Home Murgia da vivere Rosa di montagna sulla Murgia: pianta rara dalle credenze popolari

Rosa di montagna sulla Murgia: pianta rara dalle credenze popolari

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Lunghi mesi invernali ci attendono ancora e le temperature di questi giorni sono troppo lontane dal tepore del clima primaverile e dal risveglio della natura, perché dovremo aspettare aprile-maggio affinché camminando per i boschi caducifogli del Parco  Nazionale dell’Alta Murgia ci si possa imbattere in una pianta con larghe foglie di un verde intenso e con dei fiori di straordinaria bellezza.

È la Rosa di Montagna (Paeonia mascula), una pianta abbastanza rara e molto localizzata, che cresce solo in alcuni punti dei boschi di roverella situati sulla fascia nord del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e nelle zone particolarmente ombreggiate.

La pianta è così chiamata in onore di Peone. Ma chi era Peone? Peone era figlio di Asclepio il dio della medicina e riuscì, con le sue cure, a salvare Ade il Dio dell’oltretomba che era stato colpito da Eracle, sceso negli inferi per catturare Cerbero, il mitico cane a tre teste. La cosa però non andò giù a suo padre Asclepio che mosso dall’invidia decise di uccidere il suo stesso figlio. Così Ade per salvare Peone dall’ira di suo padre lo trasformò in una pianta dai bellissimi fiori. L’aggettivo mascula, invece, gli deriva dalla forma degli stami simili a piccoli organi sessuali maschili. Pur essendo chiamata in italiano Rosa di montagna la pianta non appartiene alla famiglia delle rose bensì a quella delle peonie.

La pianta si dice annunci la primavera ed il fiore, dopo essere sbocciato, dura solo pochi giorni, i fiori hanno un colore che va dal rosa intenso al rosso.

La pianta era nota agli antichi romani che la inserirono tra le cosiddette “erbe della luna” infatti ritenevano che fosse in grado di curare le cosiddette malattie lunari come i disturbi nervosi e l’epilessia inoltre si riteneva che tenesse lontani gli spiriti malvagi durante il sonno evitando gli incubi.

Un’altra credenza  popolare sosteneva che un infuso ottenuto dalla macerazione dei petali della pianta se utilizzato dalle raagzze alla sera per due settimane di fila avrebbe donato alle guance lo stesso colorito roseo dei suoi petali.

 

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