Oggi, 1⁰ agosto, alle ore 12.00, verranno depositati dei fiori, alla memoria del giovane Viktor, in largo Abazia, perché rimanga vivo il suo ricordo e mai più si debba piangere per morti così ingiuste.
Ricorre, quest’anno, il 6⁰ anniversario della morte del giovane Viktor Picaku, assassinato, a Corato, in largo Abazia, il 1⁰ agosto 2018.
Un suo coetaneo, in seguito a un alterco, lo raggiunse, insieme a un amico, a bordo di un motorino. Dopo una breve rincorsa, a piedi, gli sparò, a freddo, quattro colpi di pistola, alle gambe, al torace, alla nuca.
In quel frangente, emerse, alla stregua di un’improvvisa eruzione vulcanica, il magma di una città sommersa, violenta, non detta, mai raccontata, nascosta dietro la narrazione rassicurante di “Corato, città tranquilla”.
Tante sono le storie, invece, di ragazzi pieni di vita, intelligenti, ma cresciuti dentro un vuoto di valori e senza modelli positivi di riferimento, che, loro malgrado, si ritrovano a delinquere e a commettere reati, anche molto gravi.
È grande, di converso, il dramma di giovanili anni, strappati anch’essi alla vita e trascorsi in carcere, nelle cui celle, però, spesso, aumentano rabbia, nonsenso e devianza.
Problemi complessi che richiedono risposte articolate, che non possono essere scaricate soltanto sulle Forze dell’ordine.
È compito delle Istituzioni civili, educative, religiose sviluppare proposte pedagogiche forti e efficaci; creare luoghi di aggregazione inclusivi e orientati alla testimonianza dei valori che contano: la vita inviolabile, lo studio, il lavoro, il guadagno onesto, il sapersi guardare negli occhi e stringersi la mano, al di là di tutto.
Non ci sono “mele marce”, ma storie di giovani vite che aspettano di essere riconosciute, abbracciate, accompagnate.