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Ospedale Umberto I: dal 1° dicembre niente più ortopedia. La politica che fa?

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Più volte, dalle pagine del nostro giornale, abbiamo denunciato il declino a cui sta andando incontro il nostro ospedale Umberto I, a causa del depauperamento del personale sanitario, tema, tra l’altro soventemente oggetto di discussione della nostra politica cittadina, che ha visto svariati incontri tra figure istituzionali locali e vertici regionali ma che evidentemente non hanno sortito alcuna soluzione.

Da aprile scorso infatti, quando informavamo di una situazione sempre più disastrosa che si sperava essere temporanea, sembra non esserci stata nessuna evoluzione, anzi le notizie che ci giungono non sono affatto rassicuranti poiché dal 1° dicembre l’ospedale di Corato rischia di non avere più il reparto di ortopedia.
Cosa significa questo?
Ahinoi, per i pazienti vittime di traumi ortopedici dovuti ad infortuni derivanti da vari tipi di incidenti (lavoro, stradali, domestici e via discorrendo) non sarà più possibile ricevere cure e assistenza di primo soccorso presso il nostro nosocomio. Gli infortunati saranno invece costretti a migrare verso la struttura ospedaliera di Molfetta.
Più volte abbiamo ascoltato da politici e istituzioni il dato che il nostro ospedale risulti essere di primo livello ma, con la perdita dell’assistenza ortopedica così come quella chirurgica indispensabili per la qualità del servizio sanitario all’utenza, lo stesso, allo stato attuale, non può considerarsi neanche di base.
Indubbiamente a farne le spese saranno come sempre i cittadini e il personale sanitario, sempre più esiguo e sempre più in affanno ad affrontare le emergenze.
Un disagio insostenibile che ora più che mai pretende chiarezza da parte della politica, locale in primis, che dovrebbe attivarsi per una possibile soluzione positiva.
Dunque l’appello è rivolto ai nostri politici: perché continuare ad illudere la città con annunci e proclami di manifesto ottimismo anziché prendere atto dell’incapacità di amministrare e di difendere gli interessi della nostra comunità a maggior ragione quando si parla di diritto alla salute garantito a tutti?

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