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Corato Sociale: al via la rete del welfare cittadino

Ieri, con la prima Assemblea di Comunità è entrato nel vivo il progetto del Comune di Corato nato dalla collaborazione con il CSV San Nicola

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Un momento dell’incontro di Corato Sociale

Il mondo del sociale si è ritrovato ieri nella prima Assemblea di Comunità convocata da Corato Sociale, progetto di welfare partecipativo promosso dal Comune di Corato in collaborazione con il Centro di Servizio al Volontariato San Nicola ETS.

Tutti insieme per un confronto pubblico aperto alla cittadinanza sui problemi sociali e sulle strategie di welfare da attivare sul territorio: operatori dei servizi pubblici, assistenti sociali, referenti dei servizi per la famiglia, professionisti dei servizi sanitari, volontari e rappresentanti del Terzo Settore, dirigenti e docenti delle scuole, operatori della formazione professionale, rappresentanti di gruppi giovanili e dei servizi residenziali rivolti ad anziani e persone fragili…

Corato Sociale rappresenta un esempio concreto di come la comunità possa diventare protagonista. Come CSV, crediamo che il valore del volontariato e del Terzo Settore stia proprio nella capacità di generare relazioni per rispondere ai bisogni reali delle persone in una cultura della solidarietà diffusa.” – ha dichiarato, intervenendo all’Assemblea, Rosa Franco, Presidente del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola ETS.

Nella prima parte dell’incontro sono state ribadite le quattro finalità principali di Corato Sociale:

1. Fare rete: costruire la comunità cittadina di chi opera nel sociale, con l’istituzione di una rete integrata e stabile.
2. Comunicare: dare visibilità ad attori e servizi del welfare cittadino e favorire un migliore accesso alle opportunità per la cittadinanza.
3. Apprendere: rafforzare capacità, competenze e visioni degli attori del welfare, attraverso la ricerca partecipata, il confronto e la formazione.
4. Innovare: progettare insieme il futuro del welfare cittadino per rispondere meglio alle esigenze del territorio.

Con Corato Sociale il CSV San Nicola rinnova il proprio impegno nel promuovere la collaborazione tra enti pubblici e Terzo Settore, valorizzando la rete come principio fondante del welfare di comunità. L’esperienza condivisa con il Comune di Corato mira a costruire un modello partecipato e sostenibile, capace di generare buone pratiche da estendere anche ad altri territori.” – ha spiegato Alessandro Cobianchi, Direttore del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola ETS.

Durante l’incontro di ieri sono stati presentati i risultati delle azioni realizzate fin qui da Corato Sociale: un’indagine attraverso un questionario e 4 focus group che hanno messo a confronto circa 60 operatori appartenenti ad altrettante organizzazioni.

Dal questionario, inviato a oltre un centinaio di enti, tra ETS, fondazioni, cooperative sociali, scuole, istituti religiosi e servizi pubblici, emergono alcune tendenze generali, come la crescita del numero di richieste di assistenza.

In particolare, crescono i bisogni materiali di base, con un aumento della richieste di beni di prima necessità e di assistenza alimentare e lavorativa. Aumentano anche le richieste di supporto psicologico ed emotivo, legate ad una maggiore attenzione al benessere mentale, ai bisogni legati alla genitorialità, alla necessità di ascolto personalizzato.

Cambia inoltre il profilo demografico dei beneficiari, con un aumento dell’età media e, contemporaneamente, l’emergere di nuove fragilità in ambito giovanile. In generale, si nota anche un cambiamento nel tipo di assistenza richiesta, con un passaggio dalla ricerca di servizi alla domanda di una relazione che continua nel tempo.

I 4 focus group, che hanno coinvolto figure provenienti dal mondo degli ETS, delle cooperative, dei servizi socio-sanitari, della scuola e delle parrocchie, sono stati dedicati ad approfondire:

1. le relazioni tra servizi pubblici e associazionismo, per far emergere criticità e proposte per migliorare le collaborazioni;
2. le povertà, per riflettere insieme sulle diverse forme di povertà – educativa, economica, sanitaria, abitativa, relazionale;
3. le rappresentazioni della comunità cittadina, per capire se è percepita come accogliente e solidale oppure chiusa ed individualista;
4. le competenze, gli strumenti e i bisogni formativi oggi necessari per rafforzare il lavoro in rete nel territorio.

Attraverso il racconto delle esperienze concrete dei partecipanti, è emerso il desiderio di rafforzare le collaborazioni e il valore fondamentale del fare rete in ambito sociale. Una rete che tuttavia funziona meglio quando nasce dal contatto diretto tra le persone e le idee, più che da protocolli o atti amministrativi.

Gli ostacoli non mancano: tempi lunghi, burocrazia, mancanza di spazi adeguati e strumenti per lavorare insieme. Ma la difficoltà più grande è spesso nella diversità dei linguaggi e dei tempi tra servizi, scuole e associazioni.

Inoltre, la comunità tende ad attivarsi sull’emergenza, ma fa più fatica nella continuità. Serve quindi una regia che faccia sintesi e alimenti una rete stabile, oltre a spazi e linguaggi comuni per promuovere processi partecipativi reali, soprattutto intorno all’infanzia e all’adolescenza.

Dal confronto sono emerse alcune ipotesi, che non chiedono “più progetti” ma un’infrastruttura sociale comune: luoghi, mappe, linguaggi condivisi, coordinamento riconosciuto. Tra queste proposte, la creazione di un tavolo stabile di coordinamento territoriale, come luogo di confronto tra servizi sociali, scuola, terzo settore, volontariato, sanità, mondo del lavoro, parrocchie, e la nascita di uno “sportello di comunità” che faccia da ponte tra cittadini e servizi e indichi dove andare, a chi rivolgersi, con chi parlare.

Una delle parole più forti emerse dai focus è pluripovertà: situazioni in cui le povertà si accumulano e si alimentano a vicenda, come nel caso di donne, spesso straniere, sole con figli, che vivono violenza, precarietà economica e isolamento sociale. Diverse criticità sono in particolare emerse rispetto ai minori, come l’abbandono scolastico e la presenza crescente di barriere linguistiche e culturali che la sola scuola non è attrezzata a gestire.

Per quanto riguarda le competenze richieste a chi opera nel sociale, oggi non sono più solo tecniche, ma un insieme di saperi professionali e capacità relazionali, emotive e collaborative. Contano l’empatia, l’adattabilità, la capacità di lavorare in squadra e costruire relazioni efficaci, per mantenere un equilibrio tra contesti fragili, sistemi rigidi e bisogni diversi.

Infine, il Terzo Settore chiede di essere non solo destinatario di convocazioni formali ma interlocutore riconosciuto, oggetto di un ascolto reale, per allineare obiettivi, linguaggi e ruoli.

Desidero esprimere soddisfazione per il percorso intrapreso e per il prezioso impegno che stiamo vedendo da parte di tutti. Questo progetto nasce con l’obiettivo di rispondere in modo concreto ai bisogni emersi e di promuovere una rete solidale e partecipata. Ringrazio tutti coloro che, con impegno e senso di responsabilità, stanno contribuendo alla buona riuscita dell’iniziativa. Il Comune continuerà a sostenere con convinzione ogni azione volta a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a rafforzare il senso di appartenenza alla nostra comunità.” – ha concluso Loredana Tassiello, referente comunale del progetto Corato Sociale, chiudendo l’Assemblea.