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Consiglio comunale di fuoco: la minoranza colpisce duro e la CAP approva un bilancio di incerta validità

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A cura di Francesco Stolfa
Venerdì mattina, 7 maggio, il Consiglio comunale è stato convocato per deliberare su alcune questioni di grande rilevanza. Fra i punti all’ordine del giorno più significativi: l’approvazione del DUP e del Bilancio di Previsione. Il DUP (documento unico di programmazione), che la Giunta presenta al Consiglio, è il principale strumento strategico e operativo del Comune e rappresenta il presupposto necessario di tutti gli altri strumenti di programmazione; definisce gli obiettivi strategici delle scelte dell’amministrazione mentre la sezione operativa scende nei dettagli definendo i singoli programmi. È il presupposto indispensabile per la corretta approvazione del bilancio di previsione, poiché le poste di competenza e di cassa del bilancio vengono definite sulla base degli indirizzi strategici e operativi fissati nel DUP. L’altro punto importante era l’approvazione, appunto, del bilancio di previsione.
Insomma un consiglio comunale importantissimo.
Appena cominciano i lavori, però, la discussione diventa subito incandescente perché la minoranza di Centrodestra, nella persona del capogruppo di Direzione Corato, Ignazio Salerno, presenta un documento scritto, corredato da sentenze e riferimenti legislativi. Sostiene Salerno che il DUP non può essere presentato in Consiglio comunale contestualmente al bilancio proprio perché quest’ultimo deve essere redatto “sulla base delle linee strategiche contenute nel documento unico di programmazione” (art. 151 del Testo Unico Enti Locali); e poiché il DUP non è atto di Giunta ma di Consiglio, deve essere data la possibilità a tutti i consiglieri di intervenire sul suo contenuto.
Solo dopo la definizione del DUP da parte del Consiglio, la Giunta può elaborare la proposta di bilancio.
La mossa manda in tilt la maggioranza che sbanda vistosamente, appare impreparata, non sa che pesci prendere. Qualcuno chiede la sospensione della seduta. Dopo una prima sospensione di un’ora, sempre la maggioranza, chiede una nuova sospensione con rinvio dei lavori al pomeriggio.
Il segretario comunale, visibilmente contrariato, stigmatizza, non si capisce bene perché, il comportamento della minoranza ma poi consiglia, prudenzialmente, di approvare solo il Dup e rinviare l’approvazione del bilancio a una seduta successiva, visto che ci sono i tempi. È forse la cosa più ragionevole detta nella giornata e coincide sostanzialmente con quello che avevano chiesto le minoranze ma, inspiegabilmente, sono proprio queste (prima Salerno e poi Bovino) a redarguire il Segretario Generale accusandolo di aver travalicato il suo ruolo, scendendo sul piano delle valutazioni politiche. Poco dopo sarà anche la maggioranza, per bocca del consigliere Palmieri, a rivolgere la medesima accusa al povero Segretario. L’assessore (tecnico) al bilancio, palesemente nel pallone, si limita a lamentare ripetutamente che il Comune è sguarnito di personale. A quel punto cerca di dare il suo contributo la dr.ssa Leone, funzionaria presente in consiglio, che si avventura in una interpretazione della normativa che, a conti fatti, rappresenterà l’unica tesi ragionevole alla quale la maggioranza possa attaccarsi. Sostiene la Leone che il DUP è documento della Giunta, che viene sottoposto al Consiglio per la sola approvazione (prendere o lasciare) senza possibilità di modifiche. Quindi, a suo dire, i due documenti possono essere presentati anche nella stessa seduta di Consiglio comunale. Tesi alquanto ardita perché finisce per sminuire totalmente il ruolo del consigliere comunale al quale sarebbe interdetto presentare proposte di modifica o integrazione del DUP. In realtà, la legge parla di approvazione da parte del Consiglio e non prevede eccezioni alla normale procedura di esame consiliare. L’infondatezza della tesi sostenuta dalla
dr.ssa Leone è dimostrata peraltro proprio dalla sentenza allegata da Salerno al documento della minoranza (sentenza Tar Puglia n. 241/2019) posto che in quel procedimento erano stati proprio i consiglieri comunali di minoranza a presentare il ricorso lamentando la lesione delle proprie prerogative. In quella sentenza si legge testualmente: “Indipendentemente dalla modalità eletta per la presentazione del DUP al Consiglio comunale, è dirimente rilevare che si sarebbe dovuta svolgere un’altra e diversa seduta, riservata alla discussione degli emendamenti (“integrazioni e modifiche al DUP”, suscettibili di comportare un’eventuale nota di aggiornamento a cura della Giunta) che investono la sfera d’interesse e di esercizio della funzione di tutti i consiglieri comunali (sia di maggioranza che di opposizione)”. Se quindi i consiglieri comunali hanno tutto il diritto di esaminare anche il DUP e proporre emendamenti, è evidente che i due documenti (DUP e bilancio) non possano essere presentati nella stessa seduta perché la Giunta , nel formulare la proposta di
bilancio, deve tener conto del DUP definitivo approvato dal Consiglio.
