C. S.
Il comitato direttivo Anpi Corato e Anpi provinciale Bari ringraziano le istituzioni, i partiti politici, le associazioni combattentistiche e culturali, la cittadinanza, per aver aderito all’appello al corteo per la pace dal titolo “25 aprile, l’Italia ripudia la guerra”, cui Anpi, Associazione Partigiani d’Italia, ha voluto dedicare il 25 aprile, a Corato come in tutte le città d’Italia.
Il 25 aprile è la nostra festa civile di primavera: “festa d’aprile”, rappresentazione della nostra seconda nascita, come paese e come popolo. Una solennità che quest’anno avremmo voluto celebrare gioiosamente dopo due anni di restrizioni e di contrasto al virus. Ma non è stato così.
La gioia della liberazione ritrovata è messa in ombra dall’angoscia per la guerra, improvvisamente riapparsa nel nostro vicino orizzonte. Quasi facendo eco ai conflitti che si protraggono in aree lontane del pianeta, ma sovrastandoli in una drammatica precipitazione, la guerra in Ucraina, imposta dalla ingiustificabile aggressione russa, ci fa temere che sia giunta al termine la duratura età di pace che l’Europa aveva guadagnato 77 anni fa nella lotta contro il nazifascismo, sacrificando un numero di vite umane senza precedenti. L’attuale scenario bellico sembra oggi minacciare la pace in forma definitiva, inviando minacciosi messaggi che raccontano distruzioni, città martoriate, fosse comuni, di profughi, crisi energetiche, sociali, umanitarie. Con, sullo sfondo il fantasma nucleare evocato con inopinata leggerezza non solo dai giornali ma dai responsabili di stati potenti.
Per questo la pace è l’impegno di oggi, la priorità. Perché l’Italia democratica ha ripudiato la guerra.
Confrontiamo pure – pacatamente – i diversi punti di vista sul rapporto fra cause immediate e cause remote, profonde, di questo come di ogni conflitto bellico.
Approfondiamo la discussione – sempre lecita – fuori e all’interno della Associazione Nazionale Partigiani – su un raffronto plausibile fra la resistenza dell’esercito ucraino alla invasione e la resistenza dei partigiani al nazifascismo. Fermo restando la diversità sostanziale tra guerra partigiana e guerra regolare.
Ma uniamoci nell’appello alla pace. Se abbiamo chiaro che questo asperrimo conflitto non può chiudersi da nessuna parte con una vittoria finale e definitiva, che non comporti una piega catastrofica e un prezzo di vite umane spaventosamente più alto di quello già intollerabile pagato finora, dobbiamo spingere gli organizzi di sicurezza e cooperazione internazionale affinché si prodighino con tutti i mezzi per il cessate il fuoco e per l’apertura di una trattativa garantita internazionalmente, oltre che per affrontare l’emergenza umanitaria.
E’ quanto chiede il movimento per la PACE che ha manifestato da Perugia ad Assisi e che ha fatto sentire la sua voce anche in Puglia: un’arca di pace, non un arco di guerra, cosi la voce profetica di Don Tonino Bello.
Queste sono le motivazioni che ci hanno spinti unitariamente a scegliere la strada della pace senza se e senza ma insieme a PAPA BERGOGLIO e ai numerosi rappresentanti della società civile. Questo è il motivo per cui il nostro 25 Aprile 2022 ha questo sottotitolo: L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA.
Ora e sempre RESISTENZA.
VIVA IL 25 APRILE, VIVA LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO, PER LA PACE IN OGNI LUOGO DEL MONDO.