Cinquant’anni fa era considerata uno degli uccelli maggiormente presenti, durante la stagione estiva, nei boschi della fascia premurgiana, oggi in parte, ricadenti nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ed era una delle specie maggiormente cacciate. Purtroppo però nel corso degli anni, vuoi per la caccia vuoi per le modifiche all’ecosistema, la sua presenza si è fortemente ridimensionata.
Stiamo parlando della Tortora selvatica (Streptopelia turtur). Delle stesse dimensioni della tortora dal collare, la tortora selvatica è facilmente identificabile sia per le penne della coda (timoniere), nere con apici bianchi, sia per le copritrici alari color ruggine con centri neri, inoltre gli adulti presentano le tipiche macchie nere frangiate di bianco ai lati del collo.
Un tempo immensi stuoli giungevano tra aprile e maggio dal continente africano per riprodursi nei nostri boschi, poi alla fine dell’estate, tra agosto e settembre, si riformavano nuovamente questi grandi stuoli per la cosiddetta “migrazione di ritorno”.
Oggi la tortora chiamata, in dialetto ruvese tùor’tr, è ancora presente come nidificante nei boschi della fascia premurgiana del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ma il suo numero si è drasticamente ridotto, anche perché, oltre ad essere poco feconda, abbandona facilmente la cova se disturbata.
La tortora ha una dieta prevalentemente vegetale: semi di graminacee, grano, semi vari bacche ecc. Pastura sul terreno, e sebbene arboricola si reca all’abbeverata almeno due volte al giorno, al primo mattino ed al tramonto.
Ha un volo rapidissimo e può essere considerata il più veloce tra i columbidi presenti nel nostro Paese.
Una caratteristica della tortora selvatica (e della tortora dal collare), è la parata nuziale che avviene in volo con alzate a rapidi battiti d’ala ed a coda spiegata per poi scendere lentamente in volo circolare.
Il nido è grossolano, costituito da stecchi, fuscelli e radici labilmente intrecciati e scarsamente tappezzato. Generalmente depone due uova, bianche poco lucenti e lisce, deposte da metà maggio a metà luglio, ed incubate da ambo i sessi per circa 15 giorni, i giovani alimentati con il “latte” come gli altri colombidi lasciano il nido dopo circa 20 giorni, normalmente effettua due covate.
Da noi in Puglia e nel Parco nazionale dell’Alta Murgia nidifica un po’ dappertutto, dai boschi caducifogli di roverella alle pinete alloctone di Pino d’Aleppo sino ai vigneti a tendone come proprio lo scorso anno ho potuto personalmente constatare.
La tortora emette una nota rauca e ripetuta, “ruuurrr, ruuurrr” ed anche “turrrrturrrr”.
Come già detto, la tortora selvatica è presente in Italia come estiva e di doppio passo, giunge da fine aprile a tutto maggio, e ripassa dalla metà di agosto a tutto settembre.
Non possiamo affermare che la Tortora selvatica è specie in via di estinzione ma certamente meriterebbe una maggior tutela in considerazione del forte declino subito nel corso dell’ultimo mezzo secolo.