A poco più di un mese dalla grande battaglia campale delle politiche che vede contrapposti i due blocchi di centro destra e centro sinistra, l’organizzazione delle rispettive liste a livello nazionale versa ancora in un caotico marasma che continua a suscitare polemiche in entrambi gli schieramenti e provoca gran confusione presso l’elettorato, già deluso, spaesato e disilluso.
Non solo a livello nazionale la suddetta composizione delle liste cagiona un ginepraio di diatribe tra gli esclusi e i “fortunati candidati” nei vari collegi elettorali, ma anche a livello locale la situazione non è di certo più chiara e trasparente, anzi, si fa sempre più intricata e ambigua. Ricordiamo che giusto una settimana fa, c’era stato il gioioso outing di Demos Corato e dell’Assessore alla Cultura – compreso il cerchio dei suoi fedelissimi devoti- alla notizia dell’apparentamento nazionale tra il Partito Democratico e Demos nazionale.
Come riportato nel precedente articolo sul tema, si puntualizzava che non ci si intravedeva nulla di strano in codesto matrimonio, poiché Demos nazionale è quasi derivato dalla frangia social-clericale del Pd. Un problema di coerenza invece si intravede sempre più macroscopico a livello locale, poiché i rappresentanti eletti di Demos Corato, hanno sempre contestato i Dem locali, con cui i rapporti non sono mai stati tanto idilliaci fin da inizio mandato.
Si ricorda soprattutto che la persona del Sindaco ma anche dell’Assessore alla Cultura e tanti aficionados del loro entourage, hanno sempre sostenuto ideologie politiche -facendone la loro bandiera identitaria- che sono la totale negazione delle iniziative propagandate dai Democratici nazionali. Ne ripetiamo giusto alcune per rinfrescare la memoria ai molti finti smemorati “last minute”: – 1) Pacifismo sfegatato che cozza platealmente contro l’interventismo guerrafondaio e l’invio di armi in ogni conflitto del mondo, proposto dal Pd. -2) Essere contro il progetto di autonomia differenziata, che il Pd sostiene sperticatamente. -3) Essere contro la privatizzazione dei beni comuni, progetto che il Pd invece porta avanti. -4) Essere non a favore delle politiche lavorative e sociali che i Dem perseguono.
Potremmo continuare all’infinito nell’elencazione delle incongruenze ideologiche, tuttavia dalle ultime dichiarazioni riportate via social della consigliera di maggioranza Antonella De Benedittis, (eletta nelle file di Demos partito alleatosi col Pd): “Tra poche ore sapremo se Unione Popolare è riuscito a raccogliere le firme necessarie per partecipare alle elezioni del 25 settembre. Intanto una cosa voglio dirla: la candidatura di Eliseo Tambone per le prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022 (fatto salvo il raggiungimento delle firme necessarie a livello nazionale per la presentazione della lista Unione Popolare) è, per me, una gran bella notizia: Eliseo Tambone è una persona seria e competente, umile e tenace, capace di lavorare senza clamori ma sempre pronto ad assumersi la responsabilità del servire la comunità. Con lui condivido l’esperienza dell’essere consigliere di maggioranza e ogni giorno colgo la bellezza del lavorare insieme. Soprattutto Eliseo Tambone è, da anni, in prima linea nella difesa della Costituzione Italiana, in questi tempi bui e duri, a rischio sotto i colpi subdoli dei processi di autonomia regionale e privatizzazione dei beni comuni. Per questo auguro di cuore ad Eliseo che la sua “lotta desiderante” sia un buon seme per questo nostro Paese.”
che dedica un caloroso endorsement al consigliere Tambone, papabile candidato per lo schieramento di Unione Popolare, concorrente della suddetta coalizione Pd-Demos, si evince una clamorosa spaccatura all’interno della maggioranza. Pertanto, in ultima analisi ci poniamo vari interrogativi che molto probabilmente, come sempre, resteranno senza risposta alcuna.
Perché anziché favorire la candidatura del consigliere Tambone, da sempre compagno del Sindaco in tante battaglie, quest’ultimo volta le spalle al candidato di Unione Popolare e invece sosterrà la candidatura di Abbaticchio, portato in lista dal Pd?
Perché disattendere gli ideali da sempre millantati, che sono più vicini alla frangia di sinistra, rappresentata da Sinistra Italiana e da Rifondazione per passare sfacciatamente ad abbracciare il Pd? E i suddetti partiti, sempre pronti acriticamente a perorare errori o scelte anche sbagliate del loro amministratore, non ci ravvisano un voltafaccia dettato unicamente da interessi politici in questa scelta? E il Pd, dal canto suo, come può continuare a fare “buon viso a cattivo gioco” rimanendo in una coalizione dove vi sono costanti “picconatori” delle sue politiche? La metafora calzante dell’amministrazione De Benedittis è rappresentata da un matrimonio triste e sfasciato, dove i coniugi continuano a rimanere assieme, mostrando armonia in pubblico, sebbene si vituperino e si tradiscano in privato.
Da questo quadro profondamente incoerente e disordinato, emerge una “questione morale” rappresentata dalla contraddittorietà dei vari amministratori attuali, sempre pronti a dichiarare tutto e il contrario di tutto, pur di muoversi a “cavalieri serventi” delle diverse logiche di partito e personali, dimenticando i valori che hanno da sempre propugnato per cercare consenso tra l’elettorato che in buona fede ha creduto a quanto decantato.