Messaggio del Sindaco De Benedittis alla città in occasione della Festa della Repubblica.
“Il 2 giugno 1946, il popolo italiano tornò alle urne, dopo circa vent’anni di interruzione di vita democratica. Votarono, per la prima volta, anche le donne.
Bisognava recuperare un ritardo storico, culturale e sociale che aveva confinato l’Italia nel recinto di un soffocante provincialismo e che la lotta partigiana aveva cominciato a rompere.
In massa, donne e uomini, di ogni età, andarono a votare accettando di buon grado di fare lunghe code ai seggi, pur di poter esprimere la propria volontà sul futuro del loro Paese.
Fu un momento di collettiva mobilitazione, in cui, presso i seggi elettorali, si declinarono insieme i sorrisi per la ritrovata libertà e le lacrime per le tante persone che non c’erano più.
L’eco di tanti giovani, ragazzi e ragazze, torturati a via Tasso, trucidati alle Fosse Ardeatine, deportati nei campi di sterminio, catturati e uccisi nelle imboscate lungo gli Appennini, era lì, in quelle lunghe code elettorali, in cui era forte la consapevolezza che sul loro sacrificio nasceva la Nuova Italia.
Quella Repubblica partigiana, che, oggi, compie 75 anni, è la Repubblica dei giovani e delle giovani perché nata soprattutto dal loro impegno e sacrificio.
Fu grazie a loro, che l’Italia rialzò la testa, recuperò la dignità perduta, disse basta alla dittatura fascista e si liberò dall’occupazione tedesca. A loro va la nostra riconoscenza.
Ai giovani e alle giovani della mia città, dedico questo 75° compleanno della Repubblica Italiana.
Il futuro democratico è affidato a loro, portatori di sguardi proiettati in avanti, in cui si esprime e si fa storia la voglia di cambiamento di tutti e tutte noi.
A loro auguro di sentirsi in comunione con quei giovani e quellemobilitandosi giovani, che, allora, non si rassegnarono all’oscurità del tempo, ma lo illuminarono .
Auguro loro di non cedere mai alla rassegnazione e di ascoltare quella stessa eco, più viva che mai, che portò l’Italia del ’46, a scegliere la Repubblica, a eleggere l’Assemblea Costituente, ad avere fiducia in se stessa e nel futuro, a riconciliarsi con il mondo.
A me stesso e a tutta la cittadinanza auguro di amare sempre questa Repubblica, nata dalla lotta per la libertà e ancorata ai valori della Costituzione”.