Home Ricorrenze Gli ebrei a Corato, tra persecuzioni e usura

Gli ebrei a Corato, tra persecuzioni e usura

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di Giovanni Capurso

Una breve ricostruzione delle vicissitudini degli ebrei a Corato in occasione della Giornata della Memoria che ricorre in data odierna:

È noto che per alcuni secoli anche a Corato abitarono ebrei. Dalle fonti a nostra disposizione possiamo ricavare uno spaccato dei pregiudizi e delle discriminazioni che anche da noi erano all’ordine del giorno. Questi documenti, in gran parte di carattere giudiziario, ci danno un’immagine chiara di come dal basso Medioevo fino alla fine del XV secolo, anche dalle nostre parti i giudei venissero discriminati, vessati e accusati, non di rado, di usura.

Il periodo normanno-svevo, soprattutto con Federico II, fu un’eccezione. Tant’è, ci tramanda il giurista Lamberti, che in questo periodo Trani arrivò ad avere ben quattro sinagoghe, l’ultima delle quali fu completata nel 1247. Di riflesso, anche gli ebrei di Corato vissero il loro periodo più felice.

Il clima cambiò di parecchio con la dominazione angioina. A Corato, come a Trani, Barletta e Andria, ci furono delle conversazioni di ebrei al cattolicesimo anche in cambio di esenzioni fiscali. In virtù di tale provvedimento a Trani furono registrate 310 conversioni, ma anche a Corato, di cui non ci sono pervenuti dati precisi, non dovevano comunque essere poche. Un documento in latino tratto dal Codice Diplomatico, datato 28 dicembre 1273 e redatto a Corato, spiega come su querela dei giudei, il Re abbia ordinato al Giustiziere provinciale di non permettere che questi venissero indebitamente gravati e molestati. Infatti, gli arcivescovi di Trani, i canonici e i procuratoridella Curia vescovile, non contenti dell’annuo tributo dovuto loro dai giudei della locale comunità, imponevano frequenti mutui ed estorsioni di denaro, gettando in carcere i renitenti. Lo stesso comportamento usavano con i giudei che cadevano nelle mani del loro tribunale, anche per cause civili: per motivi futili li chiudevano in carcere e li rimettevano in libertà solo mediante compenso pecuniario.  

Un certo Sabbatus f. Mugey Sacerdotis de Trano, poi, in un altro documento datato 30 ottobre 1275, aveva fatto spiccare da Simone de Bellovidere, Giustiziere di Terra di Bari, mandato di comparizione nei confronti di Icobus f. Sellici, Marinus de dopmno Ihoanne Marco e Iohanes de Papulleso di Corato per il recupero di una certa quantità di denaro di cui era creditore. Non essendo i tre comparsi entro il termine fissato, e avendoli Sabbatus inutilmente attesi, per altri tre giorni, il Giustiziere ordinò di dichiararli contumaci, con confisca di una terza parte dei loro beni mobili a favore della Regia Curia e il sequestro, per la durata di un anno, di tutti i restanti beni.

Con l’arrivo degli Aragonesi nel 1442 la comunità di Trani si riprese e anche Corato si ripopolò di ebrei. Ma durò poco. A distanza di qualche decennio ripresero gli atti di intolleranza. La Camera della Sommaria di Napoli, il 15 febbraio 1494, ordinò al capitano di Corato di costringere i debitori cristiani di Criscio e Moyses di Corato a soddisfare i loro obblighi: Capitanio, per parte de Crisci et Moyses de Monteriale iudei de Quarate nce è stato exposto como in dicta terra deveno exigere et recolligere certa quantità de dinari da più et diversi christiani de Quarato, quale fino adesso dicono non  havere possuto consequire et havere da lloro licet più volte siano stati requesti da ipsi iudei, et per questo dicono non possedere pagare li pagamenti fiscali a la regia Corte debiti, nce haveno perciò supplicato provedamo a loro indempnità.

Nello stesso periodo, su ricorso della comunità giudaica di Trani, la Camera della Sommaria invitò il Vicario Vescovile ad astenersi dall’aizzare preti e laici contro i giudei della città. E ancora il 24 dicembre del 1494, in risposta a un memoriale inviato dall’Università e dagli uomini di Corato, la Camera della Sommaria ordinò alcapitano della città di adoperarsi perché si addivenisse a una transazione tra i debitori cristiani e i loro creditori ebrei. Contrasti di questo genere sono ben documentati anche per i centri limitrofi: Andria, Barletta, Bisceglie, Trani e Bitonto. La Camera della Sommaria ciclicamente interveniva anche per condannare le sassaiole contro gli ebrei e le loro abitazioni che avvenivano in particolare durante la Settimana Santa.

La conquista spagnola di Napoli nel 1500 segnò il tramonto dell’Ebraismo nel Sud Italia: ci fu una prima espulsione da parte di Ferdinando il Cattolico nel 1510 e poi quella definitiva e totale, da parte di Carlo V, nel 1542. Dalle nostre terre gli ebrei se ne andarono per raggiungere chi il regno Ottomano, chi le terre della Chiesa, chi Venezia.”

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