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L’Oriani-Tandoi sempre in prima fila con e per la legalità

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di Alessandro Pomarico
Flavia Gallo

Il giorno 6 Giugno 2023 noi studenti dell’Istituto “Oriani-Tandoi” di Corato – nello specifico, alunni del Classico a Indirizzo Tradizionale e Comunicazione e alunni dell’IPC, Indirizzo Sanità e Assistenza Sociale – accompagnati dai prof. Giuseppe Scardigno e Silvia Di Bisceglie, docenti referenti del progetto “Legalità e Merito” cui abbiamo partecipato, e dal preside, Prof. Francesco Catalano, ci siamo riuniti nella prestigiosa Università “LUISS” di Roma, con compagni provenienti da scuole di tutta Italia, per prendere parte alla cerimonia conclusiva e alla premiazione della VI edizione del su citato progetto. Ma cos’è il progetto “Legalità e Merito”? L’iniziativa è stata organizzata dalla stessa Università al fine di rendere le nuove generazioni “sentinelle di legalità”.
La giornata si è articolata in due momenti: il primo, caratterizzato da un panel di visione di alcuni degli elaborati presentati dalle scuole, incentrati sulla lotta contro le mafie, giunti in finale, e il secondo, caratterizzato dalla premiazione degli stessi. Nel panel incentrato sulla lotta contro le mafie cui abbiamo partecipato noi studenti dell’Oriani-Tandoi, l’obiettivo non è solo quello di rendere le nuove generazioni “sentinelle di legalità”: il panel, infatti, è dedicato alla lotta contro le mafie anche perché il fenomeno mafioso si presenta come la negazione del merito della legalità. L’evento è stato moderato dal docente di Diritto Penale prof. Maurizio Bellacosa, e arricchito dagli interventi del magistrato Giuseppe Gatti della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e della dott.ssa Consuelo del balzo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Il panel si è evoluto secondo la seguente maniera: si è spiegato brevemente l’obiettivo del progetto “Legalità e Merito” e subito dopo i tratti peculiari del metodo mafioso ex Articolo 416 bis c.p. quali: intimidazione, assoggettamento e omertà. Dopo la breve introduzione tenuta dal docente moderatore, la parola è stata data alla dott.ssa Consuelo Del Balzo: “Le emozioni più grandi derivano dal contatto diretto con le nuove generazioni perché si determina uno scambio trasversale”: questa è la frase che più ha segnato noi alunni. La dottoressa ha iniziato il suo discorso riportando alla memoria di tutti l’origine della parola “corruzione” che deriva dal latino cor ruptum ovvero cuore infranto. Questa è l’emozione – ha continuato la dottoressa – che si prova qualora la mafia detti le regole che coordinano la vita civile. Ha poi espresso un suo parere sul contrario di corruzione, ovvero integrità. L’A.N.A.C. (Associazione Nazionale Anti Corruzione) promuove la cultura dell’integrità. È necessario, dunque, secondo la dottoressa, neutralizzare la mafia per mezzo della cultura della legalità. In seguito, l’intervento del magistrato Giuseppe Gatti focalizzato sul suo lavoro che spesso lo porta a confrontarsi con realtà lontane dalla abitudinarietà che ci connota. “Si parla sempre di legalità, ma anche le mafie hanno le loro regole e il loro codice culturale”: secondo il magistrato, infatti, non esiste la legalità come singolo concetto, ma LE legalità, poiché le mafie operano sotto una legalità “dissimulata” che, in realtà, legalità nel senso proprio del termine non è. La legalità che intendiamo noi, è l’espressione della relazione che dipende in funzione dell’altro. Da questo concetto derivano svariati sistemi di legalità. La mafia, infatti, basa la propria realtà sulla violenza ed essa è chiamata “legalità verticale”.
Subito dopo vi è stata una pausa seguita dalla seconda parte della cerimonia: la premiazione, preceduta da un dibatto in Aula Magna che ha visto come moderatrice la vice presidente dell’Università LUISS, prof. Paola Severino, a cui hanno preso parte Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Carlo Nordio, Ministro della Giustizia che purtroppo non è potuto essere presente per impegni istituzionali, Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Melillo, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e, infine, Giuseppe Busia, Presidente delle Autorità Nazionali Anticorruzione. Il filo conduttore del dibattito è stato l’importanza della legalità e del merito contornato dal tema delle pari opportunità.
Di ritorno da Roma, dopo aver vissuto un’esperienza così emozionante, noi ragazzi sentiamo il desiderio di ringraziare il nostro Dirigente e i nostri docenti per averci proposto questa straordinaria opportunità di crescita umana, civile e culturale.

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