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Inaugurato con successo l’indirizzo Scienze Umane al Liceo Classico “A. Oriani”

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“Convivialità relazionale e corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia”, un tema pressante dei giorni nostri dove spesso il mancato lavoro di sinergia tra docenti e tutori ha portato a dissapori e mancanza di risoluzioni di problemi educativi degli studenti coinvolti.

L’Agorà Felice Tarantini è gremita di professori e studenti e genitori in questo pomeriggio di ottobre. L’occasione è delle più importanti per il Liceo Classico “Alfredo Oriani” che oggi inaugura un nuovo indirizzo didattico dedicato alle Scienze Umane. La nascita di questo liceo- si sono formate due classi di prima superiore- è un gemellaggio con lo storico istituto classico coratino.

A fare come sempre gli onori di casa è la dirigente prof.ssa Angela Adduci. “E’ una giornata molto particolare” così la definisce, descrivendo come la creazione di questo indirizzo sia stato possibili grazie ad un lavoro di cooperazione tra la dirigenza scolastica e il contesto culturale e politico di Corato. “Diamo ai ragazzi di Corato una migliore offerta sul territorio attraverso il Liceo delle Scienze Umane. Da sempre il Liceo Oriani crede nella formazione più varia, dalla matematica alla comunicazione, a cui si aggiungono quello sociosanitario ed enogastronomico dell’Istituto Tandoi. Per me è una gioia vedere una gioventù che cresce nelle nostre sedi. Siamo una famiglia.”

Il senso di condivisione dell’Oriani e del Tandoi è confermato anche stasera, con i ragazzi dell’indirizzo enogastronomico a capo della realizzazione del rinfresco organizzato per questa serata storica, come la definisce il professor Andrea D’Ercole, vicepreside del Liceo Oriani, “sta a noi valorizzare questo passaggio nel migliore dei modi come utenza e come docenti”.

Momento centrale di questa inaugurazione è stato sicuramente il seminario tenuto da Giuseppe D’Elia, professore ordinario di pedagogia presso l’Università di Bari e direttore del For.Psi.Com. La sua presentazione ha avuto come filo conduttore la “convivialità relazionale e corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia”, un tema pressante dei giorni nostri dove spesso il mancato lavoro di sinergia tra docenti e tutori ha portato a dissapori e mancanza di risoluzioni di problemi educativi degli studenti coinvolti.

“Sono molto legato agli studenti per un fatto di corresponsabilità. È un patto di chiarezza tra me e loro, tra cosa mi aspetto dal loro studio e cosa loro si aspettano dalla mia formazione accademica.  A scuola l’universo formativo è diverso, i rapporti alunni-docenti sono diversi.  È importante creare alleanze tra genitori e docenti, fatte di relazioni alla pari. Diverso è il rapporto con gli alunni e con i figli, un rapporto non alla pari perché le responsabilità sono diverse” esordisce il prof D’Elia. “Ma oggi sembra essere preponderante il conflitto tra scuola e famiglia, come anche intergenerazionale, si vogliono falsificare le relazioni creando grossi problemi per la parte più debole: i ragazzi”.

Di grande importanza per il docente universitario è l’autonomia scolastica nell’educazione e formazione del suo corpo studentesco, come di grande preoccupazione è l’educazione informale che incorre specialmente attraverso i social “Fare i genitori è molto più difficile oggi perché non si ha totale controllo di questa educazione digitale e si tende ad essere permissivi”.

Il prof D’Elia è critico sull’attuale fase sociale e culturale che stiamo respirando in Italia, sottolineando come gli episodi di razzismo e separatismo diano vita a modelli di vita pericolosi. Ecco che viene fuori l’importanza della scuola nel dover essere luogo privilegiato del processo di apprendimento di pratiche di accoglienza e non solo di nozioni mnemoniche. “Dobbiamo recuperare il senso del valore della comunità, partendo dalle scuole. Significa mettere insieme soggetti diversi, facendo della didattica inclusiva. È il modo in cui decidiamo di stare insieme che ci rende o meno comunità”.

Punto importante è stato la questione regole, tanto osteggiate nel discorso politico e pedagogico. “La democrazia ha bisogno di regole. Nel nostro Paese abbiamo messo da parte regolamenti normativi senza fare un’analisi di ciò che funzionava e ciò che andava accantonato”. D’Elia ribadisce l’importanza di corresponsabilità tra genitori e insegnanti nel dare regole ai ragazzi per aiutarli a gestire situazioni non solo scolastiche, ma anche della vita quotidiana. “L’interferenza dei genitori nuoce al processo di maturazione dei ragazzi”.

Siamo in una fase culturale dove diamo un’enfasi alla parola comunicazione e il professore richiama l’attenzione sulla crisi paradossalmente delle qualità delle relazioni, frutto di un atteggiamento nichilista, tendente alla negatività. “La scuola deve inventarsi qualcosa per gli studenti a cui lo studio non piace. È lì la vera scommessa formativa. Noi docenti non dobbiamo essere sanzionatori, ma dobbiamo fare il nostro massimo possibile per incuriosire e sostenere i nostri studenti”.

Nel dibattito seguito al seminario, sia giovani che docenti hanno posto domande su cosa debba essere migliorato nel lavoro di sinergia tra scuola e famiglia.  Si è parlato della proiezione dei sogni degli adulti nei bambini, ma anche delle ansie di prestazione dei ragazzi nel voler gratificare i genitori attraverso diploma e laurea, “una sorta di ascensore sociale, specialmente da noi al Sud”. “L’importanza dei contenuti disciplinari è importante, ma su tali basi dobbiamo aggiungere altre variabili emotive che favoriscono o ostacolano un ragazzo o una ragazza. “Se io non so riconoscere le mie emozioni, io non potrò mai aiutare i miei allievi e i miei figli”.

L’incontro inaugurale del Liceo delle Scienze Umane si è concluso con un’affermazione importante del professor D’Elia: “Dobbiamo recuperare le relazioni umane se vogliamo migliorare le relazioni educative e produrre benessere e positività”.

 

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