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L’I.I.S.S. “Oriani-Tandoi” approda in Rai con la “memoria rigenerativa” e la Fondazione Occorsio

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Un’altra perla dell’istituto coratino, sempre più radicato sul territorio d’appartenenza
Corato. All’I.I.S.S. “Oriani-Tandoi” non v’è progetto che non abbia un riflesso immediato e fecondo sul territorio.

È il caso lucente della collaborazione con la Fondazione Occorsio, che ha visto impegnati nel loro percorso educativo gli studenti della scuola coratina, che, dialogando con magistrati, storici e scrittori, hanno appreso messaggi intrisi di saggezza e speranza.
Nello Speciale di Rai Storia dal titolo “La memoria rigenerativa” (https://www.raiplay.it/video/2022/07/La-memoria-rigenerativa-e3fce278-2202-46db-9f23-a93241b9b465.html ), poi, andato in onda domenica 10 luglio, i giovani allievi hanno contribuito al recupero di un immobile confiscato alla mafia. Significativamente, è stato piantato un albero simbolico per far sì che il gesto del riuso positivo della struttura possa lasciare una traccia significativa anche nel futuro, a perenne momento della rinascita morale e sociale del luogo.

Guidati con mano sapiente dalla dirigente prof.ssa Angela Adduci e dai referenti del progetto proff. Silvia Di Bisceglie, Giuseppe Scardigno e Daniela Gataleta, e col sostegno dell’amministrazione comunale del sindaco Corrado De Benedittis, i ragazzi dell’istituto pugliese hanno compreso concretamente il valore del passato, che, massime se redento dagli errori compiuti, si fa trama imprescindibile del presente e base fondante del futuro. Un viaggio tra il 1968 e il 1992, fra ricostruzioni storiche e testimonianze emozionanti, in una stagione di progresso, di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Un prezioso patrimonio memoriale che offre una riflessione sui valori rigenerativi di legalità e giustizia, sulla scia dell’alto esempio del magistrato Vittorio Occorsio, barbaramente ucciso dai terroristi neri, nei cosiddetti tragici “anni di piombo”, ma pure di modelli insigni come Aldo Moro, Pio La Torre, Vittorio Bachelet, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Perché la legalità è la giustizia trionfano sempre sulla cieca violenza delle armi.

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