significativo flusso migratorio in uscita dalla nostra città. Una inversione di tendenza, molto marcata, che contrasta la tendenza positiva di tutti gli anni precedenti.

A partire dal 2012 il numero di persone nella fascia di età compresa tra 24 e 64 anni che lascia Corato supera il numero di immigrati che si muove dall’estero o da altri comuni verso la nostra città.

Il bilancio degli stranieri che si stabiliscono in Città è costantemente in attivo, a parte una anomalia nell’anno 2015. Il flusso in uscita appare abbastanza equilibrato fra maschi e femmine, mentre quello in entrata ha una prevalenza di maschi, tendendo a bilanciare il rapporto fra i sessi che al momento vede oltre 1000 femmine in più dei maschi. La comunità straniera più numerosa a Corato, secondo i dati del 2021 è quella Marocchina, seguita da quella Rumena, Albanese e da tutte le altre.

Gli effetti sull’economia locale del declino demografico impattano significativamente sulle comunità e vanno dal declino economico, che porta a un calo della domanda di beni e servizi locali, causando una riduzione delle attività economiche e dei profitti delle imprese, al ridotto mercato del lavoro che porta alla diminuzione dell’offerta con conseguente carenza di competenze, alla riduzione delle entrate fiscali per effetto del minor numero di persone che pagano imposte locali e tasse, limitando la capacità di finanziare servizi pubblici e infrastrutture, al declino del settore immobiliare dovuto alla diminuzione della domanda con conseguente svalutazione del patrimonio esistente e una diminuzione degli investimenti nel settore edilizio a causa dei minori profitti realizzabili, al minore dinamismo imprenditoriale dovuto al fatto che una popolazione in diminuzione scoraggia gli imprenditori dall’avviare nuove attività o investire nel Comune, contribuendo a un ciclo di stagnazione economica, fino ad arrivare all’ invecchiamento della popolazione con il conseguente aumento della pressione sui servizi sanitari e sociali.

E’ necessario perciò sviluppare una visione sia a breve, sia a medio-lungo termine per impedire che si inneschi il ciclo vizioso in cui il declino demografico genera il declino economico, che a sua volta amplifica il declino demografico, che a sua volta amplifica il declino economico.

A breve termine basterebbe limitare l’emigrazione di concittadini verso altri comuni per rendere nuovamente positivo il bilancio demografico. Questo può essere ottenuto favorendo la crescita occupazionale dei settori economici produttivi cittadini trainanti creando le condizioni per cui le nostre aziende possano mantenere o possibilmente aumentare la loro competitività. In tal modo oltre a limitare l’emigrazione dovuta alla mancanza di lavoro si favorirebbe il trasferimento in Città di lavoratori provenienti da Città limitrofe o dal resto d’Italia.

Per sostenere la crescita economica è fondamentale il completamento delle infrastrutture, lo snellimento delle procedure burocratiche e l’individuazione degli asset strategici da sostenere perché possano servire da traino per tutto l’indotto cittadino.

Con l’obiettivo del sostegno alla crescita economica nel breve termine, l’immigrazione straniera può rappresentare un fattore importante, fornendo competenze perse nel corso degli anni con l’evoluzione sociale ed economica della nostra comunità, ovvero la forza lavoro mancante in alcuni settori, come ad esempio l’agricoltura e l’assistenza agli anziani. L’individuazione, la condivisione e la valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri presenti è fondamentale per consentire la loro integrazione nel mondo produttivo, oltre che sociale.

Il chiaro obiettivo a medio-lungo termine è, ovviamente, quello di aumentare le nascite, in modo da riportare in positivo il bilancio con i decessi. Qualunque azione intrapresa potrà, ovviamente, dare risultati solo dopo diversi anni, è necessario, pertanto, fare uno sforzo per le generazioni e non per le elezioni future. E’ necessario migliorare e potenziare i servizi all’infanzia. Oltre al miglioramento della qualità, il banale allineamento degli orari delle strutture per l’infanzia con quelli delle attività produttive potrebbe essere un utile punto di partenza. Bisognerebbe pensare a forme di sostegno finanziario comunale, da accoppiare ad eventuali misure nazionali: la riduzione della TARI per i gruppi familiari con neonati può essere un’idea. Non sarebbe male anche pensare a misure di sostegno medico, psicologico e educativo per i gruppi familiari che dovessero averne bisogno.

Last but not least, per usare un termine anglosassone che fa sempre un certo effetto, ossia ultima in elenco, ma non per importanza, è la necessità di una rivoluzione culturale. Dobbiamo liberarci dell’esterofilia provincialista, diffusa, anche fra concittadini con un livello di istruzione (ma non di cultura) medio alto, che ci porta a sopravvalutare tutto quello che non è locale, facendoci commettere un grave errore, come in tutte le generalizzazioni, e, cosa ancora più grave, a denigrare tutto ciò che è locale, magari anche eccellente. Ritroviamo l’orgoglio di essere Italiani, Pugliesi e Coratini e rilanciamo la nostra Città, come il luogo dove far crescere i nostri figli e raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali.

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