Le ipotesi interpretative dei tecnici non sembrano quindi escludere ogni dubbio (anzi!) e, anche sulla base del consiglio prudenziale fornito dal Segretario, tutto indurrebbe a ritenere che, alla ripresa pomeridiana, la maggioranza, anche solo per non correre rischi, avrebbe optato per l’approvazione del solo DUP con rinvio del bilancio. E, invece, alla ripresa, la CAP torna in aula con altro cipiglio. Il Segretario si appiglia al differimento dei termini di presentazione dei documenti contabili comunali disposto dalla normativa anticovid e ritiene che questa sia sufficiente a far ritenere che il legislatore abbia consentito l’approvazione contestuale di DUP e Bilancio. In realtà, quello slittamento di termini non pare comportare una conseguenza del genere: il DUP, come si è cercato si spiegare, è un presupposto logico e contabile del bilancio e lo slittamento dei termini, comporta semplicemente, che non vi debba essere fra l’approvazione dei due documenti un termine preciso ma solo un lasso di tempo ragionevole, tale da comportare l’esame e l’approvazione del DUP e poi, sulla base di esso, l’elaborazione della proposta di bilancio da sottoporre anch’essa al consiglio in una seduta successiva. Eppure, sulla base di questa traballante teoria, la maggioranza
decide di infischiarsene della prudenza e di procedere sulla sua strada, senza tentennamenti. A quel punto, il resto della seduta è ormai segnato: il punto sul DUP viene anticipato, la minoranza propone emendamenti che vengono tutti bocciati (tranne il primo che rilevava un errore terminologico) e a quel punto la minoranza abbandona l’aula. Per il cattivo funzionamento del sistema microfonico la dichiarazione pronunciata da Salerno prima di uscire non si è sentita ma è da
ritenere che non si sia trattato di una protesta politica bensì della precisa intenzione di non farsi coinvolgere in un atto che essi ritengono illegittimo. Alla votazione sul bilancio (presumibilmente per lo stesso motivo) non ha partecipato neanche il consigliere Bovino che però è intervenuto attivamente nella discussione, evidenziando quelli che, secondo lui, erano una serie di limiti e contraddizioni della proposta di bilancio.
Peraltro, il fatto che sul DUP si sia aperta una effettiva discussione, punto per punto, e che ai consiglieri sia stato consentito di presentare varie proposte di modifica o integrazione, ha contraddetto vistosamente la tesi sostenuta dalla dr.ssa Leone secondo cui i consiglieri avrebbero dovuto approvare o bocciare in blocco il DUP: una evidente contraddizione in cui sono incorsi, non si sa fino a che punto consapevolmente, sia la maggioranza che la presidenza.
Con la presenza in aula dei soli consiglieri di maggioranza, i singoli punti all’ordine del giorno sono stati rapidamente approvati. La discussione è stata poverissima sui contenuti con la netta sensazione che la maggioranza volesse chiudere rapidamente una pagina amministrativa complicata e poco comprensibile.
L’impressione è che la minoranza di centrodestra abbia colpito duro, evidenziando i limiti di un’azione amministrativa che si mostra sempre più in affanno e non adeguata alla complessità del compito e alle aspettative. Ciò che impressiona, ancora una volta, però, è la reazione della maggioranza di fronte alle difficoltà: invece di utilizzare un pizzico di umiltà, attestandosi su posizioni prudenziali, si preferisce ostentare una sicurezza che non trova riscontro nei fatti e negli atti.
Per quale motivo non si è inteso seguire il primo consiglio prudenziale del Segretario (approvare solo il DUP e rinviare anche di poco il bilancio), visto che c’erano i tempi? Perché si è preferito correre il rischio?
Ma il rischio è molto alto perché se i consiglieri di minoranza impugneranno al TAR le delibere adottate venerdì scorso, l’intera azione amministrativa finirebbe sub judice e tutti i successivi atti adottati sulla base di questo bilancio potrebbero esserne travolti, con conseguenze che pagherebbe l’intera città.
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