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Ex Diamond, è Cannillo l’aggiudicatario, ma non ci sta alle accuse del Sindaco. “Abbiamo agito con discrezione e trasparenza”

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La vicenda riguardante il Centro sportivo Diamond che ha tenuto banco in quest’ultimo periodo in città, nella giornata di ieri, in cui si è tenuta l’asta fallimentare, ha visto il suo epilogo con l’assegnazione d’ufficio alla società creditrice Penelope che ha acquistato per conto terzi. La notizia divulgata con una nota stampa da Palazzo di Città ha fatto subito il giro del web e non sono mancate le polemiche che già la stessa nota evidenziava tanto da provocare a stretto giro la replica del Gruppo Cannillo che si è sentito chiaramente chiamato in causa considerato che – “Sin dall’avvio, c’è stato un costante dialogo con le massime cariche istituzionali e dirigenziali del Comune” – come si legge nel comunicato che chiarisce appunto come l’ente Comunale fosse al corrente di tutta la vicenda e spiega:

Nelle ultime settimane, la Città è stata coinvolta nelle vicende relative al destino di ciò che resta del Centro Sportivo Diamond, dopo che per anni nessuno, semplice cittadino o pubblico amministratore, se ne fosse interessato concretamente.
In realtà da tempo, con discrezione e trasparenza, la Cannillo ha pianificato, con il prezioso ausilio del team legale di PWC dell’avv. Danilo Carbonara, che si ringrazia per la minuzia e la competenza, una complessa operazione di acquisizione immobiliare, che ha richiesto più di un anno di lavoro e che, a seguito dell’esperimento d’asta dello scorso 8 novembre, ci ha visti aggiudicatari.
L’esito favorevole è giunto a valle di una lunga trattativa con il creditore procedente, cominciata ad ottobre 2022 e conclusasi a settembre 2023 con la firma di un articolato contratto irrevocabile, teso a blindare l’acquisto a condizioni definite.
Sin dall’avvio, c’è stato un costante dialogo con le massime cariche istituzionali e dirigenziali del Comune, teso ad individuare soluzioni che consentissero alla struttura di essere recuperata nel rispetto della destinazione dell’area, del valore per la Città e delle legittime aspettative imprenditoriali. Costituiscono una prova di ciò gli incontri avvenuti a Palazzo San Cataldo sin dal novembre 2022, durante i quali le nostre
prospettazioni sembravano essere gradite.
Nulla lasciava presagire che l’amministrazione comunale intendesse acquisire l’immobile a patrimonio, circostanza che, al netto delle considerazioni di merito, avrebbe certamente pesato sulle nostre valutazioni nonché, ovviamente e soprattutto, su quelle del creditore.
Pertanto, quando sono cominciate a circolare voci di un interesse concreto del Comune (i.e. intervento della consigliera D’Introno in c.c.), non c’era più spazio per alcun ripensamento, come qualcuno, ingenuamente o in malafede, continua a sostenere.
In realtà, lo stesso Sindaco ha chiarito quali fossero i reali intenti dell’amministrazione (nel corso della trasmissione andata in onda ieri sera): indurre la Cannillo a desistere dal suo intento, acquisire il fabbricato e farlo ristrutturare da un altro privato in cambio di una concessione ventennale. Sorvolando sulla legittimità e sulla correttezza di una procedura del genere, a generare perplessità è il fatto che tale proposta non sia
stata fatta anche alla Cannillo che, in trasparenza, aveva manifestato da tempo un interesse.
Chiariti i fatti, resta l’amarezza per essere stati tratteggiati come i traditori della Città, quando le nostre iniziative, da oltre 50 anni, oltre ad essere caratterizzate dalla massima trasparenza e legalità, producono valore per le famiglie di Corato e per l’Ente dei quali siamo, direttamente ed indirettamente, di gran lunga il primo “contribuente”.
Ancor più, ci rammarica constatare come, anche fra i “Primi”, ci sia chi, anziché lodare l’acume e la perizia nel portare a termine un’operazione oggettivamente complessa, adombra e disprezza l’operato non solo del singolo, ma di tutti gli imprenditori.
Auspicando che le polemiche vengano accantonate definitivamente, ci auguriamo invece che dalla Città provengano stimoli ed idee che possano trovare spazio all’interno di una struttura che tornerà ad essere motivo di orgoglio per Corato e per i coratini”.

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