Home Sistema Trani Confessione di un pluripregiudicato calabrese: “Così ho aggiustato un processo a Roma”-...

Confessione di un pluripregiudicato calabrese: “Così ho aggiustato un processo a Roma”- E spunta l’ex Pm Nardi

0

Intercettazione dei Carabinieri del Ros tra un pluripregiudicato ed un avvocato penalista : “Il pubblico ministero mi ha difeso per un’ora e mezza”.La rivelazione negli atti della indagine del procuratore antimafia Gratteri “Rinascita-Scott”.

“Talea”, “Rinascita-Scott”, “Giustizia Svenduta”. C’è un filo rosso, apparentemente inspiegabile, che legherebbe tra di loro queste tre maxi inchieste.

Ed il filo rosso sarebbe il nome di Michele Nardi, il magistrato in servizio alla Procura di Roma, arrestato a gennaio 2019, e tuttora in carcere a Matera, in seguito all’ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, per fatti legati al suo precedente ruolo di Gip a Trani.

La tela di ragno che le lega è interessante e va spiegata per intero. “Talea” è il nome di un’indagine della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) romana, con il coordinamento di due pubblici ministeri, uno dei quali era Luca Palamara – al centro, da oltre un anno, di un vero tifone, per una serie di traffici di influenze per pilotare carriere e nomine alla guida delle procure italiane più importanti, un tifone che ha intaccato, ulteriormente, l’autorevolezza del corpo giudiziario, per quanto si tratti di eccezioni rispetto alla grandissima maggioranza – e l’altro era Maria Cristina Palaia, oggi alla Direzione nazionale Antimafia.

Dall’inchiesta era nato un processo che per Saverio Razionale, pluripregiudicato calabrese di San Gregorio di Ippona poi sbarcato a Roma, si concluse, già dall’udienza preliminare, con 9 assoluzioni ed 1 non luogo a precedere.

Saverio Razionale, accusato per la presunta intestazione fittizia dei suoi beni, era il principale imputato dell’inchiesta “Talea” ed il verdetto dell’11 maggio 2018 arrivò al termine di una requisitoria nella quale il Pm chiedeva – esclusa l’aggravante mafiosa, che avrebbe accorciato così i termini di prescrizione – il non doversi procedere per gran parte dei capi di reato e, per uno solo,  l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

Conclusione diremmo asimmetrica, per quanto legittima, visto che inizialmente era stata proprio la Procura romana a chiedere il rinvio a giudizio degli imputati. Tempo dopo Razionale è a colloquio con un noto avvocato penalista calabrese, Giancarlo Pittelli, il cui telefono, intercettato dai Carabinieri del Ros, è di fatto una microspia perennemente accesa.

Viene così registrato questo colloquio di Razionale che, il 13 giugno 2018, un mese dopo il verdetto del Gup di Roma, dice: “Ho vinto il processo a Roma e l’ho vinto… “Talea”. Alla domanda “Chi ti ha difeso?”, Razionale risponde: “ Eh… Mi ha difeso Stilo… E basta…  Ma lì l’ho manovrato il processo, era chiaro…”. Pittelli mormora e il boss abbassa la voce: “Ma lì l’ho manovrato il processo, perché ho trovato il pubblico ministero… Il pubblico ministero mi ha difeso per un’ora e venti…”. Pittelli: “ Chi era il pubblico ministero?”. Razionale: “Uno di Roma…”. E Pittelli chiede: “ Nardi?”. Razionale, non dice “sì”, neppure “no” ma ripete: “ Un’ora e venti mi ha difeso…”. Ecco il link tra Talea e Giustizia Svenduta, l’inchiesta su Trani da  mesi approdata nel processo in corso a Lecce. La domanda di Pittelli non sembrerebbe casuale. Farebbe riferimento a Nardi che, a giugno 2018, era in servizio al Tribunale di Roma e che poi, qualche mese dopo, è stato accusato dalla Procura salentina di far parte di una presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari che sarebbero stati commessi durante il suo precedente ruolo di Gip al Tribunale di Trani.

Nardi, che ha ripetuto ancora nei giorni scorsi, durante il processo salentino, che “A Trani non contavo niente”,”Se appartenessi alla corrente giusta non starei in carcere e forse nemmeno siederei sul banco degli imputati”, ha sempre negato di aver avuto soldi o regali dal super accusatore dei giudici di Trani, Flavio D’Introno, anche se l’istruttoria avrebbe fin qui confermato che fu quest’ultimo a pagare i lavori nella villa e in un’abitazione romana dell’ex Gip. L’ordinanza del Gip di Lecce, insieme a tutto il fascicolo processuale di “Talea” è oggi agli atti, e qui il secondo link, dell’inchiesta “Rinascita Scott”, condotta dal procuratore capo di Catanzaro e della Distrettuale antimafia, Nicola Gratteri.

E’ una indagine enorme che ha visto 300 arresti,475 indagati di cui si attende la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini in questi giorni, decine di migliaia di pagine tra misure restrittive e richieste cautelari. “E’ nella inchiesta Rinascita-Scott, spiega Pietro Comito, il giornalista de ilvibonese.it che si è occupato del caso, che emerge il nome dell’ex Pm Nardi che così salda, tra di loro, le tre inchieste. E su questo caso starebbe indagando anche la procura di Perugia che ha competenza su tutto quello che riguarda i magistrati applicati al distretto giudiziario di Roma”. Saranno ovviamente gli sviluppi dell’inchiesta “Rinascita Scott ” ad accertare l’esatta natura delle dichiarazioni di Razionale ed il grado di coinvolgimento, se coinvolgimento c’è stato, dell’ex Pm Nardi.

Articolo precedenteTufariello: “Solidarietà alla famiglia del bambino autistico”
Articolo successivoCorato – La storia di Amalia, studia mentre assiste il figlio affetto da leucemia e si laurea a pieni voti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.