Non credo che molti di Voi l’abbiano mai visto eppure l’istrice è uno dei mammiferi presente nei boschi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Il suo nome in dialetto ruvese è “Rizz” e non va confuso con il riccio di terra che invece noi ruvesi in dialetto chiamiamo “pùrkspein” ossia porcospino e questo perché la carne di quest’ultimo è molto simile a quella del maiale ed un tempo veniva consumata normalmente, come quella di altri animali selvatici.
L’istrice ha abitudini notturne ed è molto elusivo e per tale motivo difficilmente avvistabile se non nelle ore del crepuscolo in particolare durante la stagione primaverile.
Più spesso accade invece di trovarne qualcuno morto, investito da qualche auto a margine delle strade comunali che attraversano i boschi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Il riccio è un roditore, il più grande roditore presente in Europa, e può raggiungere la lunghezza di un metro misurata dal muso alla punta della breve coda. Ha zampe corte e robuste atte a scavare il terreno con unghie robuste, il dorso invece è ricoperto di lunghi aculei bianchi e neri lunghi sino a 30 – 40 cm, chiamate “penne” e costituiti da cheratina (la stessa sostanza delle nostre unghie e capelli).
Il nome penne deriva proprio dal fatto che un tempo gli aculei, estremamente duri, erano utilizzati per incidere le lastre di rame utilizzate nella calcografia ed anche per scrivere intingendoli nell’inchiostro come si faceva con le penne d’oca.
Mi capita sovente in primavera durante le mie escursioni nel Parco nazionale dell’Alta Murgia di trovare alcuni aculei, infatti questi (al pari dei nostri capelli) cadono naturalmente e vengono sostituiti. A proposito degli aculei va sfatata la “leggenda” che l’istrice se aggredito da un predatore (lupo) sia in grado di “scagliare” gli aculei. Non è assolutamente vero.
L’istrice se aggredito da un predatore gira le spalle allo stesso sollevando gli aculei che ha sul dorso, e questo comportamento viene adottato sia per “sembrare più grande” sia per difendersi, perché gli aculei costituiscono una formidabile arma offensiva. In alcuni casi, infatti, può anche indietreggiare verso l’aggressore, con gli aculei drizzati e ferirlo seriamente.
E’ una specie presente in tutto il bacino del mediterraneo ed in Italia è diffuso in tutta la penisola. Come tutti i roditori si nutre principalmente di erbe, radici, bulbi e frutta caduta dagli alberi. La tana viene scavata in cavità naturali oppure in terreni argillosi con un esteso sistema di gallerie che spesso vengono condivise con famigliole di tassi.
Un tempo era certamente più diffuso di quanto non lo sia oggi, ed era cacciato per la sua carne, oggi il suo principale nemico è il traffico notturno di autoveicoli. La sua conservazione merita una più attenta tutela.