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L’ANPI pianta l’albero della Memoria in piazza Almirante

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Dopo il carrubo piantato nel cortile del Tattoli-Tandoi con la collaborazione di Legambiente, L’ANPI Corato ha ripetuto il gesto per il giorno della Memoria in piazza Almirante. Anche in questo caso un carrubo, albero semplice e resistente, accompagnato da una targa commemorativa . La piantumazione, avvenuta alla presenza del Sindaco, di Anna Lepore, vicepresidente della sezione provinciale dell’ANPI Bari e accompagnata da un pensiero della senatrice Piarulli, è stata preceduta da un reading a più voci di letture classiche sulla Soah e sul contesto da cui è scaturita (Levi, Menapece, Brecht e altri) e dalla lettura dei nomi dei deportati coratini nei campi di concentramento, la quasi totalità morti a seguito della deportazione, elenco frutto delle ricerche dallo storico Pasquale Tandoi.

La piantumazione e la scelta del luogo costituiscono un duplice esercizio di memoria: l’albero rimanda al 27 gennaio giorno del ricordo, quindi alla memoria delle vittime: ebrei, omosessuali, disabili, rom e sinti oltre ai prigionieri politici e agli IMI ( gli internati militari italiani, quei soldati che non vollero appoggiare le forze nazi fasciste all’indomani dell’8 settembre); il luogo invita al ricordo di chi fu Almirante: redattore della rivista “La Difesa della razza”, quindi complice, quantomeno sul piano ideologico, delle deportazioni e dello sterminio, fascista convinto prima e durante la guerra, dirigente di quello stato fantoccio che fu la repubblica di Salò, e in seguito convertitosi ipocritamente al parlamentarismo e alla democrazia. Quest’albero rappresenta la sconfitta dell’ideologia di cui Almirante fu seguace, un ideologia che con nomi e in forma diverse serpeggia ancora sotto l’epidermide della vita democratica.
“Questo per noi non vuol essere un ritualismo. – ha sottolineato il presidente dell’ANPI Corato Giovanni Capurso – ma un riproporre un ricordo che sia argine alle violenze contemporanee. Noi vediamo quotidianamente persone che muoiono in mare o sono uccisi dalla armi prodotte in Italia, nonostante la nostra Costituzione, all’articolo 11, ripudi la guerra”
Alla cerimonia è intervenuta anche Anna Lepore , vicepresidente dell’ANPI della provincia di Bari la quale a proposito della scelta del luogo della cerimonia ha citato il caso di via Nicola Pende a Bari: “A Bari stiamo facendo una battaglia civica perché la strada intitolata a Nicola Pende ( tra gli ideologi delle leggi razziali n.d.a.) sia intitolata ad Alba de Cespedes, scrittrice e partigiana. I nomi e i simboli sono importanti, perché creano curiosità. Una cosa è che un bambino chieda chi è Giorgio Almirante, una altra che chieda di Alba de Cespedes o Anna Frank o Sandro Pertini”
“Noi ricordiamo di come un linguaggio d’odio si sia trasformato in un prassi politica – a ricordato il Sindaco in un intervento a margine della cerimonia – e di come questo sistema sia divenuto prassi in Europa. Ciò che è avvenuto in Europa ,le deportazioni e L’Olocausto, non è avvenuto solo per mano tedesca, ma anche con la partecipazione convinta di altri stati, l’Italia e la Francia collaborazionista (…) C’è una coscienza cattiva e sporca europea” ha continuato il Sindaco, rispetto alla quale “Va costruita una memoria collettiva complessa”.

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