Durante l’udienza di oggi tenutasi presso il Tribunale Penale di Lecce sono stati ascoltati altri quattro testimoni tra i quali il dirigente del commissariato di Corato Saverio Mezzina e Rosa Grande, amica molto vicina dell’imputato Flavio D’Introno.
Alle domande dei pubblici ministeri Roberta Licci e Alessandro Prontera, Saverio Mezzina, all’epoca dei fatti dirigente del commissariato di Polizia di Corato, ha riferito di particolari deleghe conferite direttamente dal magistrato Antonio Savasta al sovrintendente di Polizia Vincenzo Di Chiaro, di cui lo stesso dirigente si fidava per le sue capacità professionali, sottolineando l’anomalia della procedura tanto che, all’epoca, fu oggetto di segnalazione da parte del dirigente in quanto, nella normalità, le deleghe di indagini dovevano passare attraverso la sua persona.
La teste Rosa Grande invece ha modificato in qualche parte le dichiarazioni rilasciate precedentemente durante gli interrogatori rese ai PM di Lecce e ai carabinieri di Barletta.
Al termine dell’udienza, l’avvocato del magistrato Michele Nardi, Domenico Mariani, ha avanzato una richiesta di attenuazione delle misure cautelari, chiedendo la concessione degli arresti domiciliari per il suo assistito, a tal riguardo la procura si esprimerà nel termine previsto dalla legge ed entro cinque giorni il tribunale deciderà; già precedentemente due richieste erano state avanzate direttamente dal giudice Nardi ma respinte dal presidente Pietro Baffa